«Eliminare Putin per fermare la guerra», il capo della Diplomazia rompe il tabù. Cosa sta succedendo

Emiliana Costa

03/03/2022

03/03/2022 - 12:45

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«Eliminare Putin per fermare la guerra». La dichiarazione del capo della Diplomazia rompe il tabù. Cosa sta succedendo? Entriamo nel dettaglio.

«Eliminare Putin per fermare la guerra», il capo della Diplomazia rompe il tabù. Cosa sta succedendo

«Putin è un bandito e un dittatore. Potremmo augurarci che sia eliminato fisicamente da una rivolta per fermare la guerra». È la dichiarazione choc del ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn alla radio pubblica 100.7.

Il politico è il primo a parlare apertamente di "eliminazione" del capo del Cremlino. Segnale che il responsabile della diplomazia lussemburghese non crede più nella diplomazia. Ma qual è esattamente la posizione di Asselborn? Entriamo nel dettaglio.

"Eliminare Putin", la dichiarazione del ministro Asselborn

Il ministro degli Esteri del Lussemburgo è il primo a parlare apertamente di «eliminazione di Putin» per fermare la guerra. Alla radio pubblica 100.7, Asselborn ha dichiarato: «Putin è un bandito e un dittatore. Potremmo augurarci che sia eliminato fisicamente da una rivolta per fermare la guerra».

E ha continuato: «Qualche settimana fa non avrei potuto immaginare che si fornissero armi a un paese in guerra. L’eliminazione di Putin sembra essere l’unica soluzione per porre fine al conflitto».

Poi però è arrivata la marcia indietro del ministro: Asselborn ha spiegato all’Afp di aver parlato impulsivamente subito dopo aver saputo che l’esercito russo stava bombardando i civili in Ucraina. Anche se Putin continuava a negare. «Mi dispiace davvero per la mancanza di informazione che arriva al popolo russo: se sapessero il reale numero di morti che hanno sulla coscienza scenderebbero in strada per rovesciare il Cremlino», ha spiegato Asselborn.

Nella notte, ancora bombardamenti sulle città ucraine. Da Kharkiv a Kiev. A Kharkiv sono state colpite almeno tre scuole e la cattedrale dell’Assunzione. Oggi, 3 marzo, riprendono i negoziati ma Zelensky in un videomessaggio ha avvertito: «Non rinunceremo a ciò che è nostro».

Taglia da un milione di dollari su Putin

"Taglia da un milione di dollari su Vladimir Putin". A offrirla, un imprenditore russo residente negli Usa, Alex Konanykhin. Che in un post su Facebook ha affermato: «Prometto di ricompensare con un milione di dollari gli ufficiali che, nell’adempimento del loro dovere costituzionale, arresteranno Putin come criminale di guerra in base al diritto russo e internazionale».

Secondo Konanykhin «Putin non è il presidente, dal momento che è arrivato al potere come risultato di un’operazione speciale di esplosioni di condomini in Russia (in un riferimento a una serie di attentati avvenuti nel settembre del 1999 per i quali vennero accusati i separatisti ceceni, ndr), ha poi violato la Costituzione eliminando le libere elezioni e uccidendo i suoi oppositori».

E conclude: «Come cittadino russo di etnia russa, vedo come mio dovere morale facilitare la denazificazione della Russia. Continuerò la mia assistenza all’Ucraina nei suoi sforzi eroici per resistere all’assalto di Putin».

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