Quando il genitore è responsabile per il comportamento dei figli?

Simone Micocci

14 Agosto 2017 - 11:37

Chi paga quando il figlio commette un illecito? Ecco quando vale la responsabilità oggettiva dei genitori.

Quando il genitore è responsabile per il comportamento dei figli?

Il genitore è direttamente responsabile per gli illeciti commessi dai propri figli: lo stabilisce la legge e in più di un’occasione lo ha ribadito la giurisprudenza. È il principio della responsabilità oggettiva che punisce la persona responsabile di chi ha commesso direttamente l’illecito.

È il caso ad esempio dei proprietari degli animali, i quali sono responsabili dei danni cagionati dallo stesso (articolo 2052 del Codice Civile) a meno che non provino che si sia trattato di un caso fortuito.

Il principio della responsabilità oggettiva vale anche per genitori e insegnanti, come stabilito dall’articolo 2048 del Codice Civile. Questo recita:

“Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all’affiliante. I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza. Le persone indicate nei commi precedenti sono liberate dalla responsabilità solo se provano di non aver potuto impedire il fatto”.

Questo articolo si può ricondurre a diverse fattispecie ed è utile per fare chiarezza su quando il genitore è responsabile dei danni causati dal figlio. Prima di vedere quali sono le responsabilità di un genitore, partiamo con l’esaminare gli obblighi e doveri.

Obblighi dei genitori verso i figli

Fondamento degli obblighi dei genitori verso i figli sono l’articolo 147 del Codice Civile e l’articolo 30 della Costituzione. Questi stabiliscono che il genitore ha i seguenti obblighi nei confronti dei figli:

  • mantenere;
  • educare;
  • istruire.

Questi obblighi devono essere espletati tenendo conto delle loro “capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni”.

Il genitore quindi ha l’obbligo di “educare” il proprio figlio; ma cosa significa realmente? L’obiettivo è quello di rendere il figlio una persona educata, in grado di rispettare gli altri. Il genitore quindi deve insegnargli il rispetto nei confronti degli altri, facendo di tutto per evitare che questi mettano in atto dei comportamenti pericolosi e dannosi verso le altre persone.

C’è poi il “dovere di vigilanza” dei genitori; questo deve essere nei massimi durante la fase dell’infanzia e dell’adolescenza, quando la personalità del proprio figlio è ancora facilmente influenzabile dall’esterno. La vigilanza può venire meno al raggiungimento della maggiore età, a meno che non sussistano delle condizioni che richiedono la persistenza del controllo.

Quando il genitore è responsabile per quanto fatto dai figli?

Se il figlio commette un illecito civile o penale - ad esempio causando un danno ad un’altra persona - il genitore è direttamente responsabile, poiché paga per non averlo educato nel rispetto dei parametri previsti dalla normativa.

Di conseguenza, il genitore non è responsabile quando dimostra di aver fatto di tutto per impedire il fatto. Nel dettaglio, i genitori devono provare materialmente di avergli impartito una buona educazione.

Quindi non solo si è responsabili per non aver sorvegliato il proprio figlio, ma anche per non avergli impartito la giusta educazione.

Questo significa che è il genitore a pagare anche nel caso in cui il proprio figlio picchia un compagno di classe: in tal caso la scuola è responsabile per la mancanza di sorveglianza, madre e padre per la scarsa educazione impartita.

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Cosa significa che “a risponderne saranno i genitori”?

La legge - ma anche diverse sentenze della giurisprudenza - stabilisce che sono i genitori a pagare le conseguenze (a seconda della gravità del fatto in essere) per l’illecito provocato dal figlio. Naturalmente più è grave l’illecito commesso e più lo saranno le conseguenze, dal momento che in tal caso la mancanza di educazione è più evidente.

Le fattispecie in cui un genitore è responsabile quindi possono essere di diversa gravità: si pensi ad esempio al semplice caso in cui il proprio figlio ha picchiato un compagno di classe a quello in cui invece ha commesso un omicidio.

Inevitabilmente le conseguenze sono diverse, ma in entrambi i casi oltre a chi ha commesso il fatto saranno puniti i soggetti - come i genitori e gli insegnanti - che ne erano direttamente responsabili.

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# Legge

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