Inflazione scende in Eurozona e in Italia, ma di quanto? Cosa significa per Bce

Violetta Silvestri

29/09/2023

29/09/2023 - 13:05

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I dati preliminari dell’inflazione in Eurozona e in Italia hanno mostrato ancora una flessione. Di quanto stanno realmente scendendo i prezzi e cosa aspettarsi dalla Bce.

Inflazione scende in Eurozona e in Italia, ma di quanto? Cosa significa per Bce

L’inflazione preliminare di settembre sorprende in positivo e scende in Eurozona e anche in Italia.

In generale, a settembre il calo dei prezzi è stato generalizzato, con tutte le categorie che sono cresciute a un ritmo più lento e i prezzi dell’energia sono crollati per il quinto mese consecutivo.

Tuttavia, l’effetto sull’economia del ciclo di inasprimento più intenso nei quasi 25 anni di storia della Bce sta diventando sempre più evidente, con alcuni indicatori in allerta per una possibile recessione nella zona euro.

In focus è comunque sull’inflazione dell’Eurozona, scesa al livello più basso da quasi due anni, rafforzando le speranze che il più grande aumento dei prezzi al consumo da una generazione stia svanendo rapidamente e aprendo la strada alla Banca Centrale Europea per fermare gli aumenti dei tassi di interesse.

Anche in Italia, come indicato da Istat, i prezzi al consumo preliminari hanno mostrato un rallentamento, seppure lieve. L’inflazione sta quindi scendendo, ma di quanto? E cosa significa per la Bce?

Sorpresa: inflazione in calo in Eurozona e in Italia, di quanto?

L’inflazione annuale nella zona euro è scesa al livello più basso dall’ottobre 2021,segnando un +4,3% a settembre, secondo i dati flash pubblicati venerdì.

Il dato è sceso rispetto al 5,2% annuo registrato ad agosto, mentre l’inflazione su base mensile è calata dallo 0,5% allo 0,3%. L’inflazione core – che esclude energia, cibo, alcol e tabacco ed è attentamente monitorata dai politici monetari – è diminuita al 4,5% su base annua a settembre dal 5,3% di agosto.

Da segnalare che i prezzi dell’energia sono scesi del 4,7% a settembre, mentre l’inflazione dei prezzi alimentari è rimasta elevata all’8,8%.

In Italia, Istat ha evidenziato un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, da +5,4% del mese precedente, sempre nei dati preliminari di settembre. Nel commento si legge:

“...l’inflazione registra un ulteriore, sebbene lieve, rallentamento, scendendo al +5,3%. La nuova discesa del tasso di inflazione risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno si riduce sensibilmente, pur restando su valori relativamente marcati (+8,6%).”

Attenzione, però, ai prezzi dei beni energetici di nuovo in tensione, “con una dinamica tendenziale del comparto su valori positivi, ma anche all’accelerazione dei prezzi dei Servizi di trasporto”.

Il carrello della spesa vede attenuare la crescita annuale al +8,3%.

I dati relativi alle principali economie che utilizzano la valuta euro sono risultati contrastanti. L’inflazione annuale della Germania è scesa al 4,3% a settembre dal 6,4% del mese precedente, mentre quella della Spagna è aumentata al 3,2% dal 2,4%.

Gli economisti avvertono, tuttavia, che il forte calo registrato in Germania, la più grande economia dell’Eurozona, è stato esagerato da un cavillo statistico: la fine dei biglietti di trasporto agevolati e del sussidio per il carburante nel settembre 2022 che aveva fatto aumentare i prezzi al consumo quel mese.

I dati sono incoraggianti considerando che in Eurozona lo scorso autunno la crescita dei prezzi ha raggiunto brevemente la doppia cifra in un contesto di aumento dei costi energetici, intoppi post-pandemia nelle catene di approvvigionamento ed elevata spesa pubblica.

Quale messaggio per la Bce dall’inflazione di settembre?

I dati di venerdì offrono il segnale più definitivo che la crescita dei prezzi core, un parametro chiave in seguito alla stretta della politica monetaria, è saldamente in calo.

Tuttavia, con entrambe le misure ancora più che raddoppiate rispetto all’obiettivo del 2% della Bce, i mercati si stanno preparando a quello che secondo i funzionari sarà un periodo prolungato di tassi di interesse elevati.

Né gli investitori né gli economisti si aspettano che la Bce aumenti ancora i 10 rialzi consecutivi da luglio 2022, che hanno portato il tasso sui depositi al 4%. Molti politici sono d’accordo, anche se alcuni continuano a mettere in guardia sul fatto che gli shock – come il prezzo del petrolio che raggiunge i 100 dollari al barile – potrebbero giustificare ulteriori azioni.

“La Bce ha lasciato intendere, dopo l’ultimo rialzo dei tassi, che quello di settembre potrebbe essere stato l’ultimo di questo ciclo: il calo dell’inflazione maggiore del previsto a settembre dovrebbe aumentare la fiducia del Consiglio direttivo che non siano necessari ulteriori inasprimenti”, ha commentato Maeva Cousin, economista senior dell’area euro.

Da considerare, inoltre, che in Europa, ci sono prove sempre più evidenti che le azioni di Lagarde e gli altri membri stanno colpendo l’economia già in difficoltà, rafforzando ulteriormente la necessità di una pausa. L’indebitamento delle imprese è cresciuto ad agosto al ritmo più lento degli ultimi otto anni, come hanno dimostrato i dati pubblicati questa settimana, mentre la fiducia si è raffreddata per il quinto mese consecutivo a causa della depressione dei consumatori.

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