L’associazione «esodati del Superbonus» chiede il ripristino delle norme antecedenti al decreto 34 del 2024 per tutelare chi ha fatto affidamento sulla cessione del credito.
Non si arredono gli esodati del Superbonus che continuano a chiedere modifiche delle norme sulla cessione del credito per tutelare il legittimo affidamento dei cittadini. C’è ancora qualche speranza per la cessione del credito?
Delusione per gli esodati del Superbonus che dopo l’ultimo incontro con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giorgetti, scrivono al Ministro.
L’Associazione “Esodati del Superbonus” continua il braccio di ferro con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti, chiede il ripristino delle condizioni previste per le agevolazioni Superbonus nel 2023.
Ecco le richieste deli esodati del Superbonus in merito alla cessione del credito.
Chi sono gli esodati del Superbonus?
La vicenda è complessa e dopo l’ultimo incontro avvenuto a giugno con il Mef sembra che non ci siano state risposte sufficienti. Sappiamo che il Superbonus è stato regolato la prima volta con il decreto Rilancio 34 del 2020, articolo 119. Questo prevedeva la possibilità di eseguire lavori di efficientamento energetico, distinti in lavori trainanti e lavori trainati, per il recupero di almeno due classi energetiche e “pagare” i lavori, con detrazioni fiscali, oppure con cessione del credito e sconto in fattura.
Una soluzione molto semplice perché consentiva di effettuare i lavori senza dover anticiparne i costi. La spesa per le casse pubbliche sono state elevate perché il decreto non prevedeva limitazioni inerenti la prima casa, quindi c’erano persone che hanno ristrutturato anche seconde case. Inoltre, c’è stata una manifestazione, per alcuni fisiologica, di truffe.
Cambiano quindi in corso d’opera le regole e cessione del credito e sconto in fattura sono stati eliminati con il decreto 11 del 2023, una lunga fase di incertezza con crediti incagliati, determinati anche dall’inasprimento delle norme inerenti le cessioni stesse. Infatti, a un certo punto le banche hanno adottato criteri molto restrittivi per l’acquisto dei crediti fiscali e non è stato possibile accedere alle piattaforme per la cessione del credito.
Effetti del decreto 39 del 2024
Si unisce poi il decreto 39 del 2024 recante “Misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119 -ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77…” che ha ulteriormente ristretto la platea dei potenziali beneficiari della cessione del credito.
Arrivano quindi nuove richieste da parte dell’associazione “Esodati del Superbonus” che chiedono una modifica del decreto legge 39 del 2024. L’Associazione lamenta il fatto che il Decreto ha avuto un effetto impattante e distruttivo su migliaia di cittadini, imprese e professionisti “colpendo in modo coattivo e con effetti retroattivi anche i crediti già generati”.
Numerosi soggetti che ancora potevano effettuare la cessione del credito, infatti, hanno effettuato i pagamenti entro dicembre 2023 e nel momento in cui hanno cercato di cedere i crediti sono stati bloccati dall’entrata in vigore delle nuove normative. Chi non è riuscito a cedere il credito entro il 4 aprile 2024, a causa del divieto di cessione delle rate residue, ha perso l’intero beneficio residuo maturato perché impossibilitato sia a cedere che a detrarre.
Richieste dell’associazione “Esodati del Superbonus” per la cessione del credito
L’associazione quindi chiede:
- il ripristino della cessione del credito per chi aveva comunque effettuato lavori prima del decreto 39 facendo affidamento sulle regole allora vigenti
- la remissione in bonis per i contribuenti che non sono riusciti a rispettare i termini per la comunicazione della cessione oppure hanno adempiuto, ma hanno commesso errori sostanziali e di conseguenza hanno perso i benefici;
- consentire anche a chi ha sostenuto spese nel 2023 di poter scegliere se portarle in detrazione in quattro o in dieci anni, analogamente a quanto concesso per le spese 2022. In questo modo anche chi ha bassa capienza fiscale può ottenere le agevolazioni fiscali su cui aveva fatto affidamento.
L’associazione “Esodati del Superbonus” sottolinea come questa consuetudine di cambiare le regole “in corso d’opera” porti sfiducia nelle istituzioni ai cittadini.
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