Ecobonus 2023, come funziona la detrazione? Guida ai lavori ammessi

Patrizia Del Pidio

10/11/2023

10/11/2023 - 16:16

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L’ecobonus 2023 va dal 50% al 65%, ma come funziona? Vediamo i lavori ammessi, i beneficiari e gli esclusi dalla detrazione ed esempi di calcolo dello sconto spettante.

Ecobonus 2023, come funziona la detrazione? Guida ai lavori ammessi

Come funziona l’ecobonus 2023? I lavori ammessi alla detrazione sono quelli effettuati sulla casa per il risparmio energetico e comprendono diversi interventi - che vanno dalla sostituzione di infissi e finestre alla sostituzione della caldaia - su cui si può beneficiare di uno sconto Irpef che va dal 50% al 65%. Cosa significa? Che lo Stato rimborsa tra il 50% e il 65% di quanto speso, in 10 anni, attraverso la dichiarazione dei redditi.

Per il condominio, invece, la detrazione dell’ecobonus è fino all’85%, ma solo se gli interventi oltre ad agire sul risparmio energetico vanno a incidere anche sulle prestazioni antisismiche dell’immobile.

La legge di Bilancio 2023 non è intervenuta in modo particolare sui requisiti e sui parametri per il diritto all’ecobonus, ma lo proroga fino al 31 dicembre 2024.

Con lo stop definitivo allo sconto in fattura e alla cessione del credito dello scorso febbraio, l’ecobonus può essere fruito solo come detrazione in dichiarazione dei redditi. A partire dall’anno successivo a quello di inizio delle spese per i lavori ammessi nell’ecobonus, si dichiarano al Fisco gli importi spesi e si ha diritto, ogni anno per 10 anni, ad uno sconto sul conguaglio delle tasse dovute (e già pagate, nel caso dei dipendenti) per l’anno precedente.

Discorso diverso invece per il superbonus, tramite il quale si possono fare i lavori di riqualificazione energetica degli edifici: con le modifiche della manovra, dal 2023 è al 90%.

Nella guida di seguito analizziamo i lavori ammessi alla detrazione dell’ecobonus, come funziona l’incentivo, come fare il bonifico, i documenti da conservare, l’invio (obbligatorio) della comunicazione ENEA e come usufruire della detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Cos’è l’ecobonus 2023

L’ecobonus è una detrazione fiscale che viene riconosciuta per lavori di riqualificazione energetica degli immobili già esistenti. La Legge di Bilancio 2023 ha prorogato il beneficio per i lavori eseguiti tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2024. La proroga prevista per l’ecobonus riguarda anche il bonus ristrutturazioni e il bonus mobili.

Di base l’ecobonus prevede due diverse aliquote, ovvero delle percentuali che indicano la detrazione spettante calcolata sul totale delle spese effettuate per i lavori ammessi a tale agevolazione. Queste sono:

  • del 50% per infissi, biomassa e schermature solari;
  • del 65% per le rimanenti tipologie di spese.

Per i lavori sulle parti comuni dei condomini, invece, sono previste delle aliquote che vanno dal 70% all’85%, come vedremo più avanti.

Come funziona l’ecobonus?

Come abbiamo già visto l’ecobonus è attivo laddove si eseguano lavori di riqualificazione energitica o del singolo appartamento o del condominio. Uno schema riassuntivo ci potrà fornire una visione più lineare di questo importante incentivo.

Vediamo quali sono le regole principali dell’ecobonus 2023:

