Fuori corso universitario, quando accade e quali sono le conseguenze

Alessandro Cipolla - Luna Luciano

28/11/2024

Cosa si intende per fuori corso universitario, quando accade e quali sono le conseguenze: ecco alcuni consigli e tutto quello che devi sapere se sei iscritto all’università.

Fuori corso universitario, quando accade e quali sono le conseguenze

Fuori corso universitario: in Italia la situazione riguardante il tempo necessario per conseguire una laurea è in miglioramento rispetto agli scorsi anni, ma all’interno dell’Unione europea il Belpaese continua a essere sempre tra i peggiori.

In Italia al momento si stima che siano circa 700.00 gli studenti universitari fuori corso: per una triennale, invece a 22 anni da noi mediamente ci si laurea a 24,2 anni.

I motivi di questi ritardi sono molteplici: difficoltà nel superare gli esami, impegni lavorativi, problemi personali, difficoltà di adattamento al contesto universitario, periodi passati in Erasmus o un mix di tutte questi possibili cause.

Vediamo allora nel dettaglio quando accade il fuori corso universitario e quali sono le conseguenze amministrative per uno studente in ritardo nel proprio piano di studio.

Università, cosa significa fuori corso

Innanzitutto cerchiamo di chiarire il significato della definizione di studente fuori corso: anche se può apparire come una cosa banale, spesso però viene fatta confusione.

Con il termine fuori corso si indicano gli studenti che non sono riusciti a concludere i propri studi nei tempi indicati dal proprio corso di studi e che quindi devono iscriversi nuovamente per sostenere gli esami.

In sostanza ecco quando uno studente universitario va fuori corso:

  • per una laurea triennale la durata massima del corso è di tre anni e sei mesi, si diventa fuori corso quindi se ci si iscrive al quarto anno;
  • per una laurea magistrale la durata massima è di due anni e sei mesi e si diventa fuori corso se ci si iscrive al terzo anno.

Questa situazione però non va confusa con quella dello studente ripetente. Lo studente infatti ripete l’anno nel caso in cui non sia riuscito a totalizzare i crediti indispensabili per passare all’anno successivo o chi, per decisione personale o per un passaggio di corso, si trova nuovamente iscritto allo stesso anno di quello precedente, ad esempio chi decide di iscriversi, dopo aver fatto un primo anno all’università, di nuovo al primo anno.

Una domanda ricorrente tra gli studenti dell’ultimo anno, e non solo, è quella sulle tempistiche. Solitamente ci si domanda entro quando ci si può laureare senza andare fuori corso. Ebbene bisogna cercare di laurearsi entro l’ultima sessione di laurea che fa riferimento all’ultimo anno di corso. Ma come capirlo?

Nel momento in cui finiscono i corsi di giugno ha inizio la prima sessione di laurea dell’ultimo anno. Solitamente le sedute di laurea si svolgono a luglio, ottobre, dicembre, febbraio, marzo e aprile, ma questi mesi possono variare a seconda dell’Ateneo e del corso di studi. Per non andare fuori corso quindi basterà laurearsi entro la sessione di marzo o aprile.

Studente fuori corso: tra penali e conseguenze amministrative

Dopo aver visto la definizione è arrivato il momento di guardare a quelle che sono le conseguenze per i fuori corso, categoria che come abbiamo detto riguarda buona parte degli studenti universitari italiani.

Quando uno studente va fuori corso si trova davanti a una serie di problematiche, che comportano delle penali e delle conseguenze amministrative

  • Lo studente perde i punti bonus che, se terminati gli studi in tempo, possono essere assegnati alla fine del triennio.
  • La legge stabilisce che per ogni anno fuori corso, a partire però dal secondo in poi, si debba pagare una mora di 100 euro l’anno, anche se il regolamento di Ateneo può prevedere provvedimenti leggermente diversi.

Uno studente che si laurea con tre anni di ritardo così potrebbe aver dovuto sborsare 300 euro totali in penali, anche se talvolta ci sono agevolazioni o esenzioni; per questo il consiglio è quello di presentare sempre l’ISEE, ottenendo qualche agevolazione nel pagamento delle rate.

I fuori corso inoltre non hanno obbligo di frequenza, ma devono sostenere gli esami che mancano entro i termini stabiliti dal regolamento della propria facoltà.

Al tempo stesso, gli studenti fuori corso mantengono l’accesso ai servizi universitari, come biblioteche, laboratori e tutorati, fino al momento della laurea.

Consigli per i fuori corso e per chi riprende gli studi

Viste le conseguenze che ci sono, appare lecito domandarsi allora come evitare di andare fuori corso. Quando si è ancora agli inizi degli studi, è importante avere un buon approccio allo studio: frequentare le lezioni e sostenere gli esami nei primi appelli possibili.

Altro buon consiglio è quello di sostenere le prove intermedie, qualora siano previste, in modo da liberarsi di un esame o almeno di una parte del programma prima che abbia inizio la sessione.

Se invece si è già fuori corso non bisogna disperarsi, ma l’importante è accelerare il ritmo dedicandosi a tempo pieno, salvo si parli di studenti lavoratori, agli esami rimasti.

Una buona idea è quella di parlare con i professori, magari per capire insieme come potersi rimettere al pari con gli esami per portare a termine il proprio corso di studi.

Quando invece si decide di riprendere gli studi dopo un periodo di stop, la cosa migliore è quello di stilare un fattibile piano di esami tenendo bene a mente il tempo a disposizione.

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