Ecco come gli Stati Uniti spendono i miliardi di dollari guadagnati con i nuovi dazi

Alessandro Nuzzo

21 Agosto 2025 - 17:05

Da aprile a luglio hanno incassato 100 miliardi di dollari dai dazi. Una cifra che andrà rivista al rialzo nei prossimi mesi. Ecco come saranno spesi questi soldi.

Ecco come gli Stati Uniti spendono i miliardi di dollari guadagnati con i nuovi dazi

I pesanti dazi imposti su gran parte della merce importata negli Stati Uniti produrranno diversi effetti. Anzitutto spingeranno molte aziende straniere ad aprire stabilimenti produttivi oltreoceano se vorranno continuare a vendere in quel mercato redditizio senza pagare tariffe elevate. Inoltre, i prodotti esteri più costosi indurranno i consumatori americani a preferire articoli made in USA. Gli effetti si noteranno anche sull’economia nazionale, grazie alle nuove ingenti entrate per le casse pubbliche. Secondo una prima stima, solo tra aprile e luglio gli Stati Uniti hanno incassato 100 miliardi di dollari dai dazi.

La previsione iniziale parlava di 300 miliardi di dollari nel 2025. Una cifra che, in realtà, sarà nettamente superiore: ad ammetterlo è stato lo stesso Segretario al Tesoro Scott Bessent. «Avevo detto che le entrate tariffarie potrebbero ammontare a 300 miliardi di dollari quest’anno. Dovrò aumentare questa cifra in modo sostanziale», ha dichiarato, senza fornire numeri precisi sull’incremento, ma limitandosi a dire che sarà «considerevole».

Come gli Stati Uniti spenderanno i soldi dei dazi

Resta il nodo di come il Governo americano utilizzerà queste entrate extra. Erano state ipotizzate varie opzioni, tra cui un dividendo da 600 dollari per ogni adulto con figli a carico. In realtà, le risorse non saranno destinate ai cittadini ma serviranno a ridurre l’enorme debito pubblico statunitense, che a fine 2024 ammontava al 121% del PIL, circa 31mila miliardi di dollari, una cifra record che pesa come un macigno sulla finanza nazionale.

«Credo che ridurremo il deficit rispetto al PIL, inizieremo a ripagare il debito e poi, a un certo punto, potremo utilizzare queste entrate come compensazione per il popolo americano», ha spiegato Bessent.

Perciò, niente dividendo immediato per i cittadini: i proventi dei dazi verranno destinati al rimborso del debito, con l’obiettivo di abbassarlo gradualmente. «Credo che, a un certo punto, saremo in grado di riuscirci», ha aggiunto il Segretario, ricordando però che il percorso sarà lungo e complesso.

Un sollievo per i cittadini potrebbe arrivare invece da tassi di interesse più bassi. Dopo mesi di valori invariati, a settembre la Federal Reserve potrebbe decidere di ridurli, alla luce dei dati incoraggianti sull’occupazione di luglio, che hanno sorpreso positivamente gli analisti e restituito fiducia ai mercati.

Bessent ha osservato che un taglio dei tassi da parte della Fed potrebbe stimolare l’edilizia residenziale, favorendo un aumento dell’offerta abitativa e contribuendo a contenere i prezzi nel lungo periodo.

«Se continuiamo a frenare la costruzione di case, che tipo di inflazione ci troveremo ad affrontare tra uno o due anni?», ha commentato.

I dati pubblicati dall’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti per luglio mostrano infatti un netto rimbalzo delle nuove costruzioni: +5,2% rispetto a giugno, pari a un ritmo annuo destagionalizzato di 1,428 milioni di unità, ben oltre le stime degli economisti che prevedevano un modesto +0,3% (1,31 milioni). Questo incremento giunge dopo tre mesi consecutivi di debolezza del comparto immobiliare e viene interpretato come un segnale di ripresa che, se confermato, potrebbe rafforzare la crescita nel prossimo trimestre.

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