  • detrazioni variabili dal 50% al 85% in base alla tipologia di lavori che si eseguono e nel caso che si eseguano sulla singola unità abitativa o in condominio;
  • i lavori ammessi sono quelli volti a migliorare l’efficienza energetica dell’unità abitativa e vanno dalla sostituzione della caldaia, degli infissi e delle finestre fino ad arrivare all’installazione di stufe e pellet, schermature solari e pompe di calore. Gli interventi compresi nel beneficio sono anche quelli di coibentazione dell’involucro esterno dell’edificio, l’installazione di impianti per la produzione di acqua calda;
  • nel caso di lavori in condominio che prevedano il miglioramento della classe di rischio sismico la detrazione spettante aumenta fino all’85%;
  • possono fruire dell’ecobonus coloro che possiedono un immobile e realizzino interventi per migliorarne l’efficienza energetica;
  • La detrazione può essere fruita solo da coloro che sono assoggettati all’Irpef e solo fino a capienza fiscale, sono esclusi, quindi, forfettari e incapienti;
  • i lavori dell’ecobonus per avere diritto alla detrazione devono essere pagati con mezzi tracciabili, ma i requisiti cambiano tra titolari di reddito di impresa e non titolari di reddito di impresa;
  • gli importi massimo detraibili sono variabili e vanno da 153.846,15 euro (con detrazione massima di 100.000 euro) a 23.076 euro (con detrazione massima di 15.000 euro);
  • necessario conservare la documentazione tecnica e la certificazione energetica dell’immobile per richiedere la detrazione;
  • obbligatoria la comunicazione ENEA che può essere inviata anche in maniera tardiva;
  • per fruire del beneficio dell’Ecobonus è possibile utilizzare solo la dichiarazione dei redditi con detrazione in dieci anni;
  • l’ecobonus rimarrà invariato anche nel 2024.

Ecobonus 2023: lavori ammessi in detrazione al 50%

L’ecobonus è l’agevolazione fiscale riconosciuta per specifici tipi di lavori che hanno come scopo quello del risparmio energetico. L’aliquota di detrazione varia dal 50 all’85% in base al tipo di intervento effettuato.

L’ecobonus al 50% spetta per i seguenti lavori:

  • interventi relativi alla sostituzione di finestre comprensive d’infissi;
  • schermature solari;
  • caldaie a biomassa;
  • caldaie a condensazione, che continuano a essere ammesse purché abbiano un’efficienza media stagionale almeno pari a quella necessaria per appartenere alla classe A di prodotto prevista dal regolamento (UE) n.18/2013. Le caldaie a condensazione possono, tuttavia, accedere alle detrazioni del 65% se oltre a essere in classe A sono dotate di sistemi di termoregolazione evoluti appartenenti alle classi V, VI o VIII della comunicazione della Commissione 2014/C 207/02. È opportuno sottolineare che quello che viene chiamato Bonus caldaia rientra sempre nell’ecobonus.

Ecobonus 2023: lavori ammessi in detrazione al 65%

L’aliquota dell’ecobonus sale al 65% per i seguenti interventi:

  • interventi di coibentazione dell’involucro opaco;
  • pompe di calore;
  • sistemi di building automation;
  • collettori solari per produzione di acqua calda;
  • scaldacqua a pompa di calore;
  • generatori ibridi, cioè costituiti da una pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro.

Ecobonus 2023: detrazione fino all’85% per condomini

Nel caso in cui l’intervento sia effettuato su parti comuni condominiali che non comportino modifiche volte a ridurre il rischio sismico o le comprendano, l’importo di detrazione Irpef varia dal 70% all’85%.

L’ecobonus va dal 70 all’85% per gli interventi di tipo condominiale. Attenzione: tale detrazione vale per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 con il limite di spesa di 40.000 euro moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio.

Supponiamo che in un condominio ci siano dieci appartamenti e che il limite di spesa totale, quindi, sia di 400.000 euro. Se si dovesse, spendere, ad esempio, per i lavori di efficientamento 380.000 euro, spetterebbe ad ogni unità abitativauna detrazione del 70% di 38.000, ovvero 26.600 euro pari a 2.660 euro l’anno per dieci anni.

Se la detrazione, stimando la stessa spesa, fosse al 75%, invece, a ogni unità abitativa spetterebbe diritto a una detrazione di 28.500, ovvero 2.850 euro l’anno per deci anni.

Qualora gli stessi interventi siano realizzati in edifici appartenenti alle zone sismiche 1, 2 o 3 e siano finalizzati anche alla riduzione del rischio sismico determinando il passaggio a una classe di rischio inferiore, è prevista una detrazione dell’80%. Con la riduzione di due o più classi di rischio sismico la detrazione prevista passa all’85%. Il limite massimo di spesa consentito, in questo caso, passa a 136.000 euro, moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio.

