Eni investe nella fusione e nella ricerca: siglati accordi con Cfs e Mit

Francesca Caiazzo

09/03/2018

Eni ha siglato un accordo con Cfs per realizzare un impianto che produrrà energia da fusione. L’operazione prevede un investimento iniziale di 50 milioni di dollari. Intesa anche con il Mit sul fronte della ricerca.

Eni investe nella fusione e nella ricerca: siglati accordi con Cfs e Mit

Eni entra nel progetto di fusione del Massachusetts Institute of Technology e di Commonwealth Fusion Systems (Cfs).

Il gruppo italiano ha infatti sottoscritto due importanti accordi: il primo con Cfs per sviluppare un impianto che produrrà energia grazie alla fusione e il secondo con il Mit per avviare un programma di ricerca.

Eni conferma dunque di voler procedere verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative e compie un altro, importante passo in questa direzione.

Gli accordi con Cfs e Mit

La Commonwealth Fusion Systems è una società nata come spin-out del Mit ed è formata da un gruppo di ex ricercatori e scienziati provenienti proprio dall’istituto di ricerca statunitense.

Con l’accordo siglato, Eni andrà ad acquisire una quota del capitale di Cfs, entrando anche nella compagine del Consiglio di Amministrazione della società.

L’ingresso del gruppo oil sarà perfezionato entro il secondo semestre di quest’anno e l’operazione prevede un investimento iniziale di circa 50 milioni di dollari.

Eni, inoltre, entrando in Cfs, potrà mettere a disposizione dell’équipe scientifica, non solo risorse ma anche le proprie competenze industriali.

Il progetto, fanno sapere dall’Eni, si articolerà in tre fasi:

“La prima prevede lo sviluppo di magneti a superconduttori ad alta temperatura, la seconda la realizzazione di un reattore sperimentale, la terza e ultima la costruzione ed esercizio del primo impianto industriale che possa garantire una produzione continuativa e remunerativa di energia da fusione”.

La fusione, viene sottolineato, rappresenta una fonte sicura, sostenibile, virtualmente inesauribile e senza alcuna emissione di inquinanti e gas serra.

Il secondo accordo, l’Eni lo ha siglato con il Mit ed è finalizzato a mettere in campo programmi di ricerca congiunti in tre ambiti: fisica del plasma, tecnologie dei reattori a fusione e tecnologie degli elettromagneti di nuova generazione.

Eni verso la decarbonizzazione

Le operazioni che Eni mette in campo con questi due accordi puntano verso l’implementazione di nuove fonti energetiche alternative secondo la strategia di decarbonizzazione che il gruppo italiano sta portando avanti.

Non a caso, lo stesso amministratore delegato, Claudio Descalzi, commentando le due importanti intese ha sottolineato:

“Oggi è un giorno davvero importante per noi poiché, grazie a questo accordo, Eni compie un notevole passo avanti verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative con un sempre minor impatto ambientale. La fusione è la vera fonte energetica del futuro, poiché completamente sostenibile, non rilascia né emissioni né scarti ed è potenzialmente inesauribile. Un traguardo che noi di Eni siamo sempre più determinati a raggiungere in tempi brevi”.

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