Sam Altman ha scritto un post di accusa contro Tesla. Il CEO di OpenAI chiede all’azienda di Elon Musk il rimborso della caparra di $50.000 versata per l’acquisto di una Roadster mai arrivata.
                                    
                                    
                                    
                                     
                                    
                                    
                                     
                                        
                                    
                                     
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    La faida tra Elon Musk e Sam Altman sembra tutt’altro che conclusa. Stanno facendo il giro del web le dichiarazioni del CEO e cofondatore di OpenAI che, proprio su X (piattaforma di proprietà di Musk), ha chiesto la restituzione della caparra da 50.000 dollari versata per l’acquisto della Tesla Roadster, l’attesa supercar sportiva annunciata dal tycoon sudafricano nel 2017 che, tuttavia, non ha ancora debuttato nel mercato automobilistico.
E pensare che, solo dieci anni fa, Musk e Altman fondavano insieme proprio OpenAI con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale “sicura e benefica per l’umanità”. Adesso, invece, bisticciano per il risarcimento “irrisorio” - considerato il gigantesco patrimonio di entrambi - di 50.000 dollari. Ecco cosa è successo.
Sam Altman chiede a Tesla un rimborso di 50.000 dollari
Questa volta, il pomo della discordia è stato lanciato da Sam Altman, che ha pubblicato su X tre screenshot accompagnati dalla frase “Una storia in tre atti”. Il primo screenshot contiene un’email risalente a luglio 2018 che conferma un pagamento di 45.000 dollari per riservare un modello di Roadster di nuova generazione. Nel secondo, c’è la richiesta di rimborso per 50.000 dollari, inoltrata dopo 7 anni e mezzo di attesa. Nel terzo, il rimbalzo automatico della mail indirizzata all’account Tesla per le prenotazioni, contenente l’errore “address not found” (indirizzo inesistente).
A tale in three acts: pic.twitter.com/ClRZBgT24g
— Sam Altman (@sama) October 30, 2025
La replica piccata di Musk è arrivata dopo due giorni, proprio sotto lo stesso post di Altman: “hai rubato una no-profit”, ha affermato, in riferimento alla trasformazione di OpenAI da organizzazione no-profit alla successiva struttura ibrida con un’entità for-profit controllata dalla fondazione. Poi, il CEO di Tesla ha difeso la sua società dichiarando che Altman ha ricevuto il rimborso “entro 24 ore” e che il racconto dell’imprenditore è quindi falso.
In mancanza di documenti pubblici sul bonifico di ritorno, non è chiaro chi abbia realmente ragione e chi torto tra le due parti. Il contesto, tuttavia, non aiuta Tesla. Il modello Roadster, annunciato come “l’auto di produzione più veloce di sempre”, sarebbe dovuto arrivare ai consumatori nel 2020 ma, cinque anni dopo, non si hanno ancora notizie sull’effettivo lancio sul mercato della supercar.
Inoltre, Altman non è stato l’unico a lamentarsi di aver rilevato problemi con le richieste di rimborso. Nonostante la cifra richiesta dal CEO di OpenAI non sia di vitale importanza per il suo conto in banca, questa vicenda si inserisce nel contesto di una faida che dura ormai da anni.
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                Le ragioni del conflitto tra Sam Altman e Elon Musk
Dopo aver fondato OpenAI, le diverse visioni di Musk e Altman sul futuro della tecnologia si sono presto scontrate. Il primo temeva che l’AI potesse sfuggire al controllo umano e voleva mantenere OpenAI come un’organizzazione no-profit e trasparente, mentre Altman riteneva necessario aprire all’investimento privato per competere con colossi come Google e sostenere gli imponenti costi di ricerca.
Nel 2018 Musk lascia l’azienda ufficialmente per evitare conflitti d’interesse con i progetti di intelligenza artificiale sviluppati in Tesla, che successivamente sfoceranno nella creazione dell’AI Grok. Secondo fonti vicine alla questione, tuttavia, la decisione sarebbe stata preceduta da uno scontro per il controllo della società: Musk avrebbe voluto guidare OpenAI in prima persona, ma il consiglio - con Altman in testa - ha rifiutato.
Un anno dopo, Altman ha promosso la trasformazione di OpenAI in una “capped-profit company”, una struttura ibrida che consente di attrarre investimenti mantenendo un limite ai guadagni. La mossa, necessaria per siglare la partnership con Microsoft, è stata vista da Musk come un tradimento dello spirito originario del progetto. Da allora, il fondatore di Tesla non si è risparmiato in critiche e attacchi nei confronti della sua “ex” società, mentre Altman, che ha sempre mantenuto toni più misurati, non ha rinunciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In un’intervista, ad esempio, ha definito Musk “una grande fonte d’ispirazione, e anche un po’ un dolore al collo”.
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