In questo caso, prendendo sempre un condominio di 10 appartamenti, la spesa massima consentita sarebbe di 1.360.000 euro e la detrazione massima, ipotizzando che si arrivi al tetto si spesa massima consentita, sarebbe dell’85% su 136.000 euro. Si parla di una detrazione pari a 115.600 euro, ovvero 11.560 euro l’anno per dieci anni.

In condominio, quindi, nel caso in cui gli interventi e le spese di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica interessino l’intero involucro dell’edificio, l’ecobonus potrà salire al:

  • 70% (nel caso in cui i lavori incidano sul 25% della superficie complessiva del condominio);
  • 75% se la riqualificazione energetica sarà finalizzata al miglioramento e al risparmio sulla spesa energetica sia estiva che invernale;
  • 80% se gli interventi di cui sopra sono eseguiti in zone sismiche (1,2,3) e portano alla riduzione del rischio di almeno una classe;
  • 85% se gli interventi di cui sopra sono eseguiti in zone sismiche (1,2,3) e portano alla riduzione del rischio di almeno due classi.

Uno dei requisiti necessari per richiedere la detrazione per la riqualificazione energetica è che l’intervento sia effettuato su immobili o edifici già esistenti, di qualsiasi categoria catastale. L’ecobonus è ammesso anche nel caso di lavori di riqualificazione su beni strumentali.

Chi può usufruire dell’ecobonus 2023? I beneficiari

L’ecobonus può essere richiesto da tutti i contribuenti, anche i titolari di reddito di impresa, che possideono un immobile per il quale vengano effettuati interventi di riqualificazione energetica, cioè:

  • i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
  • le associazioni tra professionisti;
  • gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
  • persone fisiche ovvero: titolari di un diritto reale sull’immobile, condomini per gli interventi sulle parti comuni, inquilini, coloro che possiedono un immobile in comodato, familiari o conviventi che sostengono le spese.

Chi è escluso dalla detrazione dell’ecobonus?

Dopo aver elencato coloro che possono beneficiare dell’ecobonus e della detrazione spettante, è doveroso spiegare chi, invece, ne rimane escluso. Con lo stop definitivo allo sconto in fattura e alla cessione del credito, come detto, si potrà beneficiare dell’aliquota di sconto solo tramite detrazione Irpef.

Proprio per questo motivo tutti coloro che non pagano l’Irpef sono esclusi dal beneficio, come ad esempio gli incapienti e coloro che pagano un’imposta sostitutiva all’Irpef (contribuenti con partita Iva in regime forfettario). Questo perché la detrazione in questione, al 50%, al 65% o anche all’85% altro non è che un taglio sull’Irpef da versare, che nel caso dei lavoratori dipendenti (che versano l’Irpef in busta paga mese dopo mese) può diventare un rimborso l’anno successivo a quando si sono sostenute le spese, dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi.

Se un contribuente, ad esempio, deve pagare 10.000 euro di Irpef per il 2022, ma ha diritto a una detrazione di 4.000 per lavori effettuati con l’ecobonus, pagherà soltanto 6.000 euro di Irpef (se si tratta di un lavoratore dipendente che i 10.000 euro di Irpef li ha già versati mese per mese in busta paga avrà diritto a un rimborso di 4.000 euro).

Serve la capienza fiscale per usufruire dell’Ecobonus

Alla luce di quanto detto nel paragrafo precedente, appare chiaro che la capienza fiscale è determinante per poter fruire della detrazione spettante con l’ecobonus. Il problema non si pone solo per gli incapienti e chi versa imposta sostitutiva, in questo caso, ma anche per chi ha una capienza fiscale minore rispetto alla detrazione spettante. Infatti, si rischia di perdere parte della detrazione. Perché la detrazione agisce sull’Irpef da pagare e se la tassazione non copre l’importo della detrazione si avrà diritto a uno sconto fino a capienza fiscale (ovvero nel limite delle tasse che si pagano).

