Fattura, entro quando va saldata: guida ai termini di pagamento

Ilena D’Errico

26 Aprile 2023 - 23:52

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Entro quando va saldata la fattura? Ecco la guida ai termini di pagamento e prescrizione.

Fattura, entro quando va saldata: guida ai termini di pagamento

Sapere entro quando va saldata la fattura è indispensabile sia per il professionista o l’azienda, così da conoscere i termini per pretendere il pagamento, che per il cliente, così da non ritrovarsi interessi aggiuntivi. A seconda dei servizi, tra l’emissione della fattura e il suo saldo può passare diverso tempo. In alcuni casi la data di scadenza è indicata chiaramente nel modello di fattura, ma più spesso questa indicazione non c’è, creando a volte dei dubbi e delle incomprensioni.

Entro quando va saldata la fattura?

Il motivo per cui ogni volta che ci si ritrova a dover saldare delle fatture i termini sono differenti è proprio l’assenza di un termine specifico individuato dalla legge. In alcuni casi il pagamento del servizio e l’emissione della fattura sono contestuali, ad esempio quando si fanno degli acquisti in alcuni negozi. Altre volte, il pagamento è addirittura precedente alla ricezione della fattura, come avviene con gli acquisti online, quando la fattura è direttamente spedita insieme alla merce. L’assenza di una regola generale non comporta però la discrezionalità del cliente nell’effettuare il pagamento, tuttavia per capire come comportarsi è necessario valutare ogni caso specifico.

Guida ai termini di pagamento della fattura

Il termine di pagamento della fattura non è stabilito a priori da leggi o regole di riferimento, eppure esiste una scadenza entro cui la fattura deve essere saldata, pena la morosità e l’aggiunta di interessi. Di conseguenza, il momento entro cui deve essere saldata la fattura viene individuato dal contratto concluso dalle parti. Il contratto non deve essere necessariamente formale e scritto, bensì può concludersi anche oralmente e può contenere diversi dettagli riguardanti il pagamento.

Per esempio, tramite un contratto verbale è possibile concordare un pagamento dilazionato, formato ad esempio da un acconto e dal saldo al completamento del servizio. In ogni caso, si applica qualsiasi termine concordato dalle parti, in assenza del quale il pagamento deve avvenire contestualmente alla conclusione dello stesso.

Si tratta, in realtà, di un principio giuridico che tutti applicano nella quotidianità senza farvi caso e porsi troppe domande. Nella maggior parte degli acquisti quotidiani, infatti, il pagamento è immediato, a prescindere dall’emissione della fattura. Ciò accade in quanto si compiono dei contratti consensuali (categoria a cui appartengono la vendita e la prestazione di servizi) per i quali l’obbligo giuridico nasce quando le parti si stipulano il reciproco consenso, anche implicito.

Ciò non esclude la possibilità di prevedere termini di pagamento differenti, che però appunto devono essere esplicitati durante l’accordo. Ad esempio, un professionista per l’erogazione di un servizio potrebbe dividere il pagamento in tranche in funzioni dello stesso. Molto spesso i termini concordati sono pari a 30 o al massimo 60 giorni, semplicemente in virtù del fatto che questi sono i termini applicati per il saldo delle fatture da parte della Pubblica amministrazione. Quest’ultima, a differenza dei privati, è infatti soggetta a un termine specifico per il saldo delle fatture.

Quando si prescrivono i pagamenti delle fatture?

Il termine entro cui va saldata una fattura è poi fondamentale per calcolare la prescrizione, oltre la quale il cliente non è più tenuto al pagamento. A prescriversi è il credito riportato nella fattura, pertanto i termini di prescrizione dipendono dal tipo di prestazione e sono pari a:

  • 10 anni per la vendita di beni o esecuzione di servizi;
  • 5 anni per esecuzione di attività periodiche i cui pagamenti devono essere eseguiti almeno una volta all’anno;
  • 3 anni per il pagamento dei professionisti, come medici, avvocati e consulenti del lavoro;
  • 1 anno per le fatture degli agenti di commercio;
  • 1 anno per i trasporti;
  • 1 anno per scuole private e palestre;
  • 1 anno per lavori edili e ristrutturazioni;
  • 6 mesi per i soggiorni in strutture ricettive, come b&b e alberghi.

La prescrizione inizia a decorrere dal termine di pagamento, ma può essere interrotta da un sollecito eseguito dal creditore. La fattura, infatti, non regola i rapporti tra le parti, ma è comunque un documento fiscale che prova indiscutibilmente l’esistenza di un credito. Di conseguenza, il cliente inadempiente può essere soggetto al pagamento di interessi per morosità e perfino obbligato anche al risarcimento danni per le spese causate al creditore.

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