L’inflazione USA fa il balzo più alto dal 1990 e impatta sui mercati

Violetta Silvestri

10/11/2021

10/11/2021 - 15:46

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I dati sull’inflazione USA hanno superato le attese, con un aumento del 6,2% annuale, il più forte dal 1990. I timori sui prezzi in corsa stanno impattando su mercati e dollaro. Che succede?

L’inflazione USA fa il balzo più alto dal 1990 e impatta sui mercati

I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati più del previsto a ottobre, con il costo della benzina e del cibo a guidare l’impennata.

L’inflazione ha registrato il più forte balzo annuale dal 1990, mostrando ulteriori segnali che i prezzi potrebbero rimanere ancora alti anche nel prossimo anno, pressati soprattutto dallo stress globale delle catene di approvvigionamento.

Dopo il balzo inflazionistico record negli USA, il dollaro ha accelerato la sua avanzata, con l’indice del biglietto verde a 94,222 e la coppia EUR/USD sulla soglia degli 1,1561.

Prezzi USA al top di 30 anni: i dettagli

L’inflazione statunitense su un’ampia fascia di beni che i consumatori acquistano ogni giorno è stata persino peggiore del previsto a ottobre, raggiungendo il punto più alto in più di 30 anni, secondo quanto riferito mercoledì dal Dipartimento del Lavoro.

L’indice dei prezzi al consumo, un paniere di prodotti che vanno dalla benzina e l’assistenza sanitaria a generi alimentari e affitti, è aumentato del 6,2% rispetto a un anno fa. Questo rispetto alla stima del 5,9% di Dow Jones.

Su base mensile, l’IPC è cresciuto dello 0,9% contro la stima dello 0,6%.

L’inflazione si sta riscaldando di nuovo mentre la resistenza economica dell’ondata estiva del Covid, guidata dalla variante Delta, si sta indebolendo e persistono le strozzature nell’offerta. Trilioni di dollari in aiuti contro la pandemia dai Governi di tutto il mondo hanno alimentato la domanda di beni, lasciando le catene di approvvigionamento sovraccariche.

I dati di ottobre degli USA, molto attesi dai mercati, hanno mostrato prezzo dell’olio combustibile a +12,3% nel mese, parte di un aumento del 59,1% nell’ultimo anno. L’energia complessivamente costa di più del 4,8% a ottobre e del 30% per il periodo di 12 mesi.

Anche i prezzi dei veicoli usati hanno dato un grande contributo, con un balzo del 2,5% su base mensile e del 26,4% su base annua.

Il cibo ha mostrato un notevole rimbalzo, rispettivamente dello 0,9% e del 5,3%. All’interno della categoria alimentare, carne, pollame, pesce e uova sono aumentati complessivamente dell′1,7% su base mensile e dell′11,9% anno su anno.

La reazione dei marcati: dollaro corre, futures giù

Le azioni statunitensi sono diminuite dopo che la lettura dei prezzi al consumo di ottobre è balzata al ritmo annuale più caldo degli ultimi tre decenni.

Il Dow Jones Industrial Average ha perso circa 40 punti, o lo 0,1%. L’S&P 500 è sceso dello 0,3% e il Nasdaq Composite è sceso dello 0,8%.

L’EUR/USD viene scambiato sotto 1,1600, con un rimbalzo del dollaro USA insieme ai rendimenti del Tesoro. La propensione al rischio rimane nervosa tra le crescenti preoccupazioni per l’inflazione e il settore immobiliare cinese indebitato.

Il dollaro ha accelerato la sua avanzata poiché le letture dell’IPC hanno rianimato la speculazione che la Federal Reserve statunitense dovrà inasprire ulteriormente la sua politica monetaria, sostenuta anche dal miglioramento del settore dell’occupazione.

L’oro è balzato ai massimi da giugno.

Il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni è aumentato di otto punti base a quasi lo 0,50%, mentre quello a 10 anni ha guadagnato quasi quattro punti e quello a 30 anni è rimasto invariato.

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