Una grande azienda russa è costretta a misure drastiche per far fronte alla crisi: licenziamenti, settimana lavorativa corta e congedi straordinari. Nulla compensa le perdite nei mercati Ue e Usa.
Le sanzioni dell’Unione europea e degli Stati Uniti e il conflitto armato in Ucraina cominciano a farsi sentire per Mosca, segnando la crisi dell’economia russa in maniera incontrovertibile. A pesare sui guadagni delle aziende è soprattutto la perdita dei mercati di esportazione europei e statunitensi, riducendo all’osso le entrate nei settori basati sul commercio estero. Così, molte aziende sono costrette ad adottare misure drastiche, tra cui anche i colossi dell’agricoltura.
Tra questi, Rostselmash (il più grande produttore russo di macchine agricole), che sta progressivamente tagliando il personale. La conseguenza è un terribile circolo vizioso che danneggia famiglie e consumatori russi, colpendo ancora più duramente le vendite nazionali. Aumenta così la pressione sul Cremlino, che sta valutando piani di contenimento dell’emergenza in settori chiave come l’industria del carbone. Nel frattempo, sempre più persone rischiano di perdere il posto di lavoro.
Rostselmash adotta misure drastiche
Secondo quanto riportato dal Moscow Times (quotidiano di giornalisti indipendenti additato come “organizzazione indesiderabile” dal procuratore generale russo) Rostselmash sta patendo una crisi economica senza precedenti. Si tratta della principale azienda russa nel mondo dei macchinari agricoli, ma la popolarità del marchio non è stata sufficiente a compensare il calo di esportazioni. L’ultimo triennio si è rivelato una discesa ripida per il produttore, costretto a ridurre progressivamente i dipendenti per contenere i costi dopo aver esaurito le strategie alternative. In particolare mettendo a confronto il periodo tra gennaio e aprile del 2021 con lo stesso nel 2025, si rileva una diminuzione delle vendite del:
- 76% per le mietitrebbie;
- 49% per le trinciacaricatrici;
- 48% per i trattori articolati.
Nel 2024 l’azienda ha subito complessivamente un calo del 130% dell’utile netto annuo, scendendo a 6,9 miliardi di rubli (85,3 milioni di dollari) con un fatturato totale in calo di quasi 20 miliardi di rubli che ammonta a 78,3 miliardi (965 milioni di dollari). Rostselmash, che esporta in 20 Paesi, sta subendo un duro colpo con la chiusura dei mercati europei e statunitensi. Così, ha tentato di contenere le spese impiegando i dipendenti su una settimana lavorativa di 4 giorni. La settimana corta non si è però rivelata sufficiente, tant’è che il mese scorso sono stati licenziati 2.000 dipendenti.
Nemmeno la riduzione del personale, tuttavia, compensa la diminuzione dei guadagni dell’azienda, che ha così annunciato un congedo straordinario per 15.000 dipendenti nel mese di giugno. Rostselmash ha descritto il congedo come una vacanza annuale riprogrammata, visto che di solito il personale ha le ferie durante il mese di agosto o settembre. Allo stesso tempo, non ha nascosto che la diminuzione della produzione e di conseguenza del personale è dovuta al profondo calo delle vendite. In un comunicato ufficiale si legge infatti:
Gli agricoltori non hanno soldi per comprare le attrezzature di cui hanno bisogno e di conseguenza il mercato si è drasticamente ridotto. Le prospettive negative sono solo peggiorate nel 2025.
L’economia russa in crisi
Rostselmash sta attuando le misure necessarie per far fronte all’importante calo di vendite. Nel frattempo, l’azienda si impegna a monitorare i cambiamenti nel mercato delle macchine agricole, pronta a cogliere momenti più favorevoli per risollevarsi. Come si evince dai comunicati stampa, Rostselmash sta anche cercando di conquistare fette di mercato in Cina, Iran, Mongolia e Kazakistan per compensare le perdite. Le prospettive per il futuro immediato non sono comunque delle migliori, come confermato anche dalle analisi del Centro ucraino per la lotta alla disinformazione (Ccipu).
Il settore agricolo è senza dubbio uno dei più colpiti dalle sanzioni, anche perché si trovava già in una situazione molto particolare. Nel decennio precedente all’invasione ucraina, infatti, il settore ha registrato una crescita record ma subito un calo dell’occupazione: è triplicata la produzione per addetto. I finanziamenti pubblici, inoltre, sono a carico della Rosselkhozbank, colpita dalle sanzioni occidentali dal 2022 ed esclusa dal sistema bancario Swift.
Nel complesso, viene messo a dura prova uno dei settori principali dell’economia di Mosca, che è comunque indebolita su tutti i fronti. L’inflazione tocca un tasso del 10,20% e il settore finanziario è in continua perdita, come pure quello bancario, con il rialzo degli interessi e imminenti rischi per i risparmi delle famiglie russe.
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