Riprendiamo l’esempio precedente in cui spetta una detrazione annua di 4.000 euro per lavori effettuati con l’ecobonus. Supponiamo che il contribuente, però, debba versare solo 1.800 euro di Irpef. In questo caso sui 4.000 euro di detrazione spettante gli sarà riconosciuta una detrazione massima solo di 1.800 euro perché è proprio quella la sua capienza fiscale. I restanti 2.200 euro di detrazione a cui avrebbe avuto diritto, invece, è una parte di beneficio che va perduto.

Il consiglio, in questo caso, è quello di capire prima qual è la propria capienza fiscale per comprendere se è possibile sfruttare per intero il beneficio spettante per non incorrere nel rischio di perderne una parte.

Come pagare i lavori dell’ecobonus

Per poter beneficiare della detrazione, le spese sostenute devono essere pagate:

- tramite bonifico bancario o postale per Ecobonus nel caso di contribuenti non titolari di reddito d’impresa. È necessario indicare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore di cui si effettua il pagamento;

  • tramite pagamento tracciabile, non necessariamente bonifico parlante, nel caso di contribuenti titolari di reddito d’impresa. L’importante è conservare idonea documentazione per la prova delle spese.

Importo massimo detraibile per l’ecobonus 2023

I massimali di spesa su cui spetta la detrazione dell’ecobonus variano in base ai lavori che si eseguono sull’immobile e le detrazioni massime ottenibili variano da 30.000 euro a 100.000 euro. La detrazione spettante per i lavori eseguiti sull’immobile, dal 50% al 65% delle spese sostenute che possono essere recuperate in 10 rate di uguali importo annuali.

Riassumiamo nella seguente tabella i massimali di spesa, la tipologia dell’intervento e la detrazione massima spettante.

InterventoMassimale spesaDetrazione massimaPercentuale detrazione
Riqualificazione energetica di edifici esistenti 153.846,15 € 100.000 € 65%
Acquisto e posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti 153.846,15 € 100.000 € 65%
Sostituzione o nuova installazione di impianti di climatizzazione invernale, dotati di generatori di calore, alimentati da biomasse combustibili: stufe e caldaie pellet, cippato, legna 60.000 € 30.000 € 50%
Coibentazione dell’involucro (cappotto pareti, tetti e pavimento) 92.307,69 € 60.000 € 65%
Sostituzione di finestre comprensive e infissi 120.000 € 60.000 € 50%
Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda 92.307,69€ 60.000 € 65%
Schermature solari 120.000 € 60.000 € 50%
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione ad aria o ad acqua con sistema di regolazione 46.153,84 € 30.000 € 65%
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione ad aria o ad acqua senza sistema di regolazione 60.000 € 30.000 € 50%
Sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore, dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria 46.153,84 € 30.000 € 65%
Installazione di sistemi di building automation per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative 23.076 € 15.000 € 65%

Quanto spetta di detrazione con l’Ecobonus? Esempi pratici

Per capire come funziona realmente l’Ecobonus 2023 facciamo qualche esempio pratico.

Supponiamo che un proprietario di immobile realizzi un cappotto termico per l’involucro esterno del proprio immobile spendendo 130.000 euro. La detrazione spettante è del 65%, ovvero 80.600 euro. Recupererà 8.060 euro l’anno dalla dichiarazione dei redditi dell’anno dopo e per i successivi 10 anni.

Se, invece, un proprietario decide di cambiare tutti gli infissi e le finestre di casa spendendo 20.000 euro gli spetterà una detrazione del 50%, pari a 10.000 euro che recupererà, sempre dalla dichiarazione dei redditi successivi e per 10 anni, nella misura di 1.000 euro l’anno.

I documenti da conservare per l’ecobonus

Per beneficiare della detrazione prevista, i contribuenti che hanno sostenuto la spesa dovranno aver cura di conservare i documenti che seguono, utili per attestare se e in quale misura si ha diritto all’ecobonus nel 2023:

  • asseverazione di un tecnico abilitato o la dichiarazione resa dal direttore dei lavori;
  • attestazione di partecipazione a un apposito corso di formazione in caso di auto costruzione dei pannelli solari;
  • certificazione energetica dell’immobile fornito dalla Regione o dall’Ente locale o attestato di qualificazione energetica predisposto da un professionista abilitato.

