Effetto sanzioni: così la Russia in recessione trascinerà tutti nel baratro

Violetta Silvestri

21/11/2022

21/11/2022 - 14:48

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La Russia è in recessione con i dati del terzo trimestre. Colpita da sanzioni e guerra, Mosca sta crollando. Tuttavia, anche per effetto delle sanzioni, la sua crisi peserà su tutti. Italia compresa.

Effetto sanzioni: così la Russia in recessione trascinerà tutti nel baratro

L’economia russa si è contratta per il secondo trimestre consecutivo per effetto della risposta occidentale all’invasione dell’Ucraina con le sanzioni, che hanno contribuito a far precipitare Mosca in recessione

Il Pil della Russia è diminuito del 4% su base annua nei tre mesi fino a ottobre, secondo i dati preliminari diffusi dal servizio statistico federale Rosstat qualche giorno fa.

La contrazione segue le ampie restrizioni degli Stati Uniti e dell’Europa decise contro i settori energetico e finanziario della Russia, compreso un blocco della metà dei 640 miliardi di dollari della banca centrale nelle riserve di valuta estera.

Tuttavia, uno sguardo troppo concentrato solo su Mosca e sulle conseguenze interne al sistema economico del Paese delle sanzioni sarebbe riduttivo, secondo gli esperti. Sappiamo già che la crisi energetica scatenata dalla novità della guerra di Putin in Ucraina sta facendo penare il mondo, con l’Europa in testa.

La Russia in recessione, infatti, può attivare un effetto boomerang su Usa, Cina, Ue e la stessa Italia poco rassicurante: perché Mosca può trascinare tutte le potenze nel baratro economico?

La Russia è già in recessione

Nove mesi dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, la sua economia è entrata in una recessione, secondo le statistiche del Governo pubblicate pochi giorni fa.

La produzione della nazione è diminuita per due trimestri consecutivi. Nel periodo luglio-settembre, il Pil è crollato del 4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. L’attività all’ingrosso, al dettaglio, di spedizione e manifatturiera ha avuto una contrazione durante quel periodo, mentre l’edilizia e l’agricoltura sono cresciute. Il calo segue altro tonfo, del 4,1%, nell’aprile-giugno.

Nonostante sia stato valutato un peggioramento delle condizioni economiche nel mese di settembre, lasciando intravedere un periodo in peggioramento, la Russia non è stata travolta come si immaginava.

Il FMI prevedeva ad aprile un crollo del Pil della nazione di Putin dell’8,5%, che non si è avverato.
L’aumento dei prezzi dell’energia ha contribuito a incrementare le entrate di bilancio della Russia, metà delle quali proviene da petrolio e gas (il valore è stato di 300 miliardi di entrate dai carburanti). Il calo delle vendite all’esportazione, in seguito al taglio dei legami commerciali con gli alleati dell’Ucraina, ha contribuito inoltre a rafforzare il rublo.

Consensus Economics, una società che fa la media delle principali previsioni, stima che l’economia russa si ridurrà del 4,6% quest’anno. La cifra è stata rivista al rialzo rispetto al calo del 10% stimato ad aprile.

Certamente, i problemi per la Russia restano tanti e gravi. Circa 1.000 aziende occidentali sono fuggite dalla nazione, che potrebbe ritrovarsi senza componenti essenziali per le sue industrie e sempre più isolata dai mercati finanziari. Senza contare che la stessa manodopera scarseggia dopo l’arruolamento o la fuga di decine di migliaia di cittadini.

La recessione russa, comunque, trascinerà il mondo verso un cambiamento e una contrazione, come sta già avvenendo. Le sanzioni e la scelta di isolamento di Mosca, infatti, sta rivoluzionando le previsioni future e dagli Usa all’Europa fino alla Cina le stime sono pessime.

Tutto il mondo in contrazione a causa della Russia

L’analisi è degli esperti i Ispi e risulta assai chiara e utile per comprendere come la questione russa, delle sanzioni, della sua recessione sia connessa con le economie mondiali. L’Istituto parla, infatti, di un effetto boomerang derivante dalla guerra commerciale cominciata contro Putin.

“...la Russia ha già perso il 6% del PIL rispetto alle aspettative pre-crisi, ed entro il 2024 l’economia del Paese potrebbe essere ancora più piccola di oggi (-11%). Un segnale che gli effetti maggiori di guerra e sanzioni si vedranno solo nei prossimi anni”, ha spiegato Ispi.

Effetti che saranno evidenti anche per le altre nazioni. Elaborando i dati Fmi, risulta che, in confronto con le stime pre-crisi, le aspettative di crescita nel 2022 e accumulate nel 2022-2024 peggioreranno per tutti:

Crescita del Pil rispetto al periodo pre-crisi Crescita del Pil rispetto al periodo pre-crisi Economie del mondo a confronto

Da evidenziare, solo l’Arabia Saudita, fortemente dipendente dal petrolio, è vista crescere. Gli Usa potrebbero frenare più della Germania.

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