Tra il 2025 e il 2029 le imprese italiane avranno bisogno di oltre 2,3 milioni di lavoratori, con forte richiesta di laureati STEM e diplomati tecnici. Green e digitale tra le skill più richieste.
Laureati in discipline tecnico-scientifiche e tecnici specializzati: sono questi i profili che le imprese italiane cercheranno nei prossimi anni.
Il dato arriva dal report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2025-2029)” di Unioncamere, secondo cui la domanda di lavoratori è stimata tra 3,3 e 3,7 milioni (inclusi i rimpiazzi per turnover), con una crescita netta dell’occupazione possibile tra +237 mila e +679 mila unità a seconda dello scenario macroeconomico.
Circa 4 posti su 10 richiederanno una formazione terziaria, mentre la restante parte sarà coperta da diplomati dell’istruzione tecnica e professionale e, solo in minima parte, da diplomati liceali.
Quali profili serviranno davvero (e perché mancano)
Secondo i dati prodotti dal Sistema Informativo Excelsior, tra il 2025 e il 2029 le aziende avranno bisogno di 2,3-2,6 milioni di profili con lauree scientifico-tecnologiche, diplomi tecnici e qualifiche professionali. Nel dettaglio, le ricerche si concentreranno su ingegneri, informatici, economisti/statistici, matematici e fisici; sul fronte tecnico crescerà la domanda di diplomati ITS Academy, periti meccanici e tecnici della logistica.
Ogni anno si stima un fabbisogno medio di 247-268 mila persone con titolo terziario, 185-216 mila diplomati di scuola secondaria e 125-146 mila qualificati dell’istruzione e formazione professionale (IeFP).
Il nodo però è il mismatch tra domanda e offerta. Per le lauree STEM potrebbe mancare ogni anno un bacino tra 9 mila e 18 mila persone, con carenze più forti in ambito ingegneristico e nelle scienze matematiche, fisiche e informatiche. Anche gli indirizzi economico-statistici mostrano un gap di 12-17 mila l’anno, così come l’area medico-sanitaria (7-8 mila). Sul versante dei diplomi tecnici quinquennali le carenze stimate oscillano tra 6 mila e 32 mila giovani l’anno, soprattutto in meccanica-meccatronica-energia, AFM (amministrazione, finanza e marketing), costruzioni-ambiente-territorio e trasporti-logistica. Nel canale IeFP il disallineamento è più marcato: a fronte di una domanda annua di 125-146 mila qualificati, l’offerta si fermerebbe attorno a 70 mila.
I settori e i territori che assumono di più
Guardando alle filiere produttive, il rapporto Excelsior indica che la maggiore domanda si concentrerà in commercio e turismo con 574-702 mila posizioni nel quinquennio (circa il 18% del totale). In scia si collocano altri servizi pubblici e privati (512-544 mila), salute (417-443 mila), formazione e cultura (373-421 mila) e finanza e consulenza (362-420 mila), trainata dai servizi avanzati.
La geografia del lavoro vede Sud e Isole e Nord-Ovest come aree con la quota maggiore di fabbisogni (rispettivamente circa 30% e 28%). A livello regionale, Lombardia guida con 592-683 mila ingressi (oltre 18% del totale), seguita da Lazio (327-369 mila), Veneto (280-321 mila), Campania (280-314 mila), Emilia-Romagna (275-313 mila) e Sicilia (221-246 mila).
Queste dinamiche sono coerenti con la struttura del nostro tessuto produttivo, dove i servizi “tradizionali” (ospitalità, commercio) convivono con comparti a maggiore intensità di conoscenza (finanza, consulenza, sanità, istruzione). In tutti i casi, però, il valore aggiunto passa sempre più da competenze tecniche aggiornate e dalla capacità di lavorare in contesti digitalizzati.
Green e digitale: le skill trasversali più richieste
Gli ingressi previsti nei prossimi anni, infatti, necessiteranno soprattutto di competenze digitali e green, con livelli di intensità diversi che interessano il 22% delle professioni operaie non qualificate, il 56% dei profili impiegatizi e dei servizi e l’86% delle professioni specializzate e tecniche. Per chi entra o rientra nel mercato del lavoro, significa che alfabetizzazione digitale, uso dei dati, strumenti collaborativi e cloud e pratiche di sostenibilità (efficienza energetica, economia circolare) diventano requisiti di base, non più “nice to have”.
Le stime Excelsior indicano che la formazione terziaria coprirà dal 37% al 39% dei fabbisogni del quinquennio, a conferma che lauree e diplomi post-diploma orientati alle tecnologie sono premianti sul mercato. La combinazione di domanda elevata e offerta insufficiente rende particolarmente strategici soprattutto i percorsi ITS Academy e, più in generale, l’istruzione tecnico-professionale.
Per studenti e giovani è quindi cruciale valutare con attenzione gli indirizzi STEM e i diplomi tecnici con sbocchi in questi settori, in cui la probabilità di assunzione è più alta proprio per la carenza strutturale di candidati.
Di seguito è possibile scaricare il report completo.
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