Pechino ha lanciato un ambizioso piano educativo per rafforzare l’istruzione entro il 2035, puntando su qualità, equità (e centralità del gaokao)
Lo scorso gennaio la Cina ha pubblicato un documento per lo più ignorato dalla maggior parte dell’opinione pubblica globale. Il contenuto era inerente alla scuola, o meglio al mondo dell’istruzione, un tema che torna prepotentemente in auge adesso che in Italia - e non solo - stanno per ripartire programmi scolastici di ogni livello e grado.
Il paper in questione coincideva con il primo piano d’azione nazionale proposto da Pechino per costruire una «nazione con un’istruzione forte» entro il 2035, qualità che secondo il Partito Comunista Cinese (Pcc) migliorerà l’efficienza dell’innovazione, e quindi dell’economia, della tecnologia e dell’intero apparato militare.
Il piano presentato dal Comitato Centrale del Pcc e dal Consiglio di Stato mira a istituire un «sistema educativo avanzato» con accessibilità e qualità «tra le migliori al mondo». «Entro il 2035 sarà costruita una potenza educativa», ha scritto l’agenzia di stampa Xinhua, aggiungendo che la Cina valuterà la possibilità di ampliare gradualmente la portata dell’istruzione gratuita, aumentare le iscrizioni universitarie «di alta qualità», espandere l’istruzione post-laurea e aumentare la percentuale di studenti di dottorato. [...]
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