Il rebus inflazione prosegue con i dati della Germania

Violetta Silvestri

29/06/2023

Dove sta andando davvero l’inflazione in Europa? La risposta è difficile e con gli ultimi dati in arrivo dalla Germania l’unica certezza è l’instabilità dei prezzi in Eurozona. Cosa farà la Bce?

Il rebus inflazione prosegue con i dati della Germania

In una giornata emerge tutta l’incertezza sull’andamento dell’inflazione in Eurozona.

I prezzi al consumo hanno mostrato una nuova accelerazione in Germania e, mentre sono rallentati in Spagna, a testimonianza di progressi irregolari che mantengono la Banca centrale europea concentrata su un ulteriore inasprimento monetario.

I dati evidenziano come le tendenze dei prezzi nella regione euro continuino a variare notevolmente mentre si avvicina il primo anniversario dell’inizio del ciclo dei tassi di interesse della Bce. I funzionari sono impegnati in ulteriori azioni, con un’altra mossa quasi promessa per luglio e la prospettiva di un aumento a settembre è attualmente in discussione.

I politici presteranno la massima attenzione all’inflazione della zona euro prevista per venerdì, che probabilmente mostrerà un aumento nella misura sottostante. La prova di una pressione duratura sull’indice core, che elimina elementi volatili come l’energia, può incoraggiare un ulteriore inasprimento.

L’inflazione in Eurozona si palesa sempre di più come un rebus.

Germania: i prezzi salgono, è caos inflazione

In confronto con lo scorso anno, quando il governo di Berlino ha offerto ai cittadini biglietti ferroviari ultra economici, i prezzi al consumo sono aumentati, con un +6,8% a giugno. In Spagna, nel frattempo, l’inflazione si è notevolmente indebolita al di sotto dell’obiettivo del 2% fissato dai politici.

“Finora i lavoratori hanno perso terreno rispetto allo shock inflazionistico, assistendo a forti diminuzioni dei salari reali, che stanno innescando un processo di recupero salariale sostenuto”, ha dichiarato martedì Christine Lagarde. “Questo sta spingendo verso l’alto altre misure dell’inflazione sottostante che catturano più pressioni sui prezzi interni”.

È proprio in Germania, motore dell’economia europea, che queste dinamiche rischiano maggiormente di attecchire. Mentre l’inflazione è aumentata a causa del biglietto ferroviario mensile tornato a salire senza il bonus, le pressioni sottostanti persistono. La crescita dei prezzi a giugno è stata supportata da una ripresa dei costi dei servizi, affermano gli statistici.

Bloomberg Economics ha osservato prima del rilascio che giugno potrebbe rivelarsi il picco per il resto del 2023.

“È probabile che le pressioni di fondo sui prezzi rimangano molto elevate per il momento”, ha affermato lunedì la Bundesbank in un rapporto. “Ciò comporta il rischio che coloro che fissano salari e prezzi si orientino sempre più verso tassi di inflazione più elevati. Il calo dell’inflazione potrebbe quindi essere più lento di quanto previsto in precedenza”.

Le sue previsioni suggeriscono una prospettiva ostinata per i prezzi rispetto al resto della regione. Le proiezioni della Bce di questo mese hanno mostrato un rallentamento dell’inflazione a una media del 2,2% nel 2025, ma la stima della Bundesbank per la Germania è del 2,7%.

Mentre l’accelerazione dei dati di giugno contrasta drammaticamente con la Spagna, dove la crescita annua dei prezzi è ora dell’1,6%, sta rallentando anche altrove. Mercoledì gli statistici italiani hanno rivelato un forte calo del tasso di inflazione, anche se al 6,7%, è ancora ben al di sopra dell’obiettivo della Bce. Il risultato della Francia, previsto per venerdì, dovrebbe rallentare sotto il 6%.

Il rebus dei prezzi è evidente in Eurozona. Il comune denominatore, però, è quello di un target del 2% nell’indice core ancora lontano e di inasprimenti in arrivo.

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# Bce

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