Booking.com è molto apprezzata per pianificare le vacanze, ma ben poco dagli albergatori. Migliaia di hotel stanno chiedendo un risarcimento alla piattaforma per possibili pratiche scorrette.
Gli hotel europei chiedono un risarcimento a Booking.com per le clausole contrattuali che hanno limitato la concorrenza, impedendo l’applicazione di tariffe inferiori a quelle mostrate dalla piattaforma. Dopo che la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato illegittimi i vincoli sulla parità tariffaria ha infatti preso piede una class action che coinvolge migliaia di strutture alberghiere in tutta l’Europa. Una mobilitazione collettiva per rivendicare la libertà tariffaria e recuperare, almeno parzialmente, i danni subiti in questi anni.
L’esito della vicenda è così destinato a scuotere profondamente il settore turistico europeo, definendo il ruolo delle piattaforme di intermediazione e la tutela delle parti coinvolte. La conclusione di questa class action potrebbe infatti ripercuotersi su altri intermediari, diffondendosi anche a piattaforme che non si occupano di servizi ricettivi e che adottano politiche simili. Ecco tutto quello che c’è da sapere e come aderire.
Gli hotel chiedono un risarcimento a Booking.com
Booking è una delle piattaforme più usate per la prenotazione dei soggiorni in albergo. Consente di confrontare le offerte e i servizi messi a disposizione dalle strutture alberghiere in base alle proprie esigenze e scegliere le opzioni più convenienti. Per riuscire in questa impresa, gli hotel presenti sulla piattaforma non possono pubblicare sui propri canali personali tariffe inferiori. In altre parole, sono vietati prezzi più bassi rispetto a quelli comunicati da Booking, perché altrimenti gli utenti sarebbero meno avvantaggiati dall’uso della piattaforma.
Sono legittime, invece, tariffe pari o superiori, in base a quanto previsto dalla generalità dei contratti sottoscritti tra Booking e le strutture. Queste clausole possono danneggiare significativamente gli albergatori, limitati nei cambiamenti dei prezzi quando necessario, nelle offerte e soprattutto penalizzati dalle commissioni. Queste ultime, infatti, richiederebbero un prezzo leggermente più elevato per la prenotazione attraverso Booking e non il contrario. Certo, gli intermediari offrono visibilità agli hotel, ma c’è anche da dire che i clienti sfruttano il servizio soprattutto per la praticità di confronto.
In ogni caso, questo meccanismo non è favorevole alle strutture, che stanno partecipando a una class action pretendendo il rimborso della perdita di utili subita. La base su cui si poggia il ricorso è la sentenza del 19 settembre 2024 della Corte di giustizia Ue, secondo cui le clausole di “parity rate” non sono legittime perché lesive della concorrenza e contrarie alla normativa antitrust. Ad oggi, più di 10.000 hotel in tutta Europa hanno aderito, tanto che sono stati prorogati i termini per partecipare. Il ricorso è sostenuto dalla confederazione europea dell’ospitalità (Hotrec) e da oltre 30 associazioni per i consumatori e le imprese italiane, nonché dalle associazioni nazionali di 26 Paesi in totale:
- Austria;
- Belgio;
- Croazia;
- Cipro;
- Repubblica Ceca;
- Danimarca;
- Estonia;
- Finlandia;
- Germania;
- Grecia;
- Ungheria;
- Islanda;
- Irlanda;
- Italia;
- Lettonia;
- Liechtenstein;
- Lituania;
- Lussemburgo;
- Paesi Bassi;
- Norvegia;
- Polonia;
- Portogallo;
- Romania;
- Slovacchia;
- Slovenia;
- Svizzera.
Come funziona la class action contro Booking
La class action europea contro Booking serve a chiedere il rimborso delle commissioni pagate dagli hotel tra il 2004 e il 2024, oltre agli interessi. Le associazioni delle imprese alberghiere ritengono infatti che le commissioni siano state aumentate in maniera spropositata e illegittima con le clausole di parità tariffaria, limitando peraltro la flessibilità e la personalizzazione dei prezzi. Il ricorso, che secondo le stime potrebbe consentire di recuperare il 30% di queste somme, è completamente gratuito poiché finanziato da un fondo specializzato (cui sarà destinata una quota del risarcimento in caso di successo).
I termini originali per partecipare scadevano a luglio, ma ora la scadenza è stata posticipata al 29 agosto 2025. Chi ha usufruito dei servizi della piattaforma, indipendentemente da dimensioni e fatturato, può partecipare con un reclamo individuale attraverso la pagina web apposita. Servirà registrarsi, indicare i dati del proprio albergo e allegare le fatture di Booking. I tempi per il giudizio sono comunque incerti e potrebbero richiedere degli anni, sempre che le associazioni europee non trovino soddisfacenti accordi stragiudiziali con la piattaforma.
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