Il giornale La Stampa è in vendita, Repubblica in bilico. Chi saranno i nuovi proprietari?

Giorgia Paccione

10 Ottobre 2025 - 11:12

Il gruppo Gedi accelera lo smantellamento: in corsa per La Stampa il polo del Nord Est guidato da Enrico Marchi. Intanto si avvicina la cessione di Repubblica alla famiglia greca Kyriakou.

Il giornale La Stampa è in vendita, Repubblica in bilico. Chi saranno i nuovi proprietari?

L’ex colosso editoriale della famiglia Agnelli-Elkann si avvia verso la fine di un’epoca. Dopo la dismissione delle testate locali e del settimanale L’Espresso, anche La Stampa di Torino entra ufficialmente nel processo di vendita.

Il quotidiano, da sempre considerato la “gemma” del gruppo Gedi, non sarà più parte integrante dell’impero mediatico che per decenni ha rappresentato uno dei pilastri dell’informazione italiana. Ecco a chi sarà ceduto.

Chi comprerà La Stampa?

Il dossier relativo alla cessione del giornale diretto da Andrea Malaguti sembra essere già sul tavolo di alcuni potenziali acquirenti. In prima fila ci sarebbe Nem (NordEst Multimedia), il polo editoriale che fa capo a Enrico Marchi, presidente di Banca Finint e di Save, già protagonista nel 2023 dell’acquisizione di numerose testate locali del gruppo Gedi, tra cui Corriere delle Alpi, Mattino di Padova, Messaggero Veneto, Nuova di Venezia e Mestre, Piccolo di Trieste e Tribuna di Treviso.

Da Gedi, controllato da Exor, non arrivano conferme ufficiali, ma la presenza di un dossier formale lascia pochi dubbi sulla volontà della holding di avviare una dismissione completa del comparto editoriale.

Il valore contabile delle attività editoriali del gruppo, secondo l’ultimo bilancio aggiornato a giugno, si aggira sui 118 milioni di euro. Sul mercato, però, le cifre effettive sarebbero più basse: per La Stampa la valutazione si collocherebbe intorno ai 50 milioni, in calo rispetto alle prime richieste.

Ipotesi di cessione anche per Repubblica e le radio

La vendita de La Stampa non sarebbe un episodio isolato, ma parte di una strategia più ampia che coinvolge anche la Repubblica e le emittenti radiofoniche del gruppo, da Radio Deejay a Radio Capital. Secondo fonti vicine alla trattativa, Exor sarebbe infatti in una fase avanzata di negoziazione con la famiglia Kyriakou, armatori greci già proprietari del network televisivo ellenico Antenna.

L’operazione, non ancora formalmente annunciata, sarebbe frenata soltanto da dettagli economici e possibili ritocchi al prezzo di cessione. Conclusi questi passaggi, la famiglia Agnelli-Elkann potrebbe dunque ritirarsi del tutto dal settore dei media, mantenendo al massimo quote di minoranza simboliche.

NordEst Multimedia pronta al salto nazionale

NordEst Multimedia, che ha chiuso il 2024 in sostanziale pareggio, punta ora a trasformarsi da gruppo regionale del Nord Est a operatore nazionale. L’acquisizione de La Stampa rappresenterebbe per Nem un salto dimensionale decisivo, con l’ingresso in un quotidiano di grande tradizione e visibilità.

Tra i progetti di sviluppo del gruppo, anche l’ingresso in Telefriuli, emittente partecipata dal gruppo Danieli, già socio di riferimento di Nem. Il modello editoriale punta a un’integrazione tra carta, digitale, radio e TV locali.

Tuttavia, La Stampa arriva alla trattativa con un organico ridotto sotto i 170 redattori e una ventina di prepensionamenti in arrivo, tutti elementi che rendono necessario un ripensamento profondo del modello redazionale e industriale per mantenere il ruolo del giornale nel panorama informativo italiano.

La fine di un’era per gli Agnelli-Elkann

La cessione delle due testate avviene in un momento critico per l’intero comparto dell’editoria italiana. A luglio 2025, La Stampa contava 60.300 copie pagate, in flessione dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre la Repubblica si fermava a 98.400, con una perdita del 10,7%.

La possibile uscita di Exor dall’editoria segna la chiusura di un capitolo iniziato quasi un secolo fa. La Stampa fu infatti per lungo tempo il giornale di riferimento dell’Avvocato Gianni Agnelli, che ne fece un simbolo della Torino industriale e del potere moderato.

Oggi, con le dismissioni in corso, la famiglia si prepara a concentrare le proprie risorse su altri fronti. Se le trattative andranno in porto, l’Italia perderà uno degli ultimi grandi gruppi editoriali a controllo familiare, e il mercato dell’informazione entrerà in una nuova fase dominata da realtà regionali e operatori internazionali. Un passaggio storico che, al di là dei numeri, segna la fine di un’idea di editoria “di famiglia” che ha accompagnato per decenni la storia del Paese.

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