Altra gaffe per l’esponente del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio: in due occasioni diverse attacca sui vitalizi, citando però come esempio un deputato morto. VIDEO
Luigi Di Maio ci ricasca. Il golden boy del Movimento 5 Stelle infatti è inciampato in un’altra gaffe, citando l’ex deputato radicale Luca Boneschi, morto nel 2016, come uno degli esempi dei vitalizi d’oro incassati dagli ex parlamentari.
Questa volta però la svista è doppia, visto che il deputato pentastellato è scivolato due volte sulle proverbiale buccia di banana, citando Boneschi prima al mattino durante una conferenza stampa a Montecitorio e poi nel pomeriggio in una diretta Facebook.
L’argomento in questione è uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, ovvero i vitalizi percepiti dagli ex parlamentari. Un argomento questo dove Di Maio è tornato alla carica, accusando il governo di continuare a fare melina a riguardo.
Tra gli esempi citati però dal deputato, tra i vari Clemente Mastella e Luciano Violante, ecco spuntare fuori anche “un certo Boneschi”, storico esponente radicale che però è venuto a mancare quasi un anno fa.
L’ultima gaffe di Di Maio
Luigi Di Maio è uno degli esponenti simbolo, assieme ad Alessandro Di Battista, della variegata e numerosa pattuglia del Movimento 5 Stelle che nel 2013 fece il suo esordio in Parlamento.
Fin da subito il giovane deputato si è messo in evidenza tra la moltitudine dei grillini calamitando le attenzioni del pubblico prima sui social network, poi anche in televisione e sulla carta stampata.
La sua figura man mano si è imposta sempre di più, fino ad assumere in pratica il ruolo di prossimo candidato premier in pectore del Movimento 5 Stelle, decisione questa che però spetterà sempre agli attivisti nelle consuete primarie online.
Una tale esposizione mediatica ha portato però anche un effetto contrario. Amato dal popolo del 5 Stelle ma poco simpatico al resto del panorama politico, a Luigi Di Maio raramente sono state perdonate sviste e gaffe.
I casi più clamorosi sono stati alcuni errori ortografici, in particolare nell’uso del congiuntivo, che hanno reso il grillino oggetto di feroci sberleffi scomodando anche l’Accademia della Crusca che si è scagliata contro Di Maio.
Questa volta invece non è stato il congiuntivo a far inciampare l’esponente pentastellato. In una conferenza a Montecitorio sul tema scottante dei vitalizi, il deputato ha citato il defunto Luca Boneschi nell’elenco degli ex parlamentari che godrebbero di particolari condizioni vantaggiose.
Nessuno però con ogni probabilità ha avvertito il povero Di Maio della gaffe, tanto che il papabile candidato premier del Movimento 5 Stelle nel pomeriggio si è ripetuto nella svista anche in una sua diretta Facebook.
Il web poi per queste cose è spietato. Così ecco che la gaffe di Di Maio è subito diventata virale, andando a oscurare anche quello che era il succo del suo intervento: ogni anno 2.600 ex parlamentari ricevono vitalizi, anche doppi in alcuni casi, che ci costano 215 milioni.
Chi era Luca Boneschi?
L’elenco dei vitalizi d’oro snocciolato da Luigi Di Maio comprende molti esponenti anche di punta della recente storia politica italiana. Da Clemente Mastella, ora sindaco di Benevento, a Luciano Violante, passando per gli ex ministri Claudio Scajola e Carlo Taormina fino ad arrivare a “un certo Boneschi” che andrebbe a percepire 3.108 euro al mese per un solo giorno in Parlamento.
Peccato però come già detto che Luca Boneschi sia morto nella sua Milano il 13 ottobre del 2016. Di professione avvocato, la sua storia politica e professionale è molto particolare ma con ogni probabilità Luigi Di Maio è troppo giovane per conoscerla.
Boneschi è stato un avvocato e storico militante radicale. Nel suo lavoro si occupò molto del caso di Piazza Fontana, dove difese prima il ballerino anarchico Pietro Valpreda, il primo indiziato per la strage e poi scagionato, poi la scrittrice Camilla Cederna, finita nei guai per una serie di pubblicazioni che attaccavano il giudice Calabresi in merito alla morte dell’altro anarchico Giuseppe Pinelli.
Altro caso molto importante e delicato da lui seguito fu quello relativo all’uccisione di Giorgiana Masi, l’attivista radicale morta a soli 18 anni nel 1977 durante una manifestazione a Roma colpita all’addome da un proiettile calibro 22.
Boneschi fu il difensore della famiglia della Masi e, dopo essere entrato in Parlamento nel maggio 1982 in sostituzione del compagno di partito Marcello Crivellini, si dimise dopo un solo giorno diventando così il parlamentare in carica per il minor tempo in assoluto.
La decisione dell’avvocato fu presa in quanto voleva rinunciare all’immunità parlamentare, per una querela ricevuta da un giudice durante un’udienza del caso riguardante la povera Giorgiana Masi.
Luca Boneschi quindi è vero che rimase in carica un solo giorno come parlamentare, però non si può obiettare che le sue dimissioni, che furono accolte, furono dettate da motivi sicuramente nobili.
© RIPRODUZIONE RISERVATA