Guerra Israele-Palestina, la strategia Netanyahu: ecco cosa accadrà a Gaza

Luna Luciano

17 Dicembre 2023 - 13:36

condividi

Cosa accadrà alla fine della guerra e genocidio in Palestina? Svelata la strategia dopo la guerra con Hamas del premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Guerra Israele-Palestina, la strategia Netanyahu: ecco cosa accadrà a Gaza

Mentre è in atto un genocidio in Palestina - denunciato dagli stessi tecnici delle Nazioni Unite - il premier israeliano Benjamin Netanyahu pensa a quale strategia attuare al termine della guerra con Hamas.

I bombardamenti e l’aggressione israeliana si fanno sempre più aspre in tutto il territorio della Striscia. A testimoniarlo sono i numeri, 104 soldati israeliani sono stati uccisi dall’inizio dell’operazione di terra, mentre il numero delle vittime palestinesi continua a salite vertiginosamente: nella Striscia ormai si contano oltre 18.787 vittime, di cui 7.729 sono bambini.

Sono questi i numeri impietosi di un conflitto in cui la disparità e diseguaglianza nelle forze armate è più che evidente, portando gli stessi tecnici dell’Onu a denunciare un vero e proprio genocidio in atto a Gaza. Ma non c’è solo Gaza: nel nord di Israele continua sempre più intenso lo scontro con gli Hezbollah. E nella risposta israeliana agli otto razzi libanesi è stato ucciso il sindaco della cittadina di Tayybe, nel sud del Libano.

Siamo di fronte a un conflitto di cui difficilmente si intravede la fine. Infatti, come ha ricordato il politologo Lucio Caracciolo, fondatore della rivista geopolitica Limes, siamo di fronte a un’asimmetria politica, economica e militare tra Israele e palestinesi ben evidente e quindi la fine della guerra potrà essere stabilita solo ed esclusivamente da Israele.

Ma dopo cosa accadrà? Il premier ha convocato un team ristretto con uomini dello Stato ebraico e del Mossad e ha fissato colloqui con Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Quali sono i suoi piani per Gaza e i palestinesi? Tentiamo di far luce sulla strategia israeliana, capendo quale ruolo giocano gli altri Paesi. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Guerra Palestina, la strategia di Netanyahu: il ruolo di Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi

Come si sta preparando al “dopoguerra” - se di guerra possiamo parlare - Benjamin Netanyahu?

Nei giorni scorsi il premier israeliano ha indicato un team ristretto per elaborare una strategia, delle cui direttrici principali viene informata passo dopo passo l’amministrazione di Joe Biden.

Alla guida del gruppo di Netanyahu si trova il consigliere della Sicurezza nazionale israeliana Tzachi Hanegbi, suo stretto alleato. Insieme a lui, il ministro degli Affari strategici Ron Dermer ed esponenti dell’esercito, dello Shin Bet e del Mossad, oltre all’attuale inviato negli Usa, Mike Herzog. Il premier ha ben presente che dopo tale violenza, dovrà sforzarsi nel mantenere illesi i rapporti con le altre potenze mondiali e per farlo si affiderà ancora una volta al suo partner strategico numero uno: gli Stati Uniti.

E mentre il presidente statunitense ha già parlato con re Abdullah di Giordania degli ultimi sviluppi del conflitto, gli stessi Stati Uniti hanno posto il veto durante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 9 dicembre alla risoluzione su Gaza che chiedeva un immediato cessate il fuoco umanitario. Ancora, stando alle parole attribuite al consigliere Hanegbi, ci sarebbe “una forte probabilità” che il day after preveda una cooperazione con Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. E così mentre il vertice israeliano discute di cosa accadrà a Gaza alla fine della guerra, ci si deve interrogare su quale sia il ruolo giocato dagli altri Paesi.

Quello di Washington è chiaro. Oltre ad essere un partner strategico ed economico essenziale, gli Stati Uniti sono il salva condotta per Israele in ambito occidentale, mentre Arabia Saudita ed Emirati Arabi lo sono per il Medio Oriente, riprendendo quella normalizzazione dei rapporti con Israele ottenuta con gli accordi di Abramo.

Questa è la prova evidente di come ancora una volta si ignori “l’elefante nella stanza”: ancora una volta al tavolo non è prevista alcuna delega palestinese per negoziare il proprio futuro. E persino i più fidati alleati del palestinese, l’Arabia Saudita, sembrano essere intenzionati a non curarsene. Ma questo è un capitolo che non ancora è stato aperto.

Guerra Israele-Palestina, la strategia Netanyahu: ecco cosa ne sarà di Gaza

Di fronte all’inasprirsi dei bombardamenti e dell’esodo palestinese, è più che naturale domandarsi: cosa ne sarà di Gaza e dei palestinesi?

Su questo il governo guidato da Benjamin Netanyahu, malgrado le pressioni americane ed europee, ha le idee ben chiare. Il premier ha più volte ribadito che Gaza non sarà governata dall’Anp (l’Autorità nazionale palestinese) di Abu Mazen.

Non è previsto alcun governo della Striscia di Gaza una volta finita la guerra e “sradicato Hamas”. E le parole del premier israeliano non lasciano spazio ad altri possibili scenari: “Dobbiamo dire la verità e non coltivare illusioni. Dopo l’eliminazione di Hamas, la Striscia sarà smilitarizzata e sarà sotto il controllo della sicurezza israeliana”.

Gaza sarà quindi di nuovo occupata militarmente dall’IDF. Eppure, il piano di Netanyahu non sembra fermarsi qui, stando alle sue parole:

Nonostante il dolore, nonostante la pressione internazionale, andiamo avanti fino alla fine, niente ci fermerà. Non cederemo nello sforzo militare e politico per restituire i nostri ostaggi. La pressione militare è necessaria sia per il ritorno degli ostaggi che per la vittoria.

Il quesito di Caracciolo non può non tornare alla mente: quando Israele deciderà di fermarsi? Una domanda lasciata aperta e senza risposta, benché le azioni di Israele lascino intravedere un funesto progetto: una seconda Nakba.

E a pensarlo è stato anche il ministro degli Esteri della Giordania Ayman Safadi il quale nel quadro del vertice a Doha in Qatar, ha sostenuto che è evidente uno sforzo sistematico di Israele di svuotare Gaza della sua gente. E se Israele ha smentito tale accuse non può che sembrare questo il progetto, soprattutto dopo aver bombardato il Sud della Striscia, area ritenuta sicura e verso la quale ha spinto la popolazione.

Tuttavia, se Gaza sarà militarmente occupata dovremmo porci tutt’altra domanda: Esisterà ancora una Gaza dopo questo conflitto, esisterà ancora questa terra abitata dai palestinesi?

Argomenti

# Hamas

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO