Gas, scontro tra UE e Russia: prezzi sempre più in alto

Mauro Speranza

6 Ottobre 2021 - 10:40

I prezzi del gas continuano a correre e peggiorano i rapporti tra Unione europea e Russia con il gasdotto Nord Stream 2 al centro di tensioni sempre maggiori.

Gas, scontro tra UE e Russia: prezzi sempre più in alto

Continua la corsa del gas naturale, ormai a livelli record. Il contratto spot sul mercato olandese TTF, tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale, ha raggiunto questa mattina 130 euro per megawatt/ora (MWH), un livello mai raggiunto in precedenza.

Il gas viene scambiato sui mercati per l’equivalente di circa duecento dollari al barile di petrolio, grazie a questa crescita, e nelle prossime settimane si avrà un impatto significativo sulle bollette.

In questa situazione peggiorano le relazioni tra Unione europea e Russia a causa delle dispute sul gasdotto Nord Stream 2, al centro di uno scontro internazionale.

Lo scontro sul gas tra Russia e Unione europea

Nel vecchio continente continuano a scarseggiare le scorte di gas, mentre si avvicina un inverno che potrebbe essere più freddo del previsto, e la Russia sta riducendo le sue forniture per incrementare i propri stoccaggi.

Le scelte russe sono state al centro delle parole della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha sottolineato come la Norvegia stia aumentando la produzione, ma ha poi puntato il dito verso la Russia, colpevole di “non seguire l’esempio norvegese”.

La Russia sta proseguendo la sua strategia di diversificazione delle rotte del trasporto di gas verso l’Europa, così come mostrato dal contratto per la fornitura all’Ungheria, che dal primo di ottobre aggira l’Ucraina, con la quale i russi sono in conflitto da tempo.
Si tratta di una “diversificazione finalizzata ai vantaggi commerciali”, secondo le parole del portavoce del Cremlino all’agenzia Tass.

Il gasdotto Nord Stream 2

Altro punto “caldo” è rappresentato dal gasdotto Nord Stream 2 che collega Russia e Germania passando dal Mar Baltico, già al centro della discordia a causa dell’opposizione degli Stati Uniti e dei Paesi dell’Europa Orientale.
Inoltre, alcune questioni legali in Germania rendono il ruolo di questo gasdotto ancora meno incisivo sulle forniture all’Europa per il prossimo inverno.

Da Gazprom, società russa di fornitura di gas, si sono difesi ribadendo il rispetto di tutti i contratti in essere con i paesi UE, oltre a essere pronta alla firma di nuovi.
Inoltre, la Russia sta ricevendo una forte richiesta dai mercati asiatici, mentre ha affermato di aspettarsi un inverno freddo e nevoso per la stagione 2021-2022 nel paese.

A fronte di dichiarazioni di facciata, i volumi consegnati alla UE attraverso la Bielorussia sono calati di oltre il 70% dal mese di settembre e quelli che passano in Ucraina sono stati ridotti del 22%.
Nel settembre 2020 Gazprom riforniva ogni giorno circa 105 milioni di metri cubi di gas, ma il mese scorso questi si sono ridotti a 70 milioni di metri cubi, indicando un calo delle forniture abbastanza evidente.

La mossa è stata spesso valutata come una forma di pressione verso l’Unione europea per rinunciare a qualunque forma di opposizione all’entrata in funzione del gasdotto Nord Stream 2.

Dal Centro Studi Internazionali ipotizzano che al di là dei motivi ufficiali, è “plausibile che la Russia voglia volgere a proprio favore le difficoltà dell’UE in un settore in cui è particolarmente suscettibile, dal momento che il gas potrebbe diventare un importante strumento geopolitico con cui la Russia potrebbe far leva sugli Stati europei per promuovere i propri interessi, primo tra tutti l’approvazione definitiva del Nord Stream 2”.

Secondo i calcoli del colosso statale russo, infatti, a oggi mancano negli impianti di stoccaggio europei circa 20,5 miliardi di metri cubi di gas rispetto a un anno fa. Il dato più basso nell’ultimo decennio.

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