I segnali nascosti nei mercati del petrolio

Redazione Money Premium

24/08/2025

La domanda di petrolio in rapida crescita in Asia, la ridefinizione dei fornitori tra Cina e Brasile e le incognite di Kazakhstan mettono alla prova l’equilibrio di OPEC+.

I segnali nascosti nei mercati del petrolio

Negli ultimi mesi il mercato del petrolio ha mostrato un’apparente stabilità, ma dietro questa calma si celano mutamenti profondi che potrebbero ridefinire gli equilibri globali nei prossimi anni. La dinamica tra domanda, offerta e prezzi è molto più complessa di quanto suggeriscano i movimenti quotidiani delle quotazioni, e comprendere ciò che accade richiede uno sguardo oltre i dati di superficie.

Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda la domanda in Asia, che continua a crescere a un ritmo superiore rispetto alle stime prudenti di agenzie come OPEC e IEA. Nel primo semestre del 2025 le importazioni complessive di greggio da parte dei Paesi asiatici hanno raggiunto 27,25 milioni di barili al giorno, segnando un incremento di 510.000 barili rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa tendenza è destinata a proseguire, alimentata dal ruolo trainante dell’India, dove i consumi di petrolio potrebbero aumentare di un milione di barili al giorno tra il 2024 e il 2030, spinti dall’espansione industriale, dalla crescita della classe media e da ambiziosi programmi infrastrutturali. Parallelamente, economie emergenti del Sud-Est Asiatico come Vietnam, Filippine e Indonesia, pur avendo mercati più piccoli, stanno registrando aumenti consistenti nei consumi. Se considerate insieme, queste economie potrebbero far crescere la domanda di 1,3 milioni di barili al giorno entro il 2030 rispetto ai livelli del 2024, consolidando il ruolo dell’Asia come centro gravitazionale del commercio mondiale di greggio.

In questo scenario, la Cina sta operando una profonda ristrutturazione delle proprie relazioni di approvvigionamento, spostando il proprio baricentro energetico verso il Brasile e allontanandosi dagli Stati Uniti. Nel secondo trimestre del 2025, le spedizioni brasiliane verso la Cina sono aumentate del 60% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 93,6 milioni di barili. Oggi Pechino assorbe il 40% delle esportazioni complessive di greggio brasiliano, grazie soprattutto al potenziamento produttivo di Petrobras e all’ottimizzazione delle sue infrastrutture logistiche. Questa nuova alleanza energetica si inserisce in un contesto geopolitico segnato dall’espansione dei legami tra i Paesi BRICS e dalla progressiva riduzione, fino all’azzeramento nel giugno 2025, delle importazioni cinesi di greggio, LNG e carbone dagli Stati Uniti. Nel frattempo, le relazioni energetiche tra Washington e Brasilia si sono deteriorate, con la minaccia da parte statunitense di introdurre dazi fino al 50% sul greggio brasiliano, rafforzando ulteriormente il pivot del Brasile verso l’Asia. [...]

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