Mosca studia una moratoria sui fallimenti e nuovi incentivi fiscali per salvare le grandi imprese metallurgiche travolte da debiti e crollo della domanda interna.
La Russia vuole salvare il settore metallurgico, soprattutto la sua punta di diamante, dalla bancarotta con una moratoria. È questa una delle misure che il governo di Mosca sta valutando per evitare il collasso di un comparto strategico ma oggi in forte difficoltà.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Kommersant, i ministeri dell’Economia e dell’Industria stanno analizzando la possibilità di sospendere temporaneamente le procedure fallimentari per le grandi aziende siderurgiche, molte delle quali versano in condizioni finanziarie critiche.
Il caso più eclatante è quello di Mechel, colosso della metallurgia con un debito che supera i 250 miliardi di rubli e perdite in forte aumento. La situazione non è migliore per molte altre famose società russe.
Il governo intende intervenire non solo per preservare migliaia di posti di lavoro, ma anche per evitare ripercussioni negative sull’intera economia nazionale e sulle regioni dove queste aziende operano.
Tuttavia, restano i dubbi degli esperti: la moratoria e gli altri incentivi proposti potrebbero sostenere il settore nell’immediato, ma quali sono i rischi? Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Russia, Mechel e settore metallurgico in crisi: ecco perché
La crisi che sta colpendo la metallurgia russa è la combinazione di diversi fattori. In primo luogo, si registra un forte calo della domanda interna di acciaio, stimato intorno al 14-15% nella prima metà del 2025. Le cause sono riconducibili al rallentamento dell’economia russa, legato sia al peso delle sanzioni occidentali, sia alle scelte di politica economica orientate in misura crescente verso la produzione bellica.
In un contesto in cui la spesa pubblica si concentra sugli armamenti, i settori civili, come le costruzioni e le infrastrutture, principali utilizzatori di acciaio, hanno subito una brusca frenata.
A questo si aggiunge l’elevato indebitamento delle imprese metallurgiche. Mechel, per esempio, ha accumulato oltre 250 miliardi di rubli di debiti e un rapporto debito netto/EBITDA di 8,8 volte, un livello considerato critico dagli analisti. Le perdite registrate nella prima metà del 2025, 40,5 miliardi di rubli, rappresentano il dato peggiore dal 2015. Anche PMH non se la passa meglio: con un debito quasi raddoppiato a 76 miliardi di rubli, la società ha registrato perdite cinque volte superiori all’anno precedente.
In un contesto così fragile, il peso degli interessi bancari risulta schiacciante e riduce ulteriormente la capacità delle aziende di generare profitti.
Ecco come la Russia vuole salvare la Mechel e i rischi
Di fronte a questo scenario, il Cremlino sta mettendo a punto una serie di misure straordinarie. La più discussa è la moratoria sui fallimenti, che sospenderebbe temporaneamente le procedure di insolvenza per le imprese metallurgiche considerate sistemiche. L’obiettivo è guadagnare tempo, permettendo a giganti come Mechel e PMH di ristrutturare il debito e di affrontare un mercato ancora debole senza il rischio di un crack immediato.
Ma la moratoria non è l’unico strumento sul tavolo. Il governo sta valutando l’introduzione di nuovi incentivi fiscali e dazi mirati: un aumento al 5% delle tariffe sull’export di rottami ferrosi, con un minimo di 25 euro per tonnellata; l’abolizione, dal 2026, dell’accisa sull’acciaio liquido destinato alla produzione elettrometallurgica; e l’esenzione dalla stessa accisa per le nuove capacità produttive frutto di investimenti superiori a 50 miliardi di rubli.
Tuttavia, diversi esperti mettono in guardia: se da un lato questi strumenti possono impedire il collasso immediato delle grandi aziende, dall’altro rischiano di alterare i meccanismi di mercato. Un intervento troppo generoso dello Stato potrebbe infatti disincentivare le imprese a gestire in modo oculato risorse e investimenti, creando un clima di dipendenza dai sussidi pubblici.
La sfida per il Cremlino sarà dunque quella di trovare un equilibrio tra il sostegno alle imprese e il mantenimento di regole di mercato che garantiscano, nel lungo periodo, una maggiore efficienza e sostenibilità del settore.
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