L’Istat ha rivisto lievemente al ribasso la lettura preliminare del dato relativo all’inflazione. Ma occhio al carrello della spesa.
Nel mese di aprile l’inflazione dell’Italia misurata dall’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi ha registrato un rialzo dello 0,1% su base mensile e dell’1,9% su base annua. Lo ha comunicato l’ISTAT, annunciando il dato finale, rivisto lievemente al ribasso rispetto al +2% inizialmente reso noto.
ISTAT rivede al ribasso inflazione Italia, ma occhio a scatti carrello della spesa e inflazione core
Così si legge nel commento dell’Istituto Nazionale di Statistica che fa notare che, per quanto la lettura preliminare sia stata rivista al ribasso, la crescita dell’inflazione ad aprile è rimasta la stessa, rispetto al mese precedente:
“Ad aprile 2025 l’inflazione si mantiene allo stesso livello di marzo (+1,9%). La stabilità del ritmo di crescita dei prezzi al consumo sintetizza dinamiche settoriali opposte: da un lato, persistono tensioni sui prezzi degli alimentari (+3,0% da +2,4%), che ad aprile si estendono anche a quelli dei servizi relativi ai trasporti (+4,4% da +1,6%); dall’altro, si osservano tendenze deflattive nel comparto energetico (-0,8%, da +2,6%), trainate dalla componente non regolamentata (-3,4% da +0,7%). Aumenta il ritmo di crescita dei prezzi del carrello della spesa (+2,6% da +2,1%) e dell’inflazione di fondo, che si attesta a +2,1% (da +1,7% di marzo).”
Montano intanto gli interrogativi su cosa deciderà di fare la BCE di Christine Lagarde nella prossima riunione di politica monetaria prevista per il mese di giugno.
In evidenza l’agguato dei falchi, che avvertono come il raggiungimento del tasso finale da parte dell’Eurotower sia ormai alle porte.
E così la domanda assilla i consumatori dell’intera Eurozona: il taglio dei tassi, che dovrebbe arrivare la sua ottava edizione, ci sarà oppure no?
Cosa cosa di più e di meno in Italia, il trend dei prezzi dell’energia e dei beni alimentari
Da quella stessa inflazione dell’Italia, che fino a qualche mese fa sembrava avallare la prospettiva di ulteriori allentamenti della politica monetaria dell’area euro, stanno arrivando da un po’ indicazioni non proprio rassicuranti.
Basta guardare al messaggio snocciolato dall’inflazione di fondo dell’Italia, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che è arrivato per l’appunto oggi con i numeri appena diffusi dall’ISTAT, e che fa tremare chi invoca nuovi tagli dei tassi.
Quell’inflazione, nota anche come inflazione core, ha accelerato il passo, balzando dal ritmo dell’1,7% a +2,1%.
A rafforzarsi anche l’inflazione al netto dei soli beni energetici (da +1,8% a +2,2%).
Per la precisione è stata questa la dinamica dei prezzi in Italia nel mese di aprile, che ha portato l’indice generale dell’inflazione (headline) a segnare un tasso di crescita su base annua pari a +1,9%.
- Hanno decelerato il passo i prezzi dei beni energetici, tornando negativi, (da +2,6% a -0,8%; -5,8% su marzo).
- Un forte rallentamento su base annua ha interessato soprattutto i prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +0,7% a -3,4%; -5,8% su marzo), per effetto dei prezzi dell’energia elettrica sul mercato libero (da +0,7% a -5,5%; -9,3% su marzo), del gas di città e gas naturale sul mercato libero (da +7,5% a +1,7%; -8,8% su marzo), della benzina (da -3,9% a -8,6%; -2,6% su marzo) e, in misura minore, di quelli del gasolio per mezzi di trasporto (da -6,0% a -8,9%; -3,3% su marzo) e del gasolio per riscaldamento (da -6,5% a -9,0%; -2,7% su marzo).
- In accelerazione, invece, è stato il trend su base annua dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +27,2% a +31,7%, -6,9% su marzo), in particolare quello dei prezzi dell’energia elettrica del mercato tutelato, salito +46,5% (da +21,6%), nonostante il forte calo misurato su base congiunturale (-6,6% su marzo 2025).
- Si è al contempo attenuata la dinamica su base annua dei prezzi del gas di città e gas naturale sul mercato tutelato (da +14,6% a +6,6%; -8,0% su marzo).
- Un freno alla dinamica inflazionistica nel comparto dei beni si deve anche ai prezzi dei tabacchi (da +4,6% a +3,4%; +0,2% su marzo). In evidenza la decelerazione dei prezzi delle sigarette (da +5,6% a +4,1%; +0,2% su marzo), come anche quelli degli altri tabacchi (da +1,7% a +1,2%; +0,2% su marzo).
