La salute mentale di Donald Trump - il presidente americano più anziano a essersi insediato a 78 anni e sette mesi - è finita nel mirino di diversi esperti che temono un “declino cognitivo”.
Donald Trump gode di “eccellente salute cognitiva e fisica”. Questo è quanto dichiarato lo scorso aprile da Sean Barbabella, il medico personale del presidente americano che ha svolto l’annuale visita del proprio assistito pochi mesi dopo che il tycoon ha iniziato il secondo mandato alla Casa Bianca.
“Il presidente Trump - ha dichiarato in una nota Barbabella - gode ancora di ottima salute e dimostra una buona funzionalità cardiaca, polmonare, neurologica e fisica generale”.
A 78 anni e 7 mesi Trump è stato il presidente più anziano a entrare in carica nella storia degli Stati Uniti, sebbene il suo predecessore Joe Biden ne avesse 82 quando lasciò l’incarico.
Durante la recente campagna elettorale Donald Trump molto ha attaccato Joe Biden sulla sua salute mentale, tanto che alla fine l’ex presidente ha mollato la corsa presidenziale pochi mesi prima del voto venendo sostituito dalla sua vice Kamala Harris.
Il paradosso è che adesso è lo stesso Trump a essere accusato di mostrare segni di “declino cognitivo”, nonostante lo scorso 11 aprile il presidente abbia ottenuto il punteggio di 30/30 al Montreal Cognitive Assessment (MoCA), un test comunemente utilizzato per rilevare i primi segni di demenza che prevede compiti come nominare animali, disegnare un orologio e ripetere le parole a distanza di cinque minuti.
Eppure ci sarebbero alcuni comportamenti di Donald Trump che hanno portato la dottoressa Jennifer R. Mercieca - docente di Comunicazione e Giornalismo alla Texas A&M University - a dichiarare al The Daily Beast che i modelli comunicativi del presidente destano preoccupazione.
Lo stato della salute mentale di Trump
Come detto non ci sono diagnosi ufficiali pubbliche che attestino un declino cognitivo clinico in Donald Trump, anzi l’ultima visita è stata superata brillantemente dal presidente che il prossimo 14 giugno spegnerà le 79 candeline.
Negli ultimi anni però ci sono state speculazioni pubbliche e dibattiti mediatici sullo stato mentale e cognitivo di Donald Trump, con alcuni comportamenti del presidente che hanno attirato l’attenzione di esperti del settore.
Di recente infatti Trump avrebbe tenuto dei discorsi sconclusionati, utilizzando un modo di esprimersi spesso disorganizzato o ripetitivo che è stato interpretato da alcuni critici come segno di deterioramento cognitivo.
“La sua mancanza di concentrazione dà l’impressione che stia vivendo un declino cognitivo - ha spiegato la dottoressa Mercieca -, che il suo cervello non sia ben disciplinato e che non riesca a mantenere un pensiero e portarlo fino a una conclusione logica”.
Altri hanno fatto notare come Fred C. Trump, padre di Donald Trump morto nel 1999 all’età di 93 anni, secondo varie fonti attendibili - vedi la biografia di Mary L. Trump - abbia sofferto di una forma di demenza senile negli ultimi sei anni della sua vita.
Questo però non significa sviluppare automaticamente la malattia, ma può aumentare il rischio statistico soprattutto dopo i 70 anni stando a quanto riportano i media d’Oltreoceano.
Qual è allora il vero stato della salute mentale di Donald Trump? Ottimo per il suo medico e preoccupante per alcuni medici americani, ma al momento l’unica certezza è che non c’è una base clinica ufficiale o documentata che confermi una diagnosi di deterioramento cognitivo.
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