Il Ministero dell’Energia e delle Risorse Minerarie della Repubblica di Indonesia ha approvato il progetto della società italiana che rafforza la sua presenza nel Paese dove opera dal 2001. Intanto oggi, l’ad Descalzi ha annunciato investimenti in Italia per 7 miliardi nei prossimi 4 anni.
Tempi record per l’approvazione del Piano di Sviluppo Eni in Indonesia, che riguarda in particolare il giacimento denominato Merakes.
Il progetto, presentato alle autorità indonesiane circa tre mesi fa, prevede la perforazione e il completamento di sei pozzi sottomarini per l’estrazione del gas.
Meno di un anno fa la multinazionale italiana aveva avviato la produzione del campo in acque profonde Jangkrik Complex nel PSC Muara Bakau.
La notizia arriva nel giorno in cui l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha presentato alla comunità finanziaria italiana il Piano strategico della compagnia per il quadriennio 2018-2021. Annunciati investimenti per oltre 7 miliardi in Italia per il prossimo quadriennio.
Intanto, in Borsa il titolo Eni sta soffrendo: perde lo 0,18% e viaggia a quota 15,65 euro.
Il giacimento Merakes
Il progetto presentato da Eni e approvato in soli tre mesi dal Ministero dell’Energia e delle Risorse Minerarie della Repubblica di Indonesia riguarda il giacimento Merakes, che si trova nel Production Sharing Contract (PSC) di East Sepinggan, Stretto di Makassar, offshore di East Kalimantan.
Un sito ubicato a circa 1.500 metri di profondità d’acqua e posizionato a 35 chilometri da a sud ovest della Jangkrik Floating Production Unit (FPU).
Secondo le stime del gruppo, il giacimento conterrebbe circa 2 trilioni di piedi cubici (Tcf) di gas e, fa sapere Eni,
“è stato scoperto nel 2014 con il pozzo Merakes 1 che aveva evidenziato la presenza di gas in sabbie di eccellente qualità di età Pliocenica.
A gennaio 2017 Eni ha perforato e testato con successo il pozzo di delineazione Merakes 2, registrando un’eccellente capacità di produzione”.
Il Piano di Sviluppo
Cosa prevede di realizzare Eni su questo giacimento? Nel Piano di Sviluppo presentato dalla società del Cane a sei zampe, si propongono attività di perforazione e completamento di sei pozzi sottomarini oltre che la costruzione e l’installazione di sistemi sottomarini e linee di produzione collegate alla Fpu Jangkrik.
“La vicinanza della scoperta di Merakes alla FPU Jangkrik consentirà a Eni di massimizzare le sinergie con le vicine infrastrutture già esistenti e di ridurre i costi e il tempo di esecuzione di questo secondo sviluppo in acque profonde in Indonesia”
fanno notare dal gruppo italiano.
Infine, il gas estratto dal sito sarà destinato alla centrale di trattamento del GNL di Bontang, nell’East Kalimantan, gestita dalla compagnia PT Badak. Un impianto dalle eccellenti capacità di lavorazione e tra i più sicuri al mondo che rifornisce di gas liquefatto sia il mercato domestico che quello internazionale.
Eni in Indonesia
Eni è presente in Indonesia dal 2001 e ad oggi vanta un ricco portafoglio di asset in esplorazione, produzione e sviluppo. Le attività svolte in quell’area sono tutte svolte in coordinamento con SKK Migas, l’ente che rappresenta il governo dell’Indonesia.
Rafforzare la presenza della società nel Paese rientra pienamente nella strategia aziendale a livello globale. Non a caso, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi ha così commentato l’annuncio di oggi:
“L’approvazione del piano di sviluppo di Merakes è una passo fondamentale per lo sviluppo della nostra recente scoperta a gas nel bacino del Kutei. Ci permette di procedere verso la decisione finale d’ investimento del progetto. Merakes è un altro risultato della strategia di esplorazione "near field" di Eni. Siamo orgogliosi della partnership di Eni con l’Indonesia, un paese chiave nelle strategie globali dell’azienda”
ha dichiarato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Eni investe in Italia
L’approvazione del piano di sviluppo approvato oggi in Indonesia non rappresenta che l’ultimo tassello in ordine di tempo di quel più ampio progetto di Eni per un’espansione a livello internazionale. La multinazionale opera in decine di Paesi nel mondo ma, sottolinea De Scalzi, non dimentica che le sue radici sono in Italia.
L’ad, presentando proprio oggi alla comunità finanziaria italiana il Piano strategico della compagnia per il quadriennio 2018-2021, ha sottolineato che il nostra Paese resta il primo per investimenti, annunciando:
“7 miliardi di euro nei prossimi 4 anni, di cui 1 miliardo di euro destinato alle attività green, incluse le spese per la ricerca e sviluppo al servizio del processo di decarbonizzazione”.
Anche sul fronte della ricerca – che ha un ruolo fondamentale nella strategia della società – l’Italia riveste un ruolo di primaria importanza.
Basti pensare che degli oltre 220 progetti avviati con più di 50 istituti tra Università e centri di ricerca, circa la metà sono in Italia.
“Dal 2009 al 2017, abbiamo speso in ricerca e sviluppo 1,7 miliardi di euro, costruendo un portafoglio di tecnologie nei più svariati ambiti, dall’upstream al downstream, dalle rinnovabili alla salvaguardia ambientale fino alla sicurezza, per un totale di oltre 6 mila brevetti. Nell’arco del nuovo Piano spenderemo oltre 750 milioni di euro”
ha aggiunto Descalzi.
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