Un esperto di intelligenza artificiale ne è convinto. «Questa professione non esisterà più entro due anni»

Alessandro Nuzzo

18 Giugno 2025 - 21:34

Il parere di Amjad Masad, esperto di intelligenza artificiale, sul futuro di questa professione destinata a scomparire molto presto.

Un esperto di intelligenza artificiale ne è convinto. «Questa professione non esisterà più entro due anni»

L’intelligenza artificiale è una vera rivoluzione: sta cambiando il mondo, soprattutto quello del lavoro. Ci sono pareri contrastanti su quanto possa incidere l’AI sull’occupazione. C’è chi pensa che l’intelligenza artificiale sostituirà tantissimi lavori che, nel giro di qualche anno, non esisteranno più, e chi invece ritiene che l’AI possa essere uno strumento per migliorare e rendere più efficienti alcuni compiti, ma che il controllo umano continuerà sempre a essere centrale.

Alla prima corrente di pensiero appartiene l’esperto di intelligenza artificiale Amjad Masad che, nel corso del popolare podcast «The Diary Of A CEO», ha svelato alcuni lavori che già nel giro di due anni potrebbero, a suo parere, diventare obsoleti e non più necessari, perché sostituiti dalle macchine.

Ecco quali lavori spariranno nel giro di due anni

Secondo l’esperto, i lavori che comportano principalmente compiti ripetitivi e strutturati finiranno per scomparire. Tra questi figurano ruoli nel controllo qualità, nell’inserimento dati o nel supporto amministrativo: mansioni che consistono principalmente nell’eseguire procedure standardizzate al computer in modo ripetitivo.

«Se le attività quotidiane sono prevedibili e richiedono poco pensiero creativo, è probabile che l’intelligenza artificiale possa svolgerle in modo più rapido, economico e accurato», ha affermato Amjad Masad. Compiti prima affidati esclusivamente agli esseri umani, adesso, con l’uso di algoritmi avanzati in grado di riconoscere schermi e prendere decisioni con precisione elevata, finiranno per essere sostituiti.

La cosa ancora più preoccupante è che non sono solo a rischio i compiti ripetitivi che non richiedono molta competenza, ma anche i lavori più qualificati potrebbero scomparire. Professioni che richiedono competenze specialistiche, come commercialisti, avvocati e persino ruoli amministrativi, potrebbero essere coinvolte.

Secondo Masad, i ruoli che si occupano dell’elaborazione di informazioni testuali senza richiedere un alto livello di interazione umana sono tra i più esposti all’automazione. Anche settori regolamentati come quello sanitario, pur evolvendosi più lentamente, seguono la stessa traiettoria: le attività ripetitive tenderanno a scomparire e il contributo umano in molti processi sarà progressivamente ridotto.

Per Bill Gates non sarà così

Eppure c’è chi non la pensa in questo modo, come ad esempio il fondatore di Microsoft, Bill Gates. L’imprenditore e filantropo vede nell’intelligenza artificiale non una minaccia, ma un’opportunità. Gates è uno di quelli che sostiene come ci siano lavori, al momento, ancora esenti dall’influenza dell’AI.

Programmatori, biologi, ingegneri e specialisti del settore energetico rappresentano, secondo Gates, esempi di professioni che richiedono un alto livello di competenza, pensiero creativo e capacità di risolvere problemi, abilità che l’intelligenza artificiale, almeno per ora, non riesce a replicare pienamente.

Bill Gates condivide questa visione, sottolineando come le professioni ad alta intensità di conoscenza acquisiranno un ruolo sempre più centrale in un contesto in cui le macchine stanno progressivamente assumendo compiti gestionali e operativi. La vera sfida, afferma, sarà accompagnare i lavoratori verso settori dove la creatività umana e il pensiero critico restano irrinunciabili.

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