Si vocifera che il ministro degli Esteri russo Lavrov abbia perso consensi e il motivo sarebbe una telefonata con il segretario USA Rubio.
Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo che da vent’anni gode della piena fiducia del presidente Putin, sembrerebbe essere caduto in disgrazia e aver perso consenso ai piani alti del Cremlino. La sua figura, da sempre centrale nella diplomazia russa, non era mai stata messa in discussione, e Lavrov è stato considerato a lungo l’unico ministro in grado di prendere decisioni in autonomia senza dover consultare il capo del Cremlino, un privilegio rarissimo nell’entourage del presidente russo.
Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa sembra essere cambiato. Nell’ultima riunione del Consiglio di sicurezza russo, tenutasi il 5 novembre scorso sotto la presidenza di Putin e trasmessa in diretta dalla tv di Stato, Lavrov non era presente. Un’assenza che non è passata inosservata, considerando che l’incontro è stato definito «storico»: in quella sede Putin ha infatti annunciato l’intenzione di riprendere in mano il dossier nucleare, o meglio, di «raccogliere ulteriori informazioni sulla questione». Una decisione che arriva dopo l’annuncio di Trump di voler riprendere i test nucleari, alimentando una nuova fase di tensione globale.
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Tutto sarebbe partita da una telefonata con Rubio
A quanto pare, Lavrov non farà parte neppure della delegazione russa che parteciperà al G20 del 22 e 23 novembre in Sudafrica. L’annuncio è stato dato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, spiegando che la decisione è stata presa direttamente dai vertici del potere russo. Al suo posto sarà presente Maksim Oreshkin, consigliere presidenziale e figura di fiducia di Putin, già protagonista negli ultimi mesi di diversi dossier strategici.
Ma come mai questo improvviso allontanamento, mai visto prima? Secondo alcune fonti, tutto sarebbe nato dalla telefonata del 21 ottobre tra Lavrov e il segretario di Stato americano Marco Rubio. Quella conversazione doveva aprire la strada a un nuovo incontro tra Trump e Putin in Ungheria, ma non ha avuto l’esito sperato. Pare infatti che Rubio abbia compreso che l’intenzione del Cremlino fosse soltanto quella di rallentare i negoziati e prolungare il conflitto a oltranza.
Rubio avrebbe quindi consigliato a Trump di annullare l’incontro. Poco dopo sono arrivate anche nuove sanzioni americane contro i colossi energetici russi Rosneft e Lukoil, aggravando la tensione diplomatica tra Mosca e Washington.
Il Cremlino però smentisce
Putin, secondo diverse fonti, non avrebbe gradito il modo in cui Lavrov ha gestito la vicenda, decidendo così di «punirlo». Lavrov è ministro degli Esteri dal 2004, e un suo allontanamento definitivo appare impensabile: rimuoverlo ora danneggerebbe l’immagine di stabilità della diplomazia russa e la continuità del governo. Tuttavia, il presidente non avrebbe apprezzato l’eccessiva intraprendenza del ministro, giudicata fuori controllo e poco allineata alla nuova linea del Cremlino.
A queste indiscrezioni è seguita la smentita ufficiale del Cremlino. Come riportato dal Moscow Times, il portavoce Dmitrij Peskov ha negato le voci sul presunto allontanamento di Lavrov. «In queste notizie non c’è nulla di vero: Lavrov continua pienamente a svolgere il suo ruolo di ministro degli Esteri», ha dichiarato. Secondo alcuni analisti, tuttavia, la sua assenza dalle ultime riunioni potrebbe comunque segnalare un cambiamento nei delicati equilibri interni del potere russo.
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