Italia (e il suo debito) sotto esame. A cosa fare attenzione, secondo gli esperti

Violetta Silvestri

18 Ottobre 2023 - 13:01

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Dopo la Legge di Bilancio 2024, l’Italia e il fardello del debito attendono i giudizi delle agenzie di rating e dell’Ue. Cosa aspettarsi e perché il Paese è in bilico tra promozione e bocciatura.

Italia (e il suo debito) sotto esame. A cosa fare attenzione, secondo gli esperti

Dopo la presentazione della Legge di Bilancio 2024, l’Italia attende i giudizi delle agenzie di rating. Il debito, e la sua sostenibilità, sono ovviamente in primo piano.

Le più importanti società forniranno aggiornamenti sui rating del Paese nelle prossime settimane. L’impatto di tali pronunciamenti potrebbe essere rilevante, soprattutto per la fiducia dei mercati sulla capacità nazionale di crescere pur con un livello di indebitamento storicamente elevato.

La situazione è aggravata dal contesto generale ed europeo, con tassi di interesse alti grazie alla politica della Bce e a previsioni di contrazione - o recessione - per la regione a moneta unica. Le guerre, ovviamente, stanno oscurando le prospettive anche dell’Italia, importatore di energia e quindi con una vulnerabilità forte in questo ambito così sensibile agli attuali conflitti.

L’annuncio del 17 novembre da parte di Moody’s Investors Service potrebbe rappresentare il punto di pressione più sensibile, dato che valuta il Paese a Baa3, appena un livello sopra la spazzatura, con una prospettiva negativa. L’Italia quindi, è sotto esame. Cosa aspettarsi? Alcuni analisti hanno iniziato a confrontarsi sulle debolezze - o virtù - del nostro Paese.

Cosa aspettarsi dalle agenzie di rating? Italia e debito sotto esame

Lo spread Btp-Bund viaggia oltre i 200 punti in questi giorni di tensione per l’Italia, con l’approvazione della Legge di Bilancio 2024 da 24 miliardi di euro, con oltre la metà in deficit.

Le valutazioni del credito, insieme al giudizio dei funzionari dell’Unione Europea, sono ora molto attese dai mercati e dal Governo Meloni. Il rating sta per essere aggiornato, in peggio, per il nostro Paese? E L’Ue avanzerà critiche sulla stabilità dei conti nazionali?

Gli analisti, come riportato da Bloomberg, ritengono generalmente improbabile un declassamento da parte di una qualsiasi delle agenzie, ma i nervi sul debito italiano potrebbero rimanere tesi. Lo spread di rendimento sui titoli tedeschi a 10 anni, un indicatore comune del rischio, è vicino ai livelli più alti quest’anno.

“Crediamo che l’asticella per un downgrade a non-investment grade rimanga elevata, anche se le agenzie di rating potrebbero agire per garantire che l’Italia mantenga un certo grado di disciplina fiscale”, ha affermato Gareth Hill, senior fund manager di Royal London Asset.

Il piano del Governo di gestire deficit più ampi che superino il limite del 3% della produzione dell’Unione Europea fino al 2026 – un anno dopo rispetto a quanto previsto – è stato rivelato alla fine di settembre. Il Parlamento lo ha ratificato e lunedì 16 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato la spesa, compresi i tagli fiscali e le misure per incoraggiare la genitorialità.

Il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha detto di non temere i giudizi degli analisti di rating sovrano e che il bilancio sarà “ben accolto” a Bruxelles. La fiducia del Governo è riposta nel messaggio di prudenza che Meloni e lo stesso Giorgetti hanno voluto diffondere presentando la manovra.

Tuttavia, i dubbi sull’Italia restano in piedi. Simona Delle Chiaie, economista dell’eurozona, ha dichiarato: “L’ambizione della Meloni di onorare le costose promesse elettorali ha riportato il debito italiano sotto i riflettori. Il suo nuovo piano di bilancio offre solo un modesto impulso alla crescita il prossimo anno e pochi benefici a lungo termine per l’economia. Di conseguenza, le finanze pubbliche sono in condizioni peggiori e l’attenzione che i piani hanno attirato aumenta i rischi in un momento in cui gli oneri finanziari sono in aumento”.

Fitch Ratings ha segnalato preoccupazione sul profilo del deficit la scorsa settimana, e gli analisti si stanno concentrando sulle ricadute dell’aumento dei costi di finanziamento dopo il più rapido incremento mai registrato dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea.

Sebbene ciò abbia avuto un impatto sui governi di tutta l’area dell’euro, l’enorme carico di debito dell’Italia, che supera il 140% della produzione, lo rende potenzialmente più vulnerabile. Il costo del debito nazionale a 10 anni ha recentemente superato il 5% per la prima volta in più di un decennio.

Massima attenzione, inoltre, sul rapporto Ue-Italia. Se le relazioni tra Italia ed Europa si inasprissero e l’Italia si allontanasse davvero dalle regole fiscali, ciò potrebbe portare a una procedura di disavanzo eccessivo e ciò potrebbe limitare la possibilità del TPI (strumento di protezione pensato dalla Bce per sbalzi di spread)”, ha affermato Nicola Maidi di Pacific Investment Management Co. La convinzione, comunque, è che il coordinamento ci sarà.

Un test di tale relazione sarà una valutazione prevista per il 21 novembre da parte dei funzionari di Bruxelles sul piano di bilancio, che potrebbe fornire indizi su quanto rigorosamente chiederanno conto all’Italia. Anche le previsioni economiche formulate qualche giorno prima, il 15 novembre, indicheranno le sfide che il Paese deve affrontare.

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