“I genitori gay vanno riconosciuti da tutti i Paesi”, cosa significa la proposta avanzata dall’Unione europea

Ilena D’Errico

7 Dicembre 2022 - 23:20

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La proposta avanzata dall’Unione europea punta al riconoscimento dei genitori gay in tutti paesi, uniformando i diritti nazionali per una maggiore tutela dei minori.

“I genitori gay vanno riconosciuti da tutti i Paesi”, cosa significa la proposta avanzata dall’Unione europea

La proposta avanzata dall’Unione europea è chiara e non lascia spazio a interpretazione: i genitori gay vanno riconosciuti da tutti i Paesi. Questo è il principio cardine del nuovo regolamento proposto oggi dalla Commissione europea, il cui obiettivo è di armonizzare le leggi sulla genitorialità in tutta l’Unione europea.

Ad oggi, infatti, sono molto pesanti le differenti normative presenti negli stati membri.

Il riconoscimento dei genitori gay

La finalità è eliminare le procedure speciali e consentire alle famiglie monogenitoriali di essere riconosciute in tutti gli stati automaticamente. Al centro di questa proposta vi è senza dubbio la tutela dei diritti dei bambini, posta come interesse superiore.

Le nuove norme progettate mirano quindi al riconoscimento genitoriale per i genitori omosessuali, così da semplificare la procedura soprattutto per chi si trova in una situazione transfrontaliera fra diversi Stati europei. Il riconoscimento della genitorialità è di fondamentale importanza e deve essere perciò omologato fra i vari diritti nazionali.

Si tratta di un’innovazione molto importante, perché da questo dipendono numerosi aspetti legali che hanno un’incredibile incidenza nella vita pratica dei bambini, come:

  • La successione e l’eredità.
  • Il mantenimento.
  • L’affidamento.
  • La rappresentanza legale a scuola e in ospedale, ad esempio.

È proprio nel riflesso su questi ambiti che si può facilmente rintracciare la necessità di tutelare i minori. Molto spesso, infatti, negli Stati in cui le famiglie monogenitoriali non sono riconosciute la legge presenta gravi mancanze e da ciò dipendono gravi pregiudizi sulla vita dei bambini. Questi ultimi, ad esempio, non hanno diritto al mantenimento da parte del genitore non riconosciuto.

Un altra situazione problematica molto frequente si presenta in caso di morte del genitore biologico: l’eredità è soltanto un fattore secondario per il bambino che non può rimanere con il genitore di fatto, solo perché non è riconosciuto dalla legge. Queste evidenti lacune di alcuni ordinamenti europei, in cui la legge non si è ancora adeguata alla vita effettiva, sono ancora più pesanti se si considera che la situazione è completamente diversa fra gli Stati.

La proposta della Commissione europea è comunque molto più vasta e mira a includere la tutela dei bambini non solo appartenenti a famiglie omosessuali ma proprio a prescindere dal tipo di famiglia, dal modo in cui il bambino è nato o è stato concepito.

Per questo motivo il nuovo regolamento andrebbe a includere tutti i bambini, con particolare riferimento a quelli con genitori omosessuali oppure che sono stati adottati. Così, la proposta include l’introduzione di un certificato europeo di genitorialità.

Verso un certificato europeo di genitorialità

Il certificato europeo di genitorialità è un documento a modello unico, uguale per tutte le famiglie, che così come spiegato dal nome serve a certificare la genitorialità. In particolare l’idea presentata dalla Commissione, è d’introdurre questo attestato che le autorità sarebbero obbligate a emanare, se richiesto, e ad accettare. Questo tipo di modello, completamente innovativo, riuscirebbe a semplificare notevolmente l’iter burocratico e comunque non intaccherebbe la validità dei documenti tradizionali, come il certificato di nascita che è equivalente a livello nazionale.

Sull’argomento si è espressa con enorme entusiasmo la presidente Ursula von der Leyen, che ha commentato la proposta con un caloroso tweet. Le parole della von der Leyen si sono riferite soprattutto ai frontalieri, a cui ha detto che chi è genitore in un paese deve esserlo anche in un altro. Con poche righe ha saputo quindi esplicitare con chiarezza il sentimento retrostante la proposta europea.

Oltre al risvolto morale, bisogna poi necessariamente considerare anche l’effetto pratico di questa misura, ossia in una maggiore chiarezza e velocità del diritto e della giurisprudenza. Molto spesso, infatti, i giudici si trovano ad affrontare questo tipo di questioni con molta complessità, alla ricerca di un principio mancante di fatto nelle leggi, che deve essere bilanciato con gli interessi delle parti. Il nuovo regolamento, invece, permetterebbe di migliorare notevolmente la situazione senza passare per lunghe procedure.

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