Una scoperta da 1,5 trilioni di dollari potrebbe far «volare» Elon Musk e rivoluzionare il mercato globale dei veicoli elettrici: ecco chi beneficerà del nuovo giacimento di litio.
Elon Musk potrebbe aver fatto jackpot dopo la scoperta del giacimento di oro bianco vulcanico, ossia di litio, nella caldera McDermitt, un antico supervulcano situato tra Nevada e Oregon.
Una scoperta straordinaria che potrebbe segnare un punto di svolta per l’industria dei veicoli elettrici e, in particolare, per Tesla. Un team di ricercatori, infatti, ha individuato quello che potrebbe essere il più grande giacimento di litio al mondo, di cui si stima un valore di circa 1.500 miliardi di dollari (che nel sistema americano equivale a 1,5 trilions di dollari), una cifra che ha immediatamente attirato l’attenzione di investitori, aziende tecnologiche e governi.
La caldera si estende per circa 45 per 35 chilometri e si è formata 16,4 milioni di anni fa in seguito a una colossale eruzione vulcanica. I sedimenti del lago che si formò successivamente hanno generato strati argillosi ad alta concentrazione di litio, fino al 2,4% in peso, ben al di sopra della media globale dello 0,4%. Secondo le prime stime, la quantità di litio presente nella caldera sarebbe sufficiente per alimentare fino a 600 milioni di veicoli elettrici.
In un’epoca in cui il litio è considerato il “nuovo petrolio” per il suo ruolo chiave nelle batterie ricaricabili, questa scoperta potrebbe rappresentare un vero e proprio premio strategico e finanziario per Elon Musk e l’intero comparto dell’elettrico. Ecco perché questa scoperta cambia le sorti di Tesla e non solo: di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
Perché la scoperta del giacimento di litio è un “premio” per Musk?
Elon Musk, fondatore e CEO di Tesla, potrebbe veder aumentare la sua influenza e il valore della sua azienda grazie a questa scoperta. Il litio è un componente essenziale delle batterie ricaricabili (batterie agli ioni di litio), usate non solo nei veicoli elettrici ma anche in smartphone, computer e non solo.
Con la crescente pressione globale per la transizione ecologica e l’abbandono dei combustibili fossili, la domanda di litio è quindi aumentata esponenzialmente. Tesla , già attivamente coinvolta nella filiera del litio, possiede una raffineria in Texas con l’ambizione di produrre 50 GWh di litio all’anno, rendendosi sempre più indipendente dai fornitori esteri.
Tuttavia, fino a oggi, la casa di produzione Musk ha dovuto far affrontare una catena di approvvigionamento globale complessa e vulnerabile, anche a causa di dazi imposti da Trump nella sua personale guerra commerciale con la Cina. Avere accesso diretto a un’enorme riserva americana potrebbe quindi eliminare queste difficoltà logistiche e politiche.
Se le tonnellate stimate di litio venissero pienamente sfruttate, gli Stati Uniti potrebbero ridurre drasticamente la loro dipendenza dalle importazioni, rafforzando la posizione di Tesla come leader nel settore. Infatti, nonostante un recente calo del -70% dei profitti dell’azienda, la notizia del giacimento potrebbe invertire la rotta e rappresentare una svolta finanziaria fondamentale per Musk.
Chi altri beneficerà della scoperta del giacimento di litio: sarà battaglia?
Elon Musk non è l’unico a guardare con interesse a questa ricca scoperta. L’intera industria dei veicoli elettrici americana potrebbe ottenere enormi vantaggi.
Tra questi anche Jeff Bezos, che ha recentemente investito nella startup orientata proprio alla produzione di veicoli elettrici. Così come nel settore spaziale Musk e Bezos si contendono il primato con SpaceX e Blue Origin, ora anche nel campo dell’elettrico si profila una nuova competizione tra i due miliardari. La disponibilità di una risorsa strategica come il litio su suolo americano potrebbe incentivare nuovi investimenti, attirare startup, e rafforzare l’autonomia energetica degli Stati Uniti.
Tuttavia, le conseguenze geopolitiche non si faranno attendere. Paesi come Bolivia, Cile e Australia, attualmente tra i principali esportatori di litio, potrebbero vedere ridotto il proprio peso sul mercato globale. Si prospetta quindi un ribilanciamento delle alleanze e delle strategie economiche legate alla transizione energetica.
Musk e la miniera di litio: polemiche con le comunità indigene
Non mancano però le polemiche. Diverse comunità indigene, come quella del popolo di Red Mountain, hanno criticato il progetto definendolo “colonialismo verde”. La possibile estrazione mineraria rischia di danneggiare ecosistemi fragili e territori sacri per le popolazioni locali. Queste tensioni evidenziano il lato oscuro della corsa alle risorse necessarie per la transizione ecologica: il rischio che la salvezza climatica si traduca in nuovi conflitti territoriali e sociali.
In definitiva, se da un lato la caldera McDermitt può rappresentare una svolta tecnologica, economica e un premio per Musk, dall’altro essa pone interrogativi urgenti su come bilanciare sviluppo e rispetto per i diritti delle comunità locali e per l’ambiente. Il “premio” in gioco è enorme, ma il prezzo da pagare potrebbe essere altrettanto significativo.
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