Scomparso a 59 anni il fondatore dell’azienda piemontese leader nel settore delle acque minerali. Sotto la sua guida, Sant’Anna è diventata un simbolo di innovazione e successo industriale italiano.
Si è spento nella notte tra il 10 e l’11 novembre 2025 Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna. L’imprenditore piemontese aveva 59 anni e ha perso la vita a causa di una grave malattia scoperta per caso alcuni mesi fa. L’annuncio è arrivato dalla famiglia e dall’azienda, che hanno espresso immenso dolore per la scomparsa di quello che hanno definito “un imprenditore visionario e coraggioso”.
Nato a Moncalieri il 16 agosto 1966 da una famiglia di industriali edili del Cuneese, Bertone aveva saputo costruire dal nulla uno dei più grandi successi imprenditoriali italiani nel settore delle acque minerali. La sua vita privata era stata segnata da tragici lutti: nel 2008 aveva perso il padre in un incidente stradale, mentre nel 2016 era venuta a mancare improvvisamente la compagna Roberta Ruffino, scomparsa a soli 40 anni quando la loro bambina aveva appena sette mesi.
Da una sorgente di montagna a leader del mercato
La storia di Acqua Sant’Anna inizia nel 1996, quando Bertone, allora trentenne e senza esperienza nel settore delle bevande, decise di accettare la sfida lanciata dal padre Giuseppe, che aveva individuato la sorgente Rebruant a Vinadio, sulle Alpi Marittime, a quasi 2.000 metri di quota. Il giovane imprenditore, laureato in scienze politiche e proveniente dal mondo dell’edilizia familiare, intuì immediatamente le potenzialità di quel progetto.
La strategia vincente di Bertone si basò fin dall’inizio su tecnologia e innovazione. Lo stabilimento di Vinadio venne concepito come un impianto all’avanguardia, completamente automatizzato, che lo stesso imprenditore amava descrivere paragonandolo a “un’astronave di Star Trek”. Nel 2010 arrivò un’altra intuizione pionieristica: la BioBottle, la prima bottiglia compostabile al mondo.
Bertone fu anche il primo a comprendere l’importanza della diversificazione, ampliando la gamma con il tè freddo SanThé e le bevande funzionali Sant’Anna Pro con collagene e acido ialuronico.
Oggi Acqua Sant’Anna produce 2 miliardi di bottiglie all’anno, con una quota di mercato nazionale del 14% e un fatturato che nel 2023 ha raggiunto i 315 milioni di euro, in crescita del 7,3% rispetto all’anno precedente. L’utile netto si è attestato a 51,4 milioni, quasi raddoppiato. L’azienda, controllata al 55% dalla famiglia Bertone e per il resto dagli Osella, vanta 113 milioni di liquidità, nessun debito bancario e un patrimonio netto di 283 milioni. Lo stabilimento di Vinadio impiega oltre 130 dipendenti e rappresenta un’eccellenza del tessuto produttivo piemontese.
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Il cordoglio delle istituzioni
La scomparsa di Bertone ha suscitato profonda commozione nel mondo imprenditoriale e istituzionale. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha ricordato come l’imprenditore, “con la sua visione imprenditoriale, il suo coraggio e una capacità innovativa fuori dal comune, ha saputo dare vita a un’eccellenza piemontese riconosciuta in tutta Italia, contribuendo a generare sviluppo, lavoro e valore per il territorio”. Cirio ha sottolineato anche “la sua attenzione per le persone, il forte senso di responsabilità sociale e l’impegno verso il territorio”.
Anche il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha voluto rendere omaggio all’imprenditore scomparso: “Torino perde oggi un grande imprenditore e una persona di straordinaria umanità. Alberto Bertone è stato un amico, un torinese autentico, esempio di etica del lavoro e di visione”.
Bertone era infatti noto per la sua filosofia manageriale attenta alle persone: nel 2022 aveva regalato una mensilità extra a tutti i dipendenti durante il periodo del caro vita, sostenendo che “un imprenditore deve seguire anche le emozioni, non solo i bilanci”.
Nel corso della carriera aveva ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quello di Imprenditore dell’Anno Food & Beverage, ed era stato inserito da Fortune Italia tra i Top 10 manager italiani del food nel 2020.
La sua eredità resta un esempio straordinario di imprenditoria italiana che ha saputo competere e primeggiare in uno dei mercati più competitivi al mondo.
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