In questo Paese europeo stanno per tornare i tassi negativi?

Laura Naka Antonelli

25 Settembre 2025 - 13:27

L’annuncio sui tassi appena arrivato. Per ora la banca centrale conferma lo status quo, ma la minaccia è grande, a causa dell’effetto dei dazi di Trump.

In questo Paese europeo stanno per tornare i tassi negativi?

Siamo pronti a tagliare i tassi di interesse al di sotto dello zero, in caso di necessità”. A dirlo nella giornata di oggi, giovedì 25 settembre 2025, è stato il governatore della Banca centrale svizzera, Swiss National Bank SNB, Martin Schlegel, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi, rimarcando così la possibilità che nel Paese possa ritornare l’era dei tassi negativi.

Come da attese, l’istituzione ha confermato lo status quo, ovvero i tassi allo zero, dopo la grande mossa annunciata alla metà di giugno, quando ha deciso di azzerate il costo del denaro svizzero, motivando la decisione con la minaccia della deflazione dovuta all’apprezzamento del franco svizzero.

Svizzera sotto pressione con super franco e deflazione, la SNB non esclude ritorno a tassi negativi

Genesi del super franco, la politica commerciale lanciata dall’amministrazione americana di Donald Trump incentrata sui dazi, che ha scatenato una profonda crisi del dollaro USA, portando gli investitori attivi nel mercato del forex a rifugiarsi sia nel franco svizzero, considerato un safe haven asset, ovvero una valuta rifugio, che nell’euro.

Il pericolo di una economia preda della deflazione e dei tassi negativi è stato ribadito oggi dal governatore della Swiss National Bank Martin Schlegel, che si è detto per l’appunto pronto a sforbiciare ulteriormente il costo del denaro elvetico: “ Taglieremmo i tassi di interesse, se l’inflazione scendesse al di sotto del livello considerato di stabilità dei prezzi, nel medio periodo”, ha sottolineato, aggiungendo che, “nel frattempo, potremmo assistere all’arrivo di dati relativi a una inflazione negativa nel breve termine ”.

Ciò che comunque è importante, ha insistito Schlegel, è “il modo in cui si manifesterà il trend dell’inflazione nel medio termine ”.

In ogni caso, “non forniamo nessuna forward guidance”, in quanto “decideremo di trimestre in trimestre”, in un contesto in cui non è escluso un intervento da parte della Banca centrale svizzera sul mercato del forex: “Non ci saranno limiti nell’intervenire sui mercati dei cambi”, ha assicurato il banchiere centrale, sottolineando che “ agiremo quando riterremo che sarà corretto farlo ”.

“Outlook economia Svizzera deteriorato a causa dei dazi USA”

La domanda continua nel frattempo a circolare incessantemente nelle sale operative: in Svizzera torneranno i tassi negativi? Un interrogativo che farà rabbrividire sicuramente le banche del Paese, visto l’effetto ribassista che i tassi negativi esercitano sui margini di interesse degli istituti di credito, come è accaduto in passato, nella stessa area euro.

Dal comunicato con cui la SNB ha annunciato il verdetto di oggi sui tassi, emergono alcuni fattori di rilievo, oltre alla determinazione dell’istituzione ad avere un ruolo attivo nel mercato dei cambi, se necessario.

  • Le pressioni inflazionistiche sono rimaste praticamente invariate rispetto al trimestre precedente.
  • La politica monetaria aiuta a garantire che l’inflazione rimanga in un range coerente con la stabilità dei prezzi.
  • L’outlook sull’economia della Svizzera si è deteriorato a causa dei dazi USA significativamente più elevati.
  • Continueremo a monitorare la situazione e ad apportare aggiustamenti alla politica monetaria se necessario, al fine di assicurare la stabilità dei prezzi.

Le previsioni sul PIL e sull’inflazione in Svizzera. Il downgrade

La Banca centrale svizzera ha anche aggiornato le proprie previsioni sul PIL e sull’inflazione del Paese:

  • Per il 2025 prevede una crescita del PIL compresa tra l’1% e l’1,5% (come in precedenza).
  • Per il 2026 stima un PIL in rialzo dell’1% circa (in precedenza aveva previsto una espansione compresa tra l’1% e l’1,5%). C’è stato dunque un downgrade.
  • Per il 2025, le stime sull’inflazione CPI sono state lasciate invariate allo 0,2%.
  • Per il 2026, il CPI è atteso allo 0,5%, come previsto in precedenza.
  • L’inflazione è attesa accelerare ulteriormente il passo, salendo dello 0,7% nel 2027 (come da stime precedenti).

Nel comunicato diramato dalla SNB, si legge che “la crescita economica in Svizzera è stata debole nel secondo trimestre ”.

