Elezioni sindaco New York 2025. Candidati, quando si vota, sondaggi, scenari

P. F.

3 Novembre 2025 - 19:34

Guida alle elezioni sindaco New York 2025: ecco tutte le informazioni per capire quando si vota, chi sono i candidati, cosa dicono i sondaggi e quali sono i possibili scenari in base a chi vincerà.

Elezioni sindaco New York 2025. Candidati, quando si vota, sondaggi, scenari

Chi sarà il nuovo sindaco di New York? Il verdetto si avvicina. Martedì 4 novembre, dalle 6:00 alle 21:00 ora locale, gli abitanti della Grande Mela dovranno eleggere il nuovo sindaco, anche se alcuni hanno già espresso il loro voto anticipato tramite il servizio di early voting.

Sono tre i candidati principali aspiranti alla carica di sindaco della città più popolosa degli Stati Uniti. In testa ai sondaggi c’è Zohran Mamdani, giovane deputato democratico nato in Uganda che, se eletto, diventerebbe il primo sindaco musulmano di New York. A sfidarlo ci sono Andrew Cuomo, ex governatore dello Stato di New York, e Curtis Sliwa, esponente repubblicano e attivista civico noto per il suo impegno sul fronte della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Di seguito, una guida completa alle elezioni di New York: i programmi dei candidati, gli scenari possibili in caso di vittoria di ciascuno di loro e un’analisi degli ultimi sondaggi.

Quando e come si vota per le elezioni del sindaco di New York

Durante la giornata di martedì 4 novembre 2025, i seggi newyorkesi saranno aperti dalle 6:00 alle 21:00 ora locale (ovvero dalle 12:00 alle 3:00 del 5 novembre in Italia). Tuttavia, da sabato 25 ottobre a domenica 2 novembre i cittadini hanno potuto votare in anticipo tramite early voting, o “voto di convenienza”, un processo mediante il quale gli elettori in un’elezione pubblica possono votare prima del giorno elettorale programmato.

Secondo il New York City Board of Elections, l’ente responsabile della gestione delle elezioni nella metropoli, oltre 735.000 elettori avrebbero già votato durante il periodo di early voting nei cinque distretti della città - Manhattan, Bronx, Brooklyn, Queens e Staten Island.

Oltre alla corsa per il sindaco, i cittadini saranno chiamati a scegliere anche:

  • il Public Advocate, l’ufficio esecutivo che agisce come collegamento tra i cittadini e il governo della città, simile a un difensore civico;
  • il NYC Comptroller, l’ufficio con responsabilità principalmente finanziarie e di controllo che agisce come “revisore generale” dell’amministrazione cittadina;
  • il Borough President, uno per ciascuno dei cinque distretti (“borough”) della città, è un rappresentante politico e supervisore consultivo con influenza su pianificazione, budget locale e nomine;
  • il District Attorney (Procuratore Distrettuale), uno per ciascuno dei cinque distretti della città, è un ufficiale giudiziario principale responsabile delle indagini e delle cause penali in un determinato zona della città;
  • il City Council di New York, composto da 51 membri, uno per ciascun distretto della città (16 per Brooklyn, 14 per Queens, 12 per Manhattan, 9 per Bronx e 4 per Staten Island), con funzioni di legislazione locale, approvazione del bilancio, supervisione del sindaco e delle agenzie e rappresentanza dei cittadini.

I candidati a sindaco di New York

Ma chi sono i tre politici che ambiscono a diventare il primo cittadino della Grande Mela? Il favorito è Zohran Mamdani, 34enne musulmano e socialista che ha il pieno sostegno dall’ala democratica più progressista e persino dell’ex presidente statunitense Barack Obama. C’è poi l’indipendente Andrew Cuomo, ex governatore dello Stato di New York che è appoggiato da Donald Trump e dall’attuale sindaco Eric Adams. Infine Curtis Sliwa, repubblicano che punta a rendere la metropoli statunitense un luogo sicuro e protetto 24 ore su 24. Analizziamo biografia e programma politico dei tre principali candidati in corsa per la carica di nuovo sindaco di New York:

Zohran Mamdani (Democratico)

Il musulmano Zohran Mamdani ha conquistato attenzione e consensi puntando su un messaggio diretto: ridurre il costo della vita per gli abitanti di New York. Nato in Uganda, in Africa Orientale, da genitori indiani e naturalizzato americano nel 2018, il politico rappresenta il volto di una nuova sinistra giovane e inclusiva. La sua forza comunicativa sui social e la capacità di coinvolgere centinaia di volontari nei quartieri popolari gli hanno permesso di imporsi come simbolo di un cambiamento concreto per i cittadini di ceto medio-basso della Grande Mela.

