Inflazione alta, caos bancario e recessione tecnica: perché l’economia italiana nel 2023 rischia grosso

Giacomo Andreoli

18 Marzo 2023 - 15:31

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Secondo l’Ocse l’inflazione in Italia nel 2023 sarà ancora molto alta: al 6,7%, mentre è previsto un lieve aumento del Pil. Per Confcommercio, però, siamo intanto in recessione tecnica.

Inflazione alta, caos bancario e recessione tecnica: perché l’economia italiana nel 2023 rischia grosso

L’Italia sarà in recessione tecnica, mentre l’inflazione continua a mordere i salari dei lavoratori e ad abbattere i guadagni delle imprese. Secondo Confcommercio, infatti, alla fine di questo mese il Pil del nostro Paese avrà una lieve diminuzione.

L’Ocse, invece, prevede un livello dei prezzi al consumo che si riduce in maniera importante quest’anno, ma rimane comunque vicino al 7%, con un’attesa di Prodotto interno lordo a fine anno solo in lieve guadagno (che può trasformarsi facilmente, alla prima difficoltà, in una recessione conclamata).

In tutto ciò il sistema bancario europeo, nonostante le rassicurazioni della Banca centrale Ue e delle istituzioni finanziarie degli Stati membri, ha dimostrato di non essere solido al 100%. Il crac di Silicon Valley Bank ha creato delle tensioni nel Vecchio Continente, per ora fatte più di paura che di reali difficoltà finanziarie, eppure il calo del titolo di Credit Suisse fa ragionare.

Quello che ne emerge è una verità tanto ovvia quanto preoccupante: il sistema, considerando anche gli istituti di credito italiani più instabili, aveva già alcune difficoltà e può essere messo in pericolo da shock internazionali.

Inflazione ancora alta nel 2023

Nelle Prospettive economiche intermedie dell’Ocse presentate a Parigi si parla di un’inflazione dell’Italia che dovrebbe passare dall’8,7% del 2022, al 6,7% del 2023 e al 2,5% del 2024. Nella zona euro, invece, l’inflazione globale dovrebbe passare dall’8,4% del 2022, al 6,2% del 2023 al 3% del 2024.

Pil italiano nel 2023 e nel 2024, le previsioni dell’Ocse

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il Pil dell’Italia dovrebbe passare dal 3,8% del 2022, allo 0,6% del 2023, all’1% del 2024. Intanto, però, il nostro Prodotto interno lordo è in calo.

Dall’analisi congiunturale di Confcommercio di marzo emerge che il primo trimestre del 2023 si configura come un periodo di rallentamento dell’attività economica. Anche nel mese di marzo il PIL è atteso ridursi dello 0,3% rispetto al mese precedente, mentre su base annua si registrerebbe una flessione dello 0,2%.

Nel complesso il primo quarto del 2023 si chiuderebbe con una contrazione dello 0,3% congiunturale, confermando la “recessione tecnica”. Le stime segnalano anche un calo dei consumi alimentari (-3,9%), a causa dell’aumento dei prezzi.

Caos bancario, escluso il rischio contagio in Europa?

Quando al caos bancario, invece, l’Ocse scarta ogni rischio di “crisi sistemica” dopo il fallimento della Silicon Valley Bank. Secondo il capoeconomista Alvaro Pereira, siamo in una situazione molto diversa dal 2008. Il rappresentante dell’Organizzazione ha spiegato che “abbiamo una regolamentazione più forte, le banche centrali e i regolatori hanno imparato dalle crisi precedenti e gran parte delle banche mondiali sono ben capitalizzate”. Quanto Crédit Suisse, ha aggiunto, “le autorità svizzere hanno reagito molto rapidamente per limitare i rischi di contagio”.

La ricetta dell’Ocse: riforme per evitare la nuova crisi

In uno scenario così instabile, poi, Pereira ritiene che sia molto importante per il governo Meloni proseguire sulla strada delle riforme avviate negli ultimi anni, rafforzando il dinamismo delle imprese. Il capoeconomista ha parlato inoltre di ridurre alcune restrizioni che esistono nel settore dei servizi, ma anche di “riforme essenziali in materia macroeconomica, sulla fiscalità”.

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