Intesa M5S-PD? In Parlamento si lavora per il partito del non-voto contro Salvini

Mario D’Angelo

10 Agosto 2019 - 11:06

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Sono in corso contatti informali fra Movimento e PD. L’obiettivo è presentarsi da Mattarella con una proposta per la Finanziaria e una nuova legge elettorale

Intesa M5S-PD? In Parlamento si lavora per il partito del non-voto contro Salvini

Che ci siano i presupposti per un governo breve fra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico? La strategia di Matteo Salvini, da un paio di giorni a questa parte, è finalmente chiara: andare subito al voto capitalizzando il successo delle Europee che gli hanno consegnato un consenso del 33% e che da allora ha continuato a salire. Ma se il voto conviene alla Lega - è l’ipotesi che si sta facendo largo in queste ore in Parlamento - perché dovrebbe convenire alle altre forze politiche?

La pazza idea è stata instillata inizialmente dai renziani, da sempre i più acerrimi avversari dei pentastellati, e che per paura di un Salvini-piglia-tutto potrebbero cercare l’intesa con Luigi Di Maio. Almeno su qualche misura fondamentale che il leader della Lega pare non tenere in debita considerazione, come la Legge di Bilancio da approvare entro fine anno. Già i mercati hanno detto la loro sull’instabilità della crisi di governo.

Salvini vuole il voto subito

I sondaggi estivi parlano chiaro: l’unico partito che beneficerebbe di elezioni a fine Ottobre sarebbe la Lega di Matteo Salvini, che ha scatenato i suoi allo slogan di “voto subito” e che pensa a un governo con Giorgia Meloni. Non un’impresa così facile, visto che alle due forze mancano come minimo 7 punti percentuali che Silvio Berlusconi potrebbe non essere capace di fornire. Certo, c’è il premio di maggioranza, ma chi garantisce a Salvini che “l’alleanza col vecchio” non gli faccia in realtà perdere voti?

Negli ultimi quindici giorni il PD, incapace di trovare un orientamento unitario, è ancora calato sotto il 22%; il Movimento rimane stabile al 17,6%.

Prove di governo (breve) fra 5 Stelle e PD

Ma questi sono i numeri delle intenzioni. Quelli di fatto sono in Parlamento, e un’intesa di scopo fra pentastellati e dem non è impossibile. Con l’aiuto di alcuni “responsabili” di Forza Italia e altri partiti, i due improbabili alleati potrebbero agguantare un po’ di respiro per fronteggiare il vicepremier leghista.

Dei contatti rigorosamente informali sono già in corso e si cercherebbe un consenso su tre punti e non uno di più: la Finanziaria, la riduzione del numero dei parlamentari e una legge proporzionale.

Tutti e tre porterebbero un vantaggio a PD e 5 Stelle e uno svantaggio alla Lega. Per la prima Salvini ha già detto di voler fare di testa sua, approvandola in deficit e in aperta ostilità con Bruxelles, in modo da promettere una volta e per tutte l’approvazione della flat tax.

La riforma costituzionale sul numero dei deputati è voluta dai 5 Stelle e dallo stesso Matteo Renzi, e implicherebbe anche una revisione della legge elettorale che si riorienterebbe verso il sistema proporzionale. In questo modo Salvini difficilmente potrebbe ottenere “i pieni poteri” che già oggi invoca.

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