Nel suo programma, Mamdani individua come priorità i bisogni quotidiani delle persone comuni: affitti, spesa, trasporti e assistenza all’infanzia. Tra le sue proposte figurano la nascita di supermercati pubblici per contrastare l’aumento dei prezzi alimentari, il blocco degli affitti per quattro anni per chi vive in appartamenti a canone calmierato e nuovi progetti di edilizia accessibile. Sul fronte della mobilità, il candidato dem propone autobus gratuiti e un sistema di trasporto più rapido ed efficiente, mentre per le famiglie immagina asili nido pubblici e gratuiti per i bambini dai primi mesi di vita fino ai cinque anni.

L’ambizioso piano di Mamdani è molto costoso. Secondo le stime del New York Times, servirebbero circa 7 miliardi di dollari l’anno, di cui 6 soltanto per gli asili, una cifra che supererebbe l’attuale budget del dipartimento di polizia di New York. Per l’aspirante sindaco, tuttavia, è una spesa sostenibile all’interno di un bilancio comunale da 116 miliardi di dollari. Inoltre, per finanziare le sue misure, Mamdani propone di alzare le imposte all’1% dei cittadini più ricchi - quelli con redditi superiori al milione di dollari - e di incrementare l’aliquota per le imprese fino all’11,5%.

Andrew Cuomo (Indipendente)

A 68 anni, Andrew Cuomo tenta il ritorno sulla scena politica newyorkese, dopo essere stato governatore dello Stato di New York dal 1° gennaio 2011 al 1° agosto 2021, per tre mandati consecutivi. Sceglie di correre senza il sostegno di alcun partito, un gesto più unico che raro in un sistema dominato da Democratici e Repubblicani.

Il candidato indipendente subisce l’influenza della politica sin da bambino. Suo padre, Mario Cuomo, era stato il 52° governatore dello Stato di New York. Cuomo si è poi sposato con la settima figlia di Robert Kennedy, Mary Kerry, da cui ha divorziato nel 2005. Il politico vanta una carriera di lungo corso: è stato anche procuratore generale dello Stato e membro dell’amministrazione Clinton. Forte di questa autorità, ha impostato una campagna dai toni moderati, che punta a riconquistare la fiducia degli elettori con proposte legate alla sicurezza, all’edilizia accessibile e alla tutela della classe media.

Nel suo programma figurano l’assunzione di 5.000 nuovi agenti di polizia per rendere più sicuri i quartieri e un piano di nuove abitazioni a canone calmierato, pensato per rispondere all’emergenza affitti. Inoltre, Cuomo sostiene l’introduzione di un salario minimo più equo e nuovi incentivi per sostenere la ripresa economica urbana.

Tuttavia, l’ombra di un’accusa molto grave continua a incombere sul politico. Nel 2021 Cuomo si è dovuto dimettere dalla carica di governatore dopo essere stato denunciato per molestie sessuali da 13 donne. Nonostante le accuse siano state in seguito ritirate, l’episodio ha segnato profondamente la carriera politica di Cuomo, che ora tenta di tornare alla ribalta presentandosi come una figura esperta, autonoma e senza etichette.

Curtis Sliwa (Repubblicano)

Curtis Sliwa è una figura storica del panorama politico newyorkese. Conosciuto da decenni per la sua presenza combattiva e per le sue posizioni conservatrici, ha raggiunto la fama nel 1979 dopo aver fondato i Guardian Angels, un gruppo di volontari - riconoscibili dai berretti rossi - che pattugliano le strade e la linea metropolitana di New York per prevenire i crimini. Questo impegno civico gli ha valso fama e rispetto, ma anche momenti di grave pericolo: nel 1992 è stato vittima di una sparatoria dopo aver denunciato le attività illecite di un boss mafioso.

Sliwa torna a correre per la carica di primo cittadino per la seconda volta, dopo una prima - fallimentare - candidatura a sindaco nel 2021 con il Partito Repubblicano. Il suo programma è incentrato principalmente sul miglioramento delle misure di sicurezza della città. Tra i punti cardine c’è l’aumento della presenza delle forze dell’ordine, il rafforzamento dei poteri della polizia municipale e la ferma opposizione alla chiusura di Rikers Island, la controversa prigione cittadina che, a suo dire, non può essere sostituita senza compromettere l’ordine pubblico.

Oltre alle questioni di sicurezza, Sliwa punta a una riduzione della pressione fiscale sui cittadini. Le sue posizioni tradizionaliste e l’immagine da “paladino della legge” gli hanno garantito una piccola - ma solida - base di sostenitori. Nonostante sia considerato da molti un candidato marginale, il ruolo di Sliwa potrebbe rivelarsi decisivo nel caso in cui il voto risultasse molto equilibrato, una situazione in cui anche una piccola percentuale di elettori può ribaltare gli esiti elettorali in modo improvviso.

I sondaggi sulle elezioni per il sindaco di New York. Chi vincerà?