Comunicazione ENEA per l’ecobonus 2023

Per beneficiare della detrazione è fondamentale effettuare la comunicazione all’ENEA, prima ancora di indicare la spesa sostenuta in dichiarazione dei redditi. Entro 90 giorni dalla fine dei lavori di riqualificazione energetica il contribuente deve trasmettere all’ENEA, in modalità telematica, la scheda informativa degli interventi realizzati e la copia dell’attestato di qualificazione energetica.

La comunicazione va trasmessa solo ed esclusivamente tramite l’apposito portale sul sito ENEA. I dati relativi agli interventi di ecobonus, bonus facciate e bonus casa vanno inviati nella sezione ECOBONUS.

Per l’ecobonus è obbligatoria la comunicazione ENEA?

Come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 46/E, omettere di comunicare i dati all’ENEA non ha peso ai fini fiscali per il bonus ristrutturazioni. Questo chiarimento, però, non può essere applicato anche all’ecobonus perché il Decreto Edifici del 2007 prevede che per chi intende fruire della detrazione con l’ecobonus è necessario inviare all’ENEA copia dell’attestato di certificazione della riqualificazione energetica (Allegato A del Decreto stesso) e scheda informativa degli interventi realizzati (Allegato D).

In caso di errori di compilazione od omissioni, va chiarito che pur essendo l’accesso alla detrazione subordinato alla comunicazione dei dati, se la violazione (errori od omissioni) non è stata accertata non preclude l’accesso.

La norma si applica quando il contribuente ha i requisiti che richiedono le norme di riferimento, effettui la comunicazione entro i termini previsti per la prima dichiarazione utile e versi contestualmente anche la sanzione stabilita dal decreto legislativo 471 del 18 dicembre 1997 all’articolo 11, comma 1.

Anche con invio tardivo, quindi, della comunicazione all’ENEA non si perde il diritto alla detrazione, a patto che si proceda alla stessa entro la scadenza della prima dichiarazione dei redditi utile alla detrazione stessa.

Detrazione ecobonus 2023 solo in dichiarazione dei redditi

Il Decreto Legge 11 del 2023 ha bloccato, a partire dal 17 febbraio di quest’anno, la possibilità di fruire dei benefici dell’ecobonus con lo sconto in fattura o con la cessione del credito. Questa possibilità resta in vigore, infatti, solo per chi aveva presentato entro il 16 febbraio 2023 la richiesta abilitativa all’esecuzione dei lavori.

L’unico modo per fruire dell’ecobonus torna a essere la detrazione Irpef in dichiarazione dei redditi in 10 anni.

Come si portano in detrazione le spese di lavori di efficientamento energetico effettuati fruendo del’ecobonus? La detrazione avviene dalla dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a quello in cui sono stati realizzati (e pagati) gli interventi in questione.

Se si utilizza la dichiarazione precompilata dovrebbero già essere state inserite in automatico le detrazioni spettanti dall’Agenzia delle Entrate. Se, invece, si utilizza il modello ordinario la detrazione va inserita:

  • per il modello 730 nelle righe E61 e E62, all’interno della quarta sezione del Quadro E;
  • per il modello Redditi Pf il totale delle spese sonostenute vanno indicate nella sezione I del quadro RP.

Ecobonus 2024, cosa cambia?

La proroga all’ecobonus riguarda lavori eseguiti dal 1° gennaio 2023 al 31 gennaio 2024. La Legge di Bilancio 2024, nelle bozze in circolazione, non ha previsto nessun intervento su questo incentivo. Pertanto l’ecobonus resta in vigore anche per il 2024 con le stesse caratteristiche previste per quest’anno.

Non cambiano le percentuali di detrazioni, i lavori ammessi e i beneficiari. Si può, di fatto, continuare a beneficiare dell’agevolazione ancora per tutto il prossimo anno alle medesime condizioni previste per quest’anno.

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