Inflazione USA in evidenza: il CPI headline rallenta, mentre rimane ostinatamente alto il CPI core. Occhio allo scivolone delle scommesse su taglio tassi Fed.
Nel mese di aprile, l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, termometro tra i più importanti per monitorare il trend dell’inflazione, è salito al ritmo annuo del 2,8%, in linea con le attese, ma ancora troppo alto rispetto ai desiderata della Fed di Jerome Powell, che continua a ostinarsi a non tagliare i tassi sui fed funds USA. Su base mensile, il CPI core è salito però meno delle attese, salendo dello 0,2% m/m, rispetto al +0,3% previsto dal consensus.
Una notizia confortante è arrivata dall’indice CPI headline, salito ad aprile del 2,3% su base annua, e così indebolendosi rispetto al +2,4% di marzo. Il dato ha confermato inoltre un ritmo di crescita inferiore rispetto al +2,4% atteso.
Trend sufficiente per convincere la Fed di Jerome Powell, ancora riluttante a sfornare il primo taglio dei tassi del 2025?
Mentre Wall Street cerca di interpretare il dato sull’inflazione USA appena reso noto, va sottolineato che nelle ultime ore si è presentato un altro fattore che rende ancora più improbabile l’arrivo imminente di una sforbiciata dei tassi: la tregua sui dazi raggiunta nel fine settimana tra la Cina di Xi Jinping e l’America di Donald Trump.
La notizia di quella tregua ha acceso infatti ulteriormente le scommesse su un primo taglio dei tassi da parte della Fed soltanto nella riunione del FOMC del mese di settembre, assottigliando ulteriormente le speculazioni su una riduzione dei tassi firmata da Jerome Powell nel prossimo meeting di giugno.
Nella giornata di ieri, a seguito della notizia relativa all’accordo per la sospensione dei dazi reciproci siglato tra Pechino e Washington, la probabilità di un taglio dei tassi da parte della Fed a giugno è scivolata fino all’8,1%, rispetto al 64,4% del mese scorso.
Non solo: i mercati hanno ridotto le attese sui tagli complessivi dei tassi da parte della Fed, nel corso del 2025, da tre riduzioni a due, scommettendo su un calo del range dei tassi al 3,75%-4% per la fine dell’anno. Nell’ultimo meeting del FOMC (il braccio di politica monetaria della Federal Reserve), la banca centrale USA ha annunciato di avere lasciato i tassi inchiodati al range compreso tra il 4,25% e il 4,5%, lanciando tra l’altro un doppio e inaspettato alert.
(in fase di scrittura)
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