Facebook: ban al nazionalismo bianco dopo l’attacco in Nuova Zelanda

Marco Ciotola

28 Marzo 2019 - 18:42

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Al bando ogni contenuto che elogi il separatismo bianco; la decisione a due settimane di distanza dall’attentato in Nuova Zelanda. I dettagli

Facebook: ban al nazionalismo bianco dopo l’attacco in Nuova Zelanda

Nella giornata di ieri, Facebook ha annunciato che vieterà ogni contenuto che possa rappresentare “elogio, supporto e raffigurazione di nazionalismo e separatismo bianco”. Una linea che riguarderà tutte le piattaforme del gruppo di Mark Zuckerberg, tra cui Instagram.

La mossa arriva a breve distanza dall’attacco terroristico a due moschee neozelandesi, trasmesso in diretta su Facebook da uno degli attentatori, Brenton Tarrant, che aveva rivelato - tramite un lungo manifesto rintracciato solo in un secondo momento - ideologie e piani d’azione mossi da un’esaltazione del nazionalismo bianco.

Tarrant, a capo del commando, è un 28enne australiano attivissimo nel propagandare le sue idee sui social network e in particolare su Facebook, che ha sfruttato per trasmettere live una parte dell’attentato, ripreso con una go-cam.

Il massacro, in cui hanno perso la vita 49 persone, è stato infatti trasmesso il live streaming sulla piattaforma, che ha poi avuto non pochi problemi a rimuovere ogni traccia del video nelle ore successive.

Da Menlo Park hanno ammesso di aver concentrato, negli ultimi anni, maggiori attenzioni nel bloccare i contenuti a sfondo razziale, non applicando la stessa logica al nazionalismo bianco.

Eppure - hanno spiegato dai vertici del social - cose come “l’orgoglio americano e il separatismo basco” sono una parte importante dell’identità delle persone:

“A seguito di conversazioni con membri della società civile e accademici esperti nel tema della razza, ci siamo convinti del fatto che nazionalismo e separatismo bianco non possano essere separati dall’ideologia del suprematismo bianco e dei gruppi che diffondono odio”.

Facebook vieta il nazionalismo bianco dopo l’attacco in Nuova Zelanda

Negli ultimi tre mesi i vertici del colosso di Zuckerberg hanno avuto più di 20 incontri con gruppi per i diritti civili ed esperti in relazioni razziali negli Stati Uniti, in Europa e in Africa:

Kristen Clarke, presidente e direttore esecutivo del gruppo, ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla CNN che la linea della piattaforma riguardo tematiche simili cambierà rapidamente nei prossimi mesi:

“È stato necessario tanto lavoro per portare Facebook dov’è oggi, ma molto altro ci attende. Osserveremo da vicino come realtà del genere finiscano per influenzare la politica”.

Clarke ha aggiunto che la precedente linea di Facebook ha permesso ai suprematisti bianchi di abusare della piattaforma, e che già da diversi mesi era in discussione un cambio di atteggiamento e di reazioni della compagnia riguardo simili tematiche.

L’attacco in Nuova Zelanda - ha spiegato Clarke - sottolinea che occorre dare attenzione a simili espressioni “con urgenza”, e mostra come i fanatici separatisti violenti abusino della piattaforma per promuovere le loro pericolose azioni, “talvolta fatali”.

Per questi motivi Facebook comincerà a indirizzare gli utenti che fanno uso di termini associati alla supremazia bianca verso organizzazioni che aiutano le persone a svincolarsi dai gruppi d’odio.

Attualmente il social di Zuckerberg sta portando avanti diversi progetti che mettono al centro il tema dei diritti civili, un piano d’azione che il direttore operativo di Facebook, Sheryl Sandberg, afferma essere una delle priorità per il 2019.

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