Imposta di soggiorno maggiorata anche nel 2026, ecco le novità sulla tassa

Patrizia Del Pidio

17 Ottobre 2025 - 08:57

Il decreto Anticipi prevede la proroga dell’aumento della tassa di soggiorno anche per il 2026, in quale città i turisti pagano di più?

Imposta di soggiorno maggiorata anche nel 2026, ecco le novità sulla tassa

Il Decreto Anticipi proroga anche per il 2026 l’aumento dell’imposta di soggiorno dei Comuni. Gli aumenti, previsti dalla Legge di Bilancio 2023 per il 2024 e prorogati anche nel 2025, rimarranno anche nel 2026 se il provvedimento concluderà il suo iter parlamentare.

Attualmente la normativa prevede che i Comuni capoluoghi possono aumentare l’imposta di soggiorno fino a 2 euro a persona raggiungendo un massimo di 7 euro a notte per ogni ospite della struttura ricettiva.

Oltre a questa misura viene prorogato anche il provvedimento del 2025 per il Giubileo in occasione dei Giochi Olimpici invernali Milano Cortina 2026. In questo caso i Comuni che ospitano i giochi invernali possono aumentare la tassa di soggiorno fino a 5 euro a notte per ogni ospite.

Con i due provvedimento attivi, ad esempio:

  • il Comune di Milano che prevede l’imposta di soggiorno di 7 euro, con l’aumento di 5 euro può arrivare fino a 12 euro;
  • il Comune di Venezia che prevede l’imposta di soggiorno di 10 euro, con l’aumento di 5 euro può arrivare fino a 15 euro;
  • il Comune di Roma che prevede l’imposta di soggiorno di 10 euro massimi, con l’aumento di 2 euro (visto che non ospita i giochi olimpici invernali) può arrivare fino a 12 euro.

Quali sono le città che incassano di più con l’imposta di soggiorno? Dopo l’annuncio che l’imposta sarà ritoccata e resa progressiva, la curiosità sul gettito che porta è molta. Quanto entra alle città dove è applicata come gettito? Qual è la città che guadagna di più sui turisti?

Cos’è l’imposta di soggiorno?

Attualmente, in ogni caso, l’imposta di soggiorno si applica a tutti coloro che pernottano in una struttura ricettiva (con l’esclusione di alcune categorie, come ad esempio, coloro che hanno la residenza nello stesso Comune della struttura stessa).

Al momento non tutti i Comuni italiani possono applicarla. L’imposta di soggiorno, infatti, è prevista solo:

  • nei capoluoghi di provincia;
  • nelle città d’arte;
  • nei Comuni turistici.

A decidere gli importi e le esenzioni dell’imposta di soggiorno, inoltre, non è una norma nazionale (che fissa solo l’importo massimo), ma il Comune interessato che la applica in base alle esigenze del territorio. L’imposta, anche se riscossa dal gestore dell’attività ricettiva, è riversata, poi, al Comune.

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto che i Comuni con presenze turistiche molto massicce (di numero 20 volte superiori a quello dei residenti) possano innalzare l’imposta di soggiorno fino a 7 euro e di aumentarla, in occasione del Giubileo 2025, di cinque euro.

La classifica delle città che incassano di più dall’imposta di soggiorno

Nel 2024 l’imposta di soggiorno è stata applicata da 1.389 Comuni (l’anno precedente erano oltre 100 in meno, 1.259). Il gettito complessivo che ha portato l’imposta si avvicina al miliardo di euro. Va sottolineato che gli incassi, per il 2025, sono destinati ad aumentare da un lato per l’abbondanza dei turisti circolanti, dall’altra anche per la possibilità offerta ai Comuni che hanno massicci flussi turistici di elevare il balzello.

I dubbi degli enti e le associazioni

Massimo Ferruzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno, ha commentato che

Il 2025 sarà un nuovo anno record per quanto riguarda gli incassi dell’imposta di soggiorno che raggiungeranno ben 1 miliardo 186 milioni di euro, segnando un incremento significativo rispetto all’anno scorso, pari al +15,8%. Dalle prime rilevazioni e stime riferite al 2026, gli incassi relativi all’imposta di soggiorno, tra incrementi di tariffe, modifiche al regolamento con ampliamento dei periodi di applicazione dell’imposta e altre amministrazioni che la introdurranno, potrebbero toccare quota 1 miliardo 300 milioni.

L’Anci sostiene che la tassa di soggiorno non può diventare un bancomat e l’aumento deve essere considerato come una soluzione tampone.

Sulla proposta che l’aumento dell’imposta possa essere del 30% Assoturismo Confesercenti commenta:

Un provvedimento assurdo in un Paese in cui la domanda interna ristagna, il livello di tassazione resta tra i più elevati d’Europa e il turismo chiuderà la stagione in positivo principalmente grazie alle presenze estere. Anche una misura inattesa, visto che erano in corso discussioni sul tema con le parti sociali

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