Secondo l’ultimo sondaggio di Fox News, Zohran Mamdani sarebbe il favorito, con il 47% delle preferenze, mentre Cuomo si troverebbe parecchio più indietro, al 31%. Il sostegno all’ex governatore, già sconfitto dal socialista musulmano durante le primarie del Partito Democratico dello scorso giugno, arriva principalmente dalla comunità ebraica di New York, che Cuomo ha conquistato grazie alla sua ferma opposizione alla posizione dichiaratamente pro Palestina di Mamdani.

In uno dei duelli televisivi tra i candidati, Cuomo aveva infatti accusato Mamdani di sostenere Hamas, l’organizzazione paramilitare palestinese responsabile del massacro del 7 ottobre 2023 in Israele. Tuttavia, il democratico - che a sua volta conta sull’appoggio degli ebrei newyorkesi contrari al conflitto a Gaza - si era difeso dichiarando di essere favorevole a un cessate il fuoco da entrambe le parti, accusando poi Cuomo di essere stato un “membro del team di difesa” del premier israeliano Benjamin Netanyahu durante il suo “genocidio in Palestina”.

Per ultimo si colloca Sliwa, con il 15%, una distanza notevole rispetto - in primis - a Mamdani, e comunque significativa nei confronti di Cuomo.

I possibili scenari in caso di vittoria dei tre candidati

Ecco una panoramica dei possibili scenari politici e amministrativi nel caso in cui vincesse Zohran Mamdani, Andrew Cuomo o Curtis Sliwa.

Se vince Zohran Mamdani

Se a prevalere fosse Mamdani, la città vivrebbe una svolta politica marcata verso sinistra, incentrata sull’offerta di servizi pubblici gratuiti, tassazione più alta per ricchi e grandi imprese e una politica abitativa aggressiva per fermare l’aumento degli affitti.

Tuttavia, molte delle sue misure richiederebbero il supporto economico e amministrativo dello Stato di New York e del consiglio comunale, organizzazioni su cui ha potere decisionale il suo “nemico numero uno”: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito Mamdani “un comunista di 34 anni che non sa niente” e “che probabilmente non ha mai lavorato un giorno in vita sua, ma a quanto pare fa presa”.

Secondo Cuomo, poi, la vittoria di Mamdani potrebbe “far scomparire la New York che conosciamo”. L’ex governatore ha sostenuto che la città “diventerebbe socialista”, con conseguenze potenzialmente gravi come la “fuga dei produttori di ricchezza, aumento della spesa pubblica e una possibile replica della crisi finanziaria degli anni Settanta”. Inoltre, secondo il candidato indipendente (ma sempre ex democratico), il trionfo di Mamdani potrebbe favorire un ritorno di Donald Trump sulla scena politica newyorkese, generando, a suo dire, una “carneficina” politica ed economica per la città.

Se vince Andrew Cuomo

La vittoria di Andrew Cuomo, invece, rappresenterebbe un’alternativa pragmatica alle politiche più radicali di Mamdani. Nonostante le promesse di solidità amministrativa e una gestione esperta della città, il governo del candidato indipendente rischierebbe di scontrarsi con la diffidenza dei progressisti e con il peso degli scandali che hanno segnato il suo passato politico.

La sua vittoria rappresenterebbe una scelta di continuità con le amministrazioni precedenti (Cuomo è supportato dall’attuale sindaco Eric Adams), che hanno privilegiato sicurezza, bilancio e rapporti con il mondo imprenditoriale rispetto a riforme più strutturali. Una New York guidata da Cuomo sarebbe probabilmente più stabile, ma anche meno “generosa” nei confronti delle classi medio-basse.

Se vince Curtis Sliwa

In questa ipotesi, la più improbabile, Sliwa rappresenterebbe una brusca inversione di rotta per una città che da decenni vota a maggioranza democratica. Il politico repubblicano dovrebbe infatti governare in netta minoranza, poiché il consiglio comunale e il governo statale restano saldamente in mano al Partito Democratico.

A ciò si aggiunge un altro ostacolo politico: l’assenza di sostegno da parte dell’ala conservatrice del suo stesso partito. Nonostante militi tra i repubblicani, Sliwa è guardato con diffidenza dai fautori di Donald Trump. Lo stesso presidente, in un’intervista a Fox & Friends, lo ha definito “non esattamente un uomo da prima serata” e lo ha ridicolizzato per la sua passione per i gatti.

Il tycoon lo ha inoltre accusato di voler trasformare Gracie Mansion, la residenza ufficiale del sindaco di New York, in un rifugio felino. I piani di Sliwa, tuttavia, erano molto più semplici: il candidato, un animalista convinto, aveva solo intenzione di riservare una parte del parco all’interno della villa a un centro per animali abbandonati.

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