Il calo del dollaro e l’aumento dell’hedging da parte degli investitori esteri potrebbero innescare una spirale ribassista, con gravi implicazioni per i mercati globali e gli asset USA.
Il recente andamento anomalo del dollaro statunitense, che ha perso terreno in parallelo al calo dei mercati azionari, ha sollevato preoccupazioni tra i grandi investitori globali. Da sempre considerata valuta rifugio, la moneta americana sta mostrando segnali di vulnerabilità, mettendo in discussione una delle dinamiche chiave dei mercati finanziari: la sua funzione anticiclica.
Secondo quanto riportato da Reuters Breakingviews, questo cambiamento sta inducendo fondi pensione, assicurazioni e gestori di patrimoni a rivedere le proprie strategie di copertura valutaria. Fino ad oggi, molti attori – come il fondo pensione canadese CPPIB o il gigante giapponese GPIF – hanno mantenuto esposizioni ingenti in asset statunitensi con livelli minimi di hedging. Il motivo? La storica tendenza del dollaro a rafforzarsi nei momenti di crisi, offrendo così una protezione naturale.
Ma lo scenario sta cambiando. Due eventi recenti hanno minato la fiducia degli investitori nella solidità del dollaro. Primo, l’annuncio di dazi commerciali da parte dell’ex Presidente Donald Trump ha fatto crollare i mercati e, sorprendentemente, anche il dollaro. Secondo, l’intento esplicito della politica economica americana di indebolire la valuta per rilanciare le esportazioni ha instillato timori duraturi tra gli operatori di mercato. [...]
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