Nel lusso in crisi, questo brand francese aumenta le vendite nel secondo trimestre 2025: i punti di forza di Hermès.
La crisi del lusso non colpisce Hermès, le cui vendite sono aumentate grazie ai clienti più facoltosi che hanno continuato a comprare le sue costose borse.
Questo è quanto emerso nei numeri della trimestrale del noto marchio, il quale ha confermato di possedere una resilienza che altri brand non hanno, in un contesto di forte calo della domanda di beni di lusso che ha colpito diverse aziende del settore.
Hermès International ha dichiarato che il fatturato è aumentato del 9% nel secondo trimestre a tassi di cambio costanti. Gli analisti si aspettavano un incremento dell’8,9%.
Il modello di gestione del marchio francese, che mantiene prodotti ambiti come le borse Birkin e Kelly in scarsa disponibilità, gli ha permesso di superare la crisi del lusso meglio di rivali come LVMH e Kering, proprietaria di Gucci.
All’inizio di questo mese, la Birkin originale è stata venduta all’asta a Parigi per 8,58 milioni di euro. C’è ottimismo, anche se alcuni segnali di debolezza si intravedono con la crescita delle divisioni più piccole di Hermès dedicate alla moda e alla seta che ha subito un rallentamento e le vendite di profumi e prodotti di bellezza in contrazione.
Nonostante le turbolenze geopolitiche causate dalla guerra commerciale e dal rallentamento della crescita, il Presidente Esecutivo Axel Dumas mantiene invariate le prospettive per l’azienda. Ecco come Hermés sta schivando la crisi del lusso.
leggi anche
LVMH sotto i riflettori, dove va il lusso?

Hermès più forte di tutti nel settore lusso, ecco perché
Con l’aumento del 9% nelle vendite trimestrali Hermès ha dimostrato il continuo interesse dei ricchi acquirenti per le ambite borse da 10.000 dollari dell’azienda francese. In numeri, il fatturato del secondo trimestre, conclusosi a fine giugno, hanno raggiunto i 3,9 miliardi di euro.
Le vendite della più grande divisione di Hermès che produce articoli in pelle, soprattutto borse, hanno registrato un’accelerazione nel corso del trimestre, mentre la crescita dei prodotti di moda e in seta ha subito un rallentamento.
Il marchio mantiene uno stretto controllo sulla produzione, aumentandola a un ritmo costante di circa il 6-7% all’anno, “frustrando” alcuni acquirenti che devono aspettare mesi per una borsa.
Questa strategia ha aiutato l’azienda a contrastare il rallentamento del settore, mentre grandi marchi della moda come Chanel e Kering, Louis Vuitton e Dior, di proprietà del gruppo LVMH, sono alle prese con un calo delle vendite.
Quest’anno, la prolungata crisi cinese ha spostato l’attenzione dei marchi di lusso europei verso gli Stati Uniti, sebbene la domanda in quel Paese sia stata altalenante a causa della volatilità del mercato azionario e della fragile fiducia dei consumatori.
“Al momento non vedo cambiamenti radicali nel clima delle vendite in Cina”, ha affermato Dumas, aggiungendo che ritiene ancora intatto il potenziale a lungo termine del dragone, senza cambiamenti strutturali nella fiducia dei consumatori.
I punti deboli del lusso
I toni positivi di Hermès non cancellano, comunque, tutte le incertezze su un comparto messo a dura prova dall’incrocio di eventi economici mondiali. Lo stesso marchio ha delle crepe. Il presidente esecutivo Axel Dumas ha affermato che il gruppo ha notato una domanda più debole da parte dei nuovi clienti e finora non prevede ulteriori aumenti dei prezzi quest’anno.
Quest’anno il brand ha aumentato i prezzi del 7% a livello globale, con un ulteriore aumento del 5% specificamente negli Stati Uniti, dove l’azienda ha segnalato che avrebbe trasferito completamente gli effetti dei dazi sui clienti.
La società di consulenza Bain prevede che le vendite mondiali di beni di lusso diminuiranno tra il 2% e il 5% nel 2025, dopo un calo dell’1% registrato lo scorso anno. I segnali di questa debolezza si sono già palesati.
La divisione chiave di LVMH – che include Louis Vuitton, Christian Dior Couture e Celine – ha visto le vendite organiche trimestrali calare del 9%. Kering ha annunciato una diminuzione del 25% del fatturato di Gucci, il suo marchio più grande, nel secondo trimestre.
Ad aprile, LVMH ha perso il primato di azienda francese più preziosa a favore di Hermès, che il suo miliardario amministratore delegato Bernard Arnault aveva tentato in passato di acquistare, senza successo.
In questo contesto, Hermès sembra sopravvivere meglio di altri. Quest’anno le azioni Hermès sono aumentate del 2,4%, a fronte di un crollo di oltre il 25% delle azioni LVMH.
Nel primo trimestre dell’anno, il reddito operativo ricorrente di Hermès è salito a 3,33 miliardi di euro, superando le stime
© RIPRODUZIONE RISERVATA