Elezioni Figc: Carlo Tavecchio è stato riconfermato come presidente con il 54% dei voti, superando solo al ballottaggio lo sfidante Andrea Abodi.
Elezioni Figc: Carlo Tavecchio è stato rieletto presidente della Figc con il 54% delle preferenze al terzo turno delle votazioni. Alla seconda votazione Tavecchio era al 53,7% mentre Abodi e circa al 45%.
Questo è l’esito dell’esito della elezione Figc che ha incoronato quindi di nuovo Carlo Tavecchio, che così avrà luogo di operare al suo secondo mandato dopo la prima vittoria nel 2013 contro Demetrio Albertini.
Fino all’ultimo comunque ha cullato la possibilità di vincere Andrea Abodi, cui però sono mancati i voti decisivi dei club di Serie A, che alla fine hanno deciso di confermare il loro appoggio al presidente uscente.
Elezioni Figc: come si vota?
Come si vota alle elezioni della Figc? Quando Carlo Tavecchio divenne presidente fu eletto con il 63% delle preferenze. Sfidante di allora era Demetrio Albertini, che nonostante l’appoggio della Juve e di altre componenti non riuscì nell’impresa di imporsi.
Nonostante la larga maggioranza ottenuta, Tavecchio però non è riuscito a portare a termine quella riforma dei campionati da una parte tanto invocata ma dall’altra anche temuta dagli stessi club, spesso ben arroccati nel difendere il proprio orticello.
Oltre al non aver fatto le riforme promesse, Tavecchio pagherebbe anche le sue uscite poco felici e l’insofferenza di una parte del mondo del calcio italiano verso la figura di Claudio Lotito, suo uomo ombra e più grande sponsor.
Alla votazione per eleggere il nuovo presidente della FIGC partecipano in totale 278 delegati: 20 sono i club di serie A, 22 quelli di serie B, 60 di Lega Pro, 90 in rappresentanza dei Dilettanti, 52 dei calciatori, 26 degli allenatori e 9 degli arbitri.
Per essere eletti presidente della FIGC al primo scrutinio bisogna aver raggiunto il 75% dei voti. Se non viene raggiunta questa soglia, al secondo scrutinio ci sarà un ribasso ai due terzi del totale dei votanti. Se anche qui dovesse esserci un nulla di fatto, al terzo scrutinio occorrerà raggiungere il 50%.
Lo scenario più probabile è che si arrivi alla terza tornata di votazione, visto che i due contenti alla presidenza della Figc sono vicinissimi. Un’autentica battaglia che si giocherà sul filo di lana, con sia Abodi che Tavecchio che potranno contare su due blocchi di voti definiti, con in mezzo l’incognita della Serie A.
Elezioni Figc: chi sta con Tavecchio e chi con Abodi
Per essere eletto nuovo presidente Figc, uno tra Tavecchio e Abodi dovrà quindi avere dalla sua parte i voti di almeno 140 delegati. Ma visto la probabile astensione dei 9 rappresentanti degli arbitri, il quorum può abbassarsi a 135 voti.
Al momento Carlo Tavecchio può contare sul fermo appoggio dei tanti delegati della Lega Dilettanti della quale è stato a lungo in passato presidente, degli allenatori e da quanto emerso dall’ultima riunione anche di circa 15 club di Serie A.
Con Abodi invece c’è tutta la Serie B di cui è presidente dimissionario, la Lega Pro, l’Associazione Calciatori e i rimanenti club di Serie A che non hanno intenzione di appoggiare Tavecchio.
Stando così le cose, Abodi sarebbe in vantaggio di qualche voto come anche riportato da Adnkronos in un sondaggio che darebbe l’ex presidente della Lega di Serie B al 49,8% e Tavecchio al 48,2%, dando per scontato l’astensione degli arbitri.
Il fatto però è che Claudio Lotito ha molto influenza, oltre a possedere anche la Salernitana, su molti club di Serie B e Lega Pro, con Tavecchio che quindi potrebbe attingere voti decisivi nei due fortini di Abodi.
Allo stesso tempo però, gli arbitri potrebbero decidere di schierarsi nella terza votazione, diventando così decisivi al fine dell’elezione, ma anche altri club di Serie A alla fine non è da escludere che possano passare tra le fila di Abodi.
La partita quindi è apertissima, in un match dal risultato assolutamente incerto dove sport, interessi e anche politica si intrecciano. L’unica speranza è che comunque, chiunque sia il nuovo presidente della Figc, riesca a portare a termine quelle riforme di cui il nostro calcio necessita.
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