Il personaggio più amato dai millennials è tornato. Ora Diddl fa impazzire anche la gen Z

P. F.

9 Novembre 2025 - 14:20

Diddl torna sul mercato. Il celebre pupazzo degli anni ’90 e Duemila si rinnova con un rebranding moderno, pronto a riconquistare Millennials e Generazione Z.

Il personaggio più amato dai millennials è tornato. Ora Diddl fa impazzire anche la gen Z

A venticinque anni dal suo debutto, Diddl torna a far parlare di sé. Il topo dalle orecchie giganti e dalle zampette sproporzionate che ha invaso le cartolerie negli anni Novanta e Duemila riappare sugli scaffali europei con una nuova collezione all’insegna della nostalgia.

Nati dalla matita dell’artista tedesco Thomas Goletz nel 1990, i personaggi del mondo di Diddl sono stati un vero e proprio fenomeno di costume. Oltre a Diddle e Diddlina, ci sono anche l’orsacchiotto Pimboli, il corvo Ackaturbo, la coniglietta Mimihopps, il poledrino Galupy, il montone Wollywell, la pecorella Vanillivi, i tre fratelli ranocchi Friedl, Fratt e Fritt, il topo scenziato Professor Bubblepeng, il serpentello Merksmir, la gattina Milimits e la tartaruga Tiplitaps.

Oggi, il loro ritorno risponde al desiderio di ritrovare certezze e ricordi nella Generazione Y (i cosiddetti “Millennials”), coloro che sono cresciuti tra l’esplosione di Internet e la fine dell’era analogica. Ma non solo. L’immaginario fantastico di Diddl promette di conquistare anche il cuore delle nuove generazioni.

Il ritorno di Diddl, icona degli anni Novanta e Duemila

Il rilancio ufficiale del brand, ribattezzato “Diddl is Back”, è partito tra Francia, Belgio e Germania registrando risultati ben oltre le aspettative. In alcuni punti vendita, i prodotti sono andati esauriti nel giro di pochi giorni.

Tuttavia, l’operazione non è un semplice remake, ma un rebranding calibrato. La linea comprende oltre 60 articoli, dai blocchetti profumati ai peluche, reinterpretati con materiali sostenibili e un design che mantiene la dolcezza genuina dell’originale, ma con un’identità visiva più pulita e contemporanea.

Il marchio, oggi gestito dalla società tedesca Kontiki GmbH, punta a un doppio pubblico: la fascia dei trenta-quarantenni, che ha vissuto il primo successo del brand, e l’utenza più giovane della generazione Z, attratta dal fascino vintage dell’estetica “Y2K”, un trend che si ispira alle mode dei primi anni Duemila. Il suo ritorno rientra nella logica dei “comeback”, che negli ultimi anni hanno rilanciato marchi cult dell’infanzia come Barbie, Polly Pocket e Tamagotchi.

Il marketing della nostalgia

Dietro il successo di articoli “vintage” come Diddl si nasconde una strategia precisa: far leva sui ricordi. È il cosiddetto marketing della nostalgia, con cui i brand riportano in auge oggetti e stili del passato per risvegliare emozioni familiari e creare un legame affettivo con chi li acquista. Per questo, i Millennials oggi rappresentano un target ad alto potere d’acquisto, incline a investire in simboli che ricordano la loro infanzia.

Ma a sposare pienamente questa tendenza è anche la Generazione Z (nata tra il 1997 e il 2010). Dai rullini fotografici ai look vintage ispirati agli anni del Novecento, fino alla moda Y2K, simbolo dei primi anni 2000 e della loro estetica digitale, tutto ciò che è “vecchio” torna a essere nuovo. I social hanno contribuito in modo significativo a questo trend: su TikTok e Instagram sono di grande tendenza i video “haul”, dove gli utenti mostrano i loro ultimi acquisti, invogliando i più curiosi a ricomprarli a loro volta.

Il successo economico e il possibile ritorno in Italia

I dati di vendita, soprattutto in Francia e in Svizzera, confermano la forza del marchio. L’effetto nostalgia ha scatenato un aumento sensibile della domanda, al punto che alcuni distributori l’hanno paragonato a un vero e proprio “effetto Pokémon”, riferito al successo dello brand giapponese cult che continua a dominare il mercato dei videogiochi, delle carte da collezione, del merchandising e dei giochi per mobile come Pokémon GO e GCC Pokémon Pocket. Basti pensare che, solo nel 2024, ha generato circa 12 miliardi di dollari di fatturato al dettaglio, posizionandosi al settimo posto tra i brand più forti a livello globale.

Secondo alcune indiscrezioni, l’interesse dei rivenditori locali è in crescita e potrebbe estendersi all’Italia entro il 2026. Sarebbe strano il contrario. Negli anni 2000, infatti, il Bel paese è stato uno dei principali mercati per la linea Diddl e detiene un fandom affezionato che, ancora oggi, continua ad acquistare i prodotti del brand su piattaforme di seconda mano come Vinted e eBay.

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