Evasione per necessità, quando chi non paga le tasse non rischia nulla

Patrizia Del Pidio

17 Marzo 2023 - 12:52

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L’evasione fiscale diventa anche di necessità in alcuni casi, ma è necessaria la «motivazione congrua».

Evasione per necessità, quando chi non paga le tasse non rischia nulla

La riforma fiscale, dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla delega, entra ancora più nel vivo. Come ben chiarito dal Governo l’obiettivo principale di questa riforma è quella di migliorare il rapporto tra cittadino e Fisco improntandolo su fiducia e collaborazione.

Proprio per questo motivo si cercherà di instaurare non più un rapporto vessatorio del Fisco nei confronti dei contribuenti, quanto un confronto paritetico che possa portare anche alla riduzione dei contenziosi tributari.

Sanzioni penali e novità

Una delle novità contenute nella riforma riguarda le sanzioni penali che dovranno camminare non più su un binario diverso rispetto al giudizio amministrativo. Con l’estinzione del debito si dovrebbe estinguere anche il reato e, quindi, il giudizio penale dovrebbe decadere.

La novità più interessante, però, arriva sull’evasione fiscale non per fatti imputabili al contribuente. In questo caso le sanzioni penali saranno definitivamente eliminate se emerge l’impossibilità di far fronte al pagamento. E se quest’ultima non dipendente dalla volontà del contribuente.

Niente più rischi penali per chi non può pagare

E’ stata definita “evasione di necessità”, ovvero l’impossibilità di far fronte al pagamento delle imposte per motivazione congrua. La bozza prevede

di rivedere i profili relativi alla effettiva sussistenza dell’elemento soggettivo, nell’ipotesi di sopraggiunta impossibilità a far fronte al pagamento del tributo, non dipendente da fatti imputabili al soggetto stesso, al fine di evitare che il contribuente debba subire conseguenze penali anche in caso di fatti a lui non imputabili

.

Casi in cui, quindi, il legislatore potrà sostenere che l’evasione è stata una necessità, una sorta di obbligo non dipeso dalla volontà del contribuente se la motivazione dipende da situazioni altrettanto importanti. Un esempio per tutti, l’imprenditore che per pagare gli stipendi ai propri dipendenti decide di non pagare le tasse per carenza di liquidità.

Serve la congrua motivazione per non pagare

Per evitare il reato fiscale e, di conseguenza quello penale, è necessario, quindi, fornire una congrua giustificazione, Questo, quindi, non significa che chi ritiene di non poter pagare si deve ritenere libero di non farlo perché tanto non scatta la rilevanza penale che, tra l’altro, oggi è prevista solo per cifre molto alte quali:

  • 150.000 euro per dichiarazione infedele;
  • 50.000 euro per omessa dichiarazione;
  • 250.000 euro per omesso versamento Iva o ritenute.

Il rischio che si corre potrebbe essere quello di legalizzare l’evasione fiscale invece di combatterla, un po’ come fa il condono delle cartelle esattoriali che permette di pagare meno del dovuto chi aderisce (penalizzando, di fatto, il cittadino probo che le tasse le ha sempre pagate).

In ogni caso la bozza non è abbastanza dettagliata per comprendere a quali reati ci si riferisca e se vi rientrasse, ad esempio, anche la dichiarazione infedele sarebbe un grosso errore.

Perché che molti abbiano difficoltà a pagare non è un segreto, ma che per non pagare si dichiari meno non può e non deve essere consentito neanche a chi ha difficoltà economiche. Perché la strada per poter rateizzare o dilazionare esiste. E’ necessario, quindi, comprendere in base a quali criteri darà valutata l’esclusione dal reato penale in caso di evasione di necessità.

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