Falsi invalidi: cosa si rischia?

Isabella Policarpio

15/01/2020

15/01/2020 - 10:27

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Fingersi disabili o affetti da gravi patologie per percepire gli assegni dall’Insp è un reato. I falsi invalidi rischiano una condanna per truffa allo Stato e devono restituire le somme percepite. Vediamo cosa dice la legge.

Falsi invalidi: cosa si rischia?

In Italia è molto diffuso il fenomeno dei falsi invalidi, persone che, senza averne alcun diritto, fingono di avere gravi patologie invalidanti al fine di percepire gli assegni previdenziali/assistenziali dall’Insp, grazie alla collaborazione di medici compiacenti che sono disposti a firmare certificati medici falsi.

Così presunti ciechi, claudicanti o malati terminali percepiscono gli assegni pur continuando ad avere una vita normale, a scapito di chi ne avrebbe veramente bisogno.

Cosa dice la legge sui falsi invalidi? Che cosa rischiano? Chi dichiara il falso per ottenere delle somme a lui non spettanti, commette il reato di truffa aggravata nei confronti dello Stato, e rischia fino a 7 anni di carcere. Naturalmente dovrà anche restituire le somme indebitamente percepite.

Come abbiamo detto però, dietro un falso invalido c’è sempre un medico corrotto pronto a dichiarare una malattia che non c’è. Anche i medici, dunque, rischiano pesanti sanzioni, fino alla radiazione dall’albo.

Facciamo il punto della situazione sui rischi che corrono i falsi invalidi, le sanzioni previste per i medici corrotti e quali sono, invece, i requisiti necessari ad ottenere l’assegno di invalidità civile.

Falsi invalidi: i rischi per il reato di indebita percezione di erogazioni

I falsi invalidi che si spacciano per disabili per beneficiare delle pensione di invalidità o sconti fiscali commettono una vera e propria truffa ai danni dello Stato.

In questi casi trova applicazione la condanna per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (ex articolo 640 bis del Codice penale) dal momento che dichiarano il falso tramite documenti contraffatti. Secondo la legge, infatti, sono accusati di reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato i soggetti in possesso di documenti falsi di vario tipo al fine di ottenere benefici previsti dallo Stato, dall’UE e dagli enti pubblici destinati ai cittadini invalidi.

La pena prevista per i falsi invalidi è il carcere da minimo due anni fino a sette anni. Alla detenzione si aggiunge anche la condanna alla restituzione delle somme indebitamente percepite negli anni in cui ci si è avvalsi della falsa invalidità.

Cosa rischia il medico che ha rilasciato il certificato falso?

Come intuibile, la truffa dei falsi invalidi non si commette da soli. Anzi è sempre indispensabile il supporto di un medico che, d’accordo con il falso invalido, è disposto a firmare un certificato medico dove si attesta in maniera non veritiera che il paziente è affetto da una patologia invalidante. Senza certificato medico, infatti, non si ha diritto alla pensione dell’Inps.

Il medico che dichiara il falso si rende complice della truffa ai danni dello Stato, oltre a venire meno agli obblighi deontologici della professione. Chi viene scoperto rischia la multa da 400 a 1.600 euro, l’immediata radiazione dall’albo e, se dipendente pubblico, il licenziamento per giusta causa oppure la decadenza della convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Anche il medico sarà condannato a risarcire le somme indebite allo Stato.

Invalidi civili: i requisiti

Per poter beneficiare di sconti, agevolazioni e altri benefici riservati ai soggetti invalidi è necessario ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile.

Sono considerati invalidi civili i non vedenti, non udenti, i cittadini tra i 18 e i 65 anni di età affetti da minorazioni congenite, acquisite e progressive cui viene accertata una percentuale di invalidità superiore al 33% con conseguente riduzione permanente della capacità lavorativa.

Per quel che riguarda i minorenni e gli over 65, sono considerati invalidi i soggetti con difficoltà continue nello svolgimento di compiti e di altre funzioni caratteristiche dell’età.

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