Elenco dei cattivi pagatori: cos’è e conseguenze per gli iscritti

Simone Micocci

22 Dicembre 2017 - 11:27

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Chi finisce nell’elenco dei cattivi pagatori gestiti dal SIC difficilmente riuscirà ad ottenere un nuovo prestito o finanziamento. Ma l’iscrizione al registro non dura per sempre.

Elenco dei cattivi pagatori: cos’è e conseguenze per gli iscritti

L’elenco dei cattivi pagatori è quella lista dove banche e finanziarie inseriscono coloro che non hanno restituito un prestito entro le tempistiche predeterminate oppure non hanno pagato una rata del mutuo.

Il problema è che una volta inseriti nell’elenco dei cattivi pagatori tutti gli altri intermediari finanziari vengono a conoscenza della vostra insolvenza nei pagamenti e di conseguenza sarà molto difficile chiedere nuovamente un prestito, un mutuo, o una finanziaria per l’acquisto di un elettrodomestico o dell’automobile.

Per cancellarsi dall’elenco dei cattivi pagatori inoltre bisogna attendere diversi mesi a seconda del ritardo con il quale si è ottemperato al proprio debito.

Quando si parla di elenco dei cattivi pagatori si pensa subito ai SIC - i Sistemi di informazioni creditizie - ossia quei registri in cui vengono raccolte tutte le informazioni relative alle richieste di credito e ai rimborsi dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito e dalle finanziarie.

Tuttavia c’è una differenza molto importante tra questi strumenti: essere iscritto nel SIC, infatti, non è di per sé una cosa negativa poiché non significa automaticamente che siete stati definiti come dei cattivi pagatori.

Per fare chiarezza su questo e altri aspetti dell’elenco dei cattivi pagatori, come ad esempio delle conseguenze per chi viene iscritto, continuate a leggere perché di seguito trovate tutte le informazioni di cui avete bisogno. Partiamo con chiarire il significato e la funzione dei sistemi di informazioni creditizie.

Cosa sono i SIC?

Come anticipato, i SIC sono i sistemi di informazioni creditizie dove vengono inseriti tutti i dati riguardanti i finanziamenti concessi e i relativi rimborsi, sia quelli positivi che quelli negativi. Basti pensare che ad oggi il 95% delle informazioni in possesso dei SIC riguardano persone che pagano con regolarità i propri finanziamenti.

Tuttavia, quando una banca o una finanziaria non riesce ad ottenere il rimborso del proprio credito entro le tempistiche prestabilite può chiedere al SIC di inserire il debitore nella lista dei cattivi pagatori, con tutte le conseguenze che ne derivano (che vedremo di seguito).

In Italia sono tre i maggiori SIC che si occupano della gestione dei registri dei pagatori. Si tratta di:

  • CRIF: centrale rischi finanziari;
  • ECIS: Experian Cerved Information Service;
  • CTC: consorzio di tutela del credito.

Nello svolgimento delle loro attività questi tre enti devono rifarsi al “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti” emanato dal Garante della Privacy nel 2004.

Un aspetto che merita di essere chiarito è quello che riguarda l’inserimento dei dati e delle informazioni personali nei registri. Molti credono che sono i SIC a rivolgersi ai singoli intermediari finanziari, ma non è così. Sono infatti le banche e le finanziarie ad inviare le comunicazioni ai SIC, così da contribuire a creare un network di informazione capillare sul territorio nazionale.

In questo modo quando devono decidere se concedere o meno un finanziamento, un prestito, o un mutuo, gli istituti creditizi possono consultare questi elenchi e conoscere i precedenti del richiedente.

Quando scatta l’iscrizione?

Quando non si paga la rata di un mutuo, o anche se si dimentica di versare una rata di un finanziamento, c’è il timore di essere segnalati ai SIC come cattivi pagatori. È bene specificare però che la segnalazione non avviene immediatamente visto che gli intermediari finanziari rispettano una sorta di “periodo di tolleranza”.

Solitamente la registrazione all’elenco dei cattivi pagatori avviene quando la rata del prestito non viene pagata per più di 2 mesi. In tal caso, prima di inviare la segnalazione al SIC, l’intermediario ha il dovere di comunicare al debitore interessato un ultimatum per la regolarizzazione della propria posizione debitoria.

Se il debitore non provvede a pagare tutti gli arretrati entro 15 giorni, allora la segnalazione diventa effettiva.

Conseguenze dell’iscrizione

Prima di rispondere a questa domanda bisogna specificare che non sempre chi viene iscritto nell’elenco dei cattivi pagatori ne viene a conoscenza immediatamente. Infatti i SIC non sono obbligati ad inviare una comunicazione all’interessato, il quale spesso lo viene a sapere quando chiede un nuovo prestito e - per evidenti motivi - la sua richiesta viene rifiutata.

La conseguenza più importante quindi per coloro che finiscono in questi registri (come cattivi pagatori) è che difficilmente riusciranno ad ottenere un nuovo prestito, poiché gli intermediari finanziari non hanno alcuna convenienza a concedere un credito che non hanno la sicurezza di poter recuperare.

Ecco perché spesso questi elenchi vengono definiti delle vere e proprie black list.

Come cancellarsi dal registro dei cattivi pagatori

Tuttavia una volta iscritti negli elenchi dei pagatori non ci si resta per sempre, dal momento che il regolamento stabilisce dei tempi ben precisi riguardo al tempo in cui queste informazioni sono visibili agli intermediari finanziari.

Nel dettaglio, il regolamento prevede che - qualora non ci siano notizie in merito ad un nuovo ritardo o inadempimento del debitore - le informazioni detenute dall’elenco vengono cancellate trascorsi:

  • 12 mesi per ritardi superiori a 2 mesi o nel pagamento di 1 o 2 rate;
  • 24 mesi per ritardi nel pagamento di 3 o più rate o mesi;
  • 36 mesi in caso di prestiti non rimborsati o con morosità gravi.

Per questo motivo vi suggeriamo di non rivolgervi assolutamente a coloro che vi promettono - previo il pagamento di una certa somma - la vostra cancellazione dal registro dei cattivi pagatori. Ciò infatti non può dipendere dalla decisione del SIC di riferimento, ma solo in maniera automatica trascorsi i suddetti periodi.

Le informazioni positive - ossia quelle che non fanno riferimento a mancati pagamenti o ritardi - vengono cancellate invece entro i 24 mesi dalla scadenza del contratto.

A tal proposito gli intermediari finanziari hanno il dovere di aggiornare per tempo i dati riguardanti la regolarizzazione degli adempimenti comunicati ai SIC, così che quest’ultimi vengano a conoscenza dell’ottemperanza del debito.

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