- I prezzi dei beni alimentari hanno riportato invece su base annua una netta accelerazione (da +2,4% a
+3,0%; +0,6% su marzo), che ha riguardatto sia il comparto degli alimentari non lavorati (da +3,3% a +4,2%; +0,7% su marzo) sia quello dei lavorati (da +1,9% a +2,2%; +0,5% su marzo).
Guardando nello specifico alla componente dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, l’ISTAT ha poi menzionato: l’accelerazione dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +4,4% a +6,5%; +1,7% su marzo) e dei prezzi della frutta fresca o refrigerata (da +3,1% a +4,8%; +0,7% su marzo).
In evidenza inoltre l’accelerazione su base annua dei prezzi dei servizi, che è stata influenzata soprattutto dai prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,6% a +4,4%; +3,4% su marzo), in particolare quelli del trasporto aereo passeggeri (-6,6% a +15,4%; +30,7% su marzo) e, in misura più contenuta, del trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (da +8,8% a +15,3%; +6,5% su marzo).
In rialzo in modo moderato anche i prezzi del trasporto passeggeri su rotaia (da +0,7% a +1,7%; +0,3% su marzo) e della manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto privati (da +2,6% a +3,0%; +0,6% su marzo).
Sono invece rallentati i prezzi delle assicurazioni sui mezzi di trasporto (da +6,1% a +5,6%; +0,3% su marzo).
Tassi BCE, countdown a riunione giugno. Ottavo taglio by Lagarde in arrivo?
Tornando alle previsioni sui tagli dei tassi che la BCE potrebbe essere disposta a concedere ancora al mercato, i mercati per ora scommettono su una nuova riduzione da parte della banca centrale guidata dalla presidente Christine Lagarde, sempre di 25 punti base, nella prossima e imminente riunione di giugno con una probabilità pari al 90%, suggerendo poi soltanto un’altra sforbiciata entro la fine dell’anno 2025, che porterebbe così il tasso finale all’1,75%.
Di uguale avviso sono gli economisti di Goldman Sachs, che hanno rivisto al rialzo l’outlook sul tasso terminale proprio all’1,75%.
View più hawkish sui tassi BCE? Il banchiere ammette, si sta parlando della fine dei tagli
A confermare la view più hawkish, o sicuramente meno dovish, sui tassi della BCE per la fine dell’anno sono state le dichiarazioni appena rilasciate dall’esponente del Consiglio direttivo dell’istituzione Martins Kazaks che, intervistato dalla CNBC, ha ricordato che la banca centrale ha ridotto i tassi in modo veloce nel corso dell’ultimo anno, rendendo contestualmente noto che ora il dibattito è su quando mettere la parola fine alla fase di tagli, visto che le stime sono di una inflazione, nell’area euro, ormai nei pressi del target del 2%. “Ci troviamo, e anche in grande misura, all’interno dello scenario di base”, ha fatto notare Kazaks, aggiungendo che “nel caso in cui questo scenario di base dovesse essere confermato, allora potrei dire che siamo relativamente già vicini al tasso terminale ”.
Dunque? Dunque, “ altri due tagli dei tassi potrebbero essere possibili, ma la cosa importante a cui guardare è rappresentata dalle trattative commerciali e dalla questione del commercio. Poi, ovviamente, agiremo”, ha aggiunto il banchiere, riferendosi all’impatto sul PIL e sull’inflazione dell’area euro dei dazi di Trump.
L’esponente tedesca del Comitato esecutivo della BCE Isabel Schnabel, dal canto suo, si è già mostrata favorevole a una situazione di tassi stabili.
Dovish invece le parole dell’esponente francese Francois Villeroy de Galhau, che si è mostrato aperto alla possibilità di un taglio che arrivi entro l’estate.
Certo, le indicazioni che sono arrivate dall’Italia segnalano che l’inflazione, in diverse sue componenti, e sebbene rivista al ribasso rispetto ai numeri preliminari, non sta seguendo un percorso del tutto lineare, visto la fiammata che ha interessato alcuni prezzi.
Lagarde valuterà dunque anche queste ultime informazioni per decidere fino a che punto soddisfare le continue richieste dei mercati di più tagli, a fronte dell’incertezza che porta il nome dei dazi di Trump.
Per ora, l’impressione è che la BCE abbia tutta l’intenzione di continuare a snobbare il grido di allarme che arriva da chi sottolinea la gravità della situazione, agitando anche il pericolo rappresentato da eventuali minacce deflazionistiche. Che, tuttavia, a guardare il dato relativo all’inflazione dell’Italia, per ora vengono smentite, dando ragione piuttosto a chi aveva parlato di una “stangata di Pasqua”.
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