Elezioni europee: chi sono i capilista e perché sono importanti

Alessandro Cipolla

02/04/2024

02/04/2024 - 14:20

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Si parla molto dei capilista in vista delle elezioni europee 2024: ecco chi sono e perché saranno molto importanti per i partiti.

Elezioni europee: chi sono i capilista e perché sono importanti

Elezioni europee 2024, perché di recente si sta parlando molto dei capilista? Man mano che ci stiamo avvicinando al termine per la presentazione delle liste - le urne si apriranno in data 8 e 9 giugno -, sono in corso le proverbiali grandi manovre all’interno dei partiti.

Alle elezioni europee la legge elettorale - puramente proporzionale e con una soglia di sbarramento a livello nazionale fissata al 4% - andrà a dividere l’Italia in cinque circoscrizioni: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole.

In totale andremo a eleggere 73 eurodeputati, con i partiti che non possono dare vita a coalizioni ma solo delle liste unitarie: più forze politiche così possono unirsi sotto lo stesso simbolo e correre per cercare di superare il 4%.

Ciascun partito - o listone - dovrà presentare una lista per ogni circoscrizione: sono ammesse le pluricandidature e ogni elettore potrà esprimere fino a tre preferenze tutte all’interno della stessa lista.

Ma cosa sono allora i capilista? Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e perché sono considerati così importanti in vista delle elezioni europee 2024 che si terranno a giugno.

I capilista alle elezioni europee

Non sarà facile per i vari candidati essere eletti alle elezioni europee 2024; giusto per fare un esempio, Fratelli d’Italia che per i sondaggi è largamente in testa nelle intenzioni di voto dovrebbe portare all’Eurocamera circa 24 deputati.

In base al numero dei voti presi, viene determinato il numero dei seggi ottenuti dalle liste che hanno superato il 4% nelle varie circoscrizioni. Se per fare un altro esempio il Pd dovesse ottenere tre seggi nella circoscrizione Centro, diventeranno eurodeputati i tre candidati che hanno preso più voti all’interno della lista.

La competizione di conseguenza è serrata anche all’interno degli stessi partiti, tanto che alle elezioni europee non esistono seggi considerati blindati a differenza delle politiche; in più la campagna elettorale per un candidato è assai dispendiosa, almeno 50.000 euro per cercare di approdare a Strasburgo e Bruxelles.

Il capolista così è il primo nome presente sulla lista di un partito in ogni circoscrizione. Nel 2019 Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono presentati come capilista rispettivamente di Lega e FdI in tutte e cinque le circoscrizioni, Silvio Berlusconi in quattro lasciando il Centro ad Antonio Tajani.

Il capolista deve ugualmente ottenere più voti degli altri candidati per sperare di essere eletto, ma la posizione in cima alla lista di certo può dargli più chance con l’elettore che potrebbe assegnargli una delle tre preferenze a disposizione quasi in maniera automatica.

Cinque anni fa Salvini e Meloni si sono candidati pur sapendo che poi avrebbero rifiutato il seggio altrimenti si sarebbero dovuti dimettere dal nostro Parlamento; la presenza del leader però può calamitare diversi voti.

Un recente sondaggio di Euromedia Research ha stimato che se Giorgia Meloni ed Elly Schlein dovessero candidarsi come capilista alle elezioni europee, sia Fratelli d’Italia sia il Pd andrebbero a ottenere più voti rispetto alla stima fatta senza la loro candidatura.

Da qui l’importanza dei capilista alle elezioni europee, con solo Matteo Renzi tra i vari leader che finora ha ufficializzato la sua candidatura, ma molti altri presto se ne potrebbero aggiungere.

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