In Germania torna a scoppiare la bomba bilancio, con i conti che non tornano e mettono in crisi la già debole coalizione: cos succede a Berlino e quali sono i rischi per la nazione?
Come se non bastassero i poco lusinghieri dati economici, ora la Germania è ripiombata nella crisi politica. E il motivo, di nuovo, è il Bilancio.
Non c’è pace per la crisi finanziaria della potenza europea, ormai relegata al ruolo di “malata o problema d’Europa”. I numeri della ripresa sono ancora deludenti, sebbene alcuni spiragli di ottimismo iniziano a intravedersi.
Per esempio, la produzione industriale tedesca è aumentata a giugno, offrendo una buona notizia dopo l’inaspettata contrazione registrata nell’ultimo trimestre. La lettura segue una crescita degli ordini alle fabbriche maggiore del previsto a giugno, nonostante altri dati pubblicati di recente abbiano deluso: il prodotto interno lordo, il sentiment delle imprese e un indicatore della produzione del settore privato hanno tutti registrato cali inaspettati.
In questa cornice di incertezza, il quadro politico si va complicando. Sembrava, almeno per un breve periodo, che la coalizione tripartita tedesca fosse riuscita a evitare la crisi dovuto alle divisioni sul bilancio che da tempo affliggono il Governo del cancelliere Olaf Scholz.
Ma ora il ministro delle Finanze Christian Lindner ha sollevato dubbi su quello che era stato presentato come un compromesso chiave all’inizio di luglio su una bozza di bilancio per il 2025. A rischio 5 miliardi di euro, ecco perché.
Germania, nuova crisi sul bilancio. Cosa succede?
Scoppia un nuovo “giallo” sul bilancio in Germania. E la coalizione di Scholz torna a tremare.
Dopo settimane di discussioni, i principali rappresentanti della coalizione (i socialdemocratici di centro-sinistra (SPD), i Verdi ambientalisti e i neoliberisti Liberi Democratici (FDP) erano riusciti a concordare una bozza per il bilancio 2025 all’inizio di luglio.
Tuttavia, la scorsa settimana, il ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) ha annunciato che alcuni punti dell’accordo avrebbero dovuto essere rinegoziati. Gli esperti del suo ministero hanno concluso che potrebbero essere incostituzionali. Secondo Lindner, ciò costerebbe 5 miliardi di euro alla bozza di bilancio.
I tecnici economici e legali hanno trovato difetti nel piano di riallocazione di denaro da un fondo istituito nel 2022 per mitigare l’impatto della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina sul prezzo del gas naturale in Germania. Di quel fondo, noto come freno al prezzo del gas, 4,9 miliardi di euro non sono stati spesi, quindi l’idea era di utilizzare tale importo per aumentare il bilancio complessivo.
Da ricordare che una manovra simile, sebbene su scala molto più ampia, aveva già messo il governo in gravi difficoltà. Nel novembre 2023, la Corte costituzionale federale ha stabilito che non era consentito riassegnare circa 60 miliardi di euro da un fondo istituito per mitigare le ricadute della pandemia di COVID-19 e utilizzarli invece per sovvenzionare la transizione verso un’economia verde.
Dopo questa storica sentenza della Corte, il governo si è impegnato costantemente per colmare i buchi nel suo bilancio.
Ora Lindner vuole vederci chiaro per non ricadere nella trappola del 2023, rafforzando così il suo pungo di ferro per la disciplina dei conti pubblici. La sua strategia consiste nel sostenere il “freno al debito” sancito dalla Legge fondamentale, la Costituzione tedesca.
I malumori, però, non sono soltanto di natura economica. I politici degli altri due partiti della coalizione tedesca (i Verdi di sinistra e la SPD) si sono infatti indignati perché Lindner si è rivolto ai media per discutere di questo problema con il bilancio, anziché gestire la questione internamente. L’accusa è di aver messo i suoi partner della coalizione in difficoltà e in ridicolo solo per illustrare le proprie credenziali politiche di “falco fiscale”.
Il clima è tesissimo a Berlino. 5 miliardi di euro rischiano di dover essere cancellati dalla bozza di bilancio, l’economia traballa ancora e la coalizione politica è sempre meno unita. I guai della Germania continuano, alimentando l’incertezza su quella che era la potenza indiscussa d’Europa.
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