Di fatto, “dopo un forte aumento registrato nel primo trimestre, il PIL è cresciuto solo dello 0,5%. Nella prima metà dell’anno le principali fluttuazioni sono state dovute principalmente all’industria farmaceutica, con il valore aggiunto che è cresciuto in modo significativo nel primo trimestre in quanto le consegne verso gli Stati Uniti sono state anticipate ( a causa dei dazi)”.

Successivamente, “nel secondo trimestre si è manifestato un movimento diametralmente opposto, mentre i settori dei servizi hanno sostenuto l’economia”. Inoltre, “la disoccupazione è ulteriormente aumentata negli ultimi mesi”.

La Banca centrale ha così messo in evidenza che “in Svizzera, le prospettive economiche si sono deteriorate a causa dei dazi statunitensi significativamente più elevati”, aggiungendo che queste tariffe probabilmente “freneranno soprattutto le esportazioni e gli investimenti” e che a essere “particolarmente colpite sono le aziende attive nei settori della meccanica e dell’orologeria ”.

Limitato, invece, l’impatto su altri settori, come quello dei servizi”, con “molti indicatori economici che continuano pertanto a segnalare una situazione stabile e una crescita moderata ”.

L’istituzione ha concluso il comunicato confermando che le previsioni sulla crescita del PIL nel 2025 sono state confermate tra l’1% e l’1,5% mentre, per il 2026, le stime sono di una espansione di poco inferiore a +1%.

Swiss National Bank, in Svizzera “probabilmente il tasso di disoccupazione continuerà a salire”

Nota negativa, che potrebbe avallare il ritorno dei tassi negativi, il fatto che la SNB abbia scritto che, “in questo contesto, probabilmente il tasso di disoccupazione continuerà a salire ” e che “le prospettive economiche per la Svizzera rimangono incerte”.

I principali rischi identificati sono la politica commerciale degli Stati Uniti e il trend dell’economia mondiale.

Chris Turner, responsabile globale della divisione dei mercati di ING, ha commentato il nulla di fatto di oggi sui tassi della Swiss National Bank non nascondendo una certa perplessità. Sebbene l’inflazione svizzera abbia recuperato infatti terreno rispetto al -0,1% di maggio, “ le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono deboli e vicine alla fascia più bassa del target della SNB, compreso tra lo zero e il 2%”.

Individuato il fattore che più pesa sull’inflazione elvetica, ovvero “i beni importati, che incidono sul paniere dei consumi per il 23%, e i cui prezzi sono scesi dell’1,3% su base annua, principalmente a causa dei prezzi energetici inferiori (-8,3%) e al franco svizzero ”.

I prezzi dei beni domestici, ha riportato ancora Turner, sono saliti invece dello 0,6% su base annua, mostrando un lieve recupero.

ING, per ora la banca centrale ha preferito evitare il ritorno ai tassi negativi. Durerà?

L’esperto di ING ha rimarcato come, a dispetto della revisione al ribasso delle stime sul PIL del 2026, la Swiss National Bank abbia preferito evitare di tornare ai tassi negativi, motivo per cui l’outlook della divisione di ricerca della banca olandese non considera per ora la possibilità di ulteriori tagli dei tassi.

Tuttavia, “la porta a un ulteriore allentamento monetario rimane socchiusa” e “un deterioramento delle previsioni economiche più forte delle attese potrebbe riportare velocemente sul tavolo la questione dei tagli ”. Dunque, dei tassi negativi.

D’altronde, ha scritto Turner, a nostro avviso “esiste il rischio che l’inflazione si confermi inferiore alle previsioni della SNB nei prossimi mesi”.

Basti pensare che, “nel mese di agosto, sia i prezzi dei beni importati sia quelli dei beni domestici sono diminuiti dello 0,1% su base mensile, e anche i prezzi dei servizi sono scesi”. E, “con i prezzi globali dell’energia ancora bassi e la crescita svizzera che si sta indebolendo, l’inflazione annua potrebbe avvicinarsi allo 0% o persino tornare nuovamente in territorio negativo ”. Una sforbiciata che siglasse il ritorno dei tassi negativi potrebbe diventare così per la Swiss National Bank una strada obbligata.

E occhio: sebbene il rallentamento dell’inflazione e le spinte deflattive non siano significative come in Svizzera, impossibile non pensare a quanto potrebbe accadere anche nell’area euro, che assiste anch’essa all’apprezzamento della valuta a causa della crisi del dollaro e che è oggetto anch’essa di timori di una possibile accelerazione delle pressioni disinflazionistiche. Anche l’Eurozona rimane così sotto osservazione per la possibilità che i tassi di interesse accusino una discesa più forte delle attese.

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