La Ford, storica casa automobilistica statunitense, abbandonerà il suo quartier generale mondiale dopo 70 anni per trasferirsi in un complesso più moderno e innovativo.
È tempo di cambiamenti in casa Ford. La casa automobilistica statunitense ha deciso di abbandonare il suo storico quartier generale, l’Henry Ford II World Center, per trasferirsi in un complesso più moderno e innovativo.
Questo trasferimento non è solamente un cambio logistico, ma rappresenta una vera e propria scelta epocale. Inaugurato nel 1956 a Dearborn in Michigan - la città natale del fondatore Henry Ford - il vecchio quartier generale mondiale conosciuto come “Glass House” (“casa di vetro”) verrà demolito per lasciare spazio alla costruzione del Ford World Headquarters, la nuova e imponente sede centrale del marchio di automobili “made in USA”.
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Dalla “Glass House” al nuovo quartier generale
Il monumentale progetto per il nuovo quartier generale Ford è stato avviato nel 2020 negli ambienti dell’ex Centro di sviluppo prodotti di Dearborn, a soli 5 chilometri di distanza dal vecchio complesso. L’inaugurazione, prevista entro la fine del 2025, mostrerà solo una parte del nuovo spazio, mentre le aree finali verranno completate entro il 2027.
La storica Glass House, invece, verrà dismessa entro la prima metà del 2026 ma resterà in piedi fino al 2027, quando incominceranno i lavori di demolizione.
Il rinnovato headquarter si estenderà per oltre 195.000 metri quadrati e includerà sei studi di design, una food hall, aree wellness, spazi riservati alle dipendenti madri, zone relax, svariate aree comuni interne ed esterne e oltre 300 sale riunioni. Una struttura, quindi, dotata di tutti i comfort per i 4000 dipendenti che la abiteranno. L’obiettivo di Ford è favorire un modello aziendale che sia innovativo, sostenibile e dia priorità al benessere del capitale umano dell’azienda.
Attualmente, sono già operativi nella nuova sede alcune centinaia di dipendenti. Ford si prospetta di riuscire a trasferire gradualmente il resto dei team entro la fine dei lavori.
Il cambiamento di Ford arriva mentre anche la “vicina di casa” General Motors abbandona la sua storica sede Renaissance Center sul fiume Detroit per spostarsi in un complesso all’interno della città. Con il nuovo quartier generale, Ford vuole segnare un punto di svolta e rilanciare la sua - un tempo - prestigiosa immagine, attualmente “offuscata” dalle crescenti critiche sulla qualità e l’affidabilità dei suoi veicoli.
L’eredità di Ford
L’innovazione è, da sempre, una delle priorità fondamentali per il marchio Ford. La casa automobilistica fu fondata da Henry Ford a Detroit, Michigan, il 16 giugno 1903. Appassionato di meccanica sin da bambino, Ford aveva in mente una visione chiara: vendere automobili che non fossero un lusso per pochi, ma un bene accessibile per una larga parte della popolazione.
Ford riuscì a cambiare le regole del gioco. Nel 1908 lanciò la Model T, l’auto che cambiò la storia. Economica, robusta e facile da guidare, divenne il simbolo della motorizzazione di massa. Per ridurre i costi e aumentare la produzione, nel 1913 Ford introdusse la catena di montaggio, un’innovazione geniale che ridusse drasticamente i tempi di fabbricazione - da dodici ore di lavoro si passò a circa un’ora e mezza - rivoluzionando il mercato automobilistico. Grazie a questo cambiamento radicale, la Model T fu prodotta in oltre quindici milioni di esemplari fino al 1927.
Negli anni Trenta la Ford dovette poi confrontarsi con la concorrenza crescente delle “vicine di casa” General Motors e Chrysler. Durante la Seconda guerra mondiale, invece, l’azienda decise di sospendere la produzione civile per concentrarsi su quella militare, costruendo camion, jeep, motori per aerei e anche bombardieri B-24. Terminato il conflitto, riprese la produzione di automobili destinate al grande pubblico e nel 1948 presentò la Serie F, una gamma di pick-up che sarebbe diventata la più venduta in America.
Gli anni Sessanta furono un periodo di grande creatività. Nel 1964 la Ford presentò l’iconica Mustang, il primo modello della categoria delle cosiddette “pony car”, auto sportive, compatte ed economiche. Pochi anni dopo arrivò un altro simbolo, la GT40, progettata con l’obiettivo di battere Ferrari alla 24 Ore di Le Mans. La vittoria arrivò e non fu solo una, ma ben quattro consecutive dal 1966 al 1969.
Negli anni Settanta e Ottanta la casa americana dovette affrontare la concorrenza giapponese, che proponeva vetture più piccole e dai consumi ridotti. La risposta fu la nascita di modelli come la Ford Fiesta, pensata soprattutto per il mercato europeo, ma anche l’espansione nei segmenti emergenti di SUV e minivan.
Negli anni Duemila, Ford ha attraversato il momento più buio di sempre. La crisi del 2008 riuscì quasi ad affossare l’azienda che - grazie al lungimirante piano di ristrutturazione dell’AD Alan Murray - riuscì tuttavia a evitare la bancarotta. Ad oggi, Ford è fortemente impegnata nella transizione verso l’elettrico e l’innovazione tecnologica. Tra i modelli contemporanei più celebri c’è la Mustang Mach-E, un SUV elettrico che riprende il nome del suo modello più celebre, e il Ford F-150 Lightning, versione elettrica del pick-up che domina da decenni il mercato automobilistico americano.
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