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E-mobility: il ruolo della mobilità elettrica nella sostenibilità ambientale

Redazione

5 Dicembre 2022 - 10:12

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La mobilità elettrica continua a crescere in Europa, confermandosi un pilastro della transizione ecologica per lo sviluppo sostenibile insieme alle energie rinnovabili.

E-mobility: il ruolo della mobilità elettrica nella sostenibilità ambientale

Secondo l’analisi di EY sulle infrastrutture delle ricariche elettriche in Europa, nonostante i veicoli elettrici rappresentino appena l’1,5% del parco auto europeo, con quasi 5 milioni di mezzi green su un totale di oltre 326 milioni di veicoli, potrebbero arrivare a 65 milioni entro il 2030 e a 130 milioni entro il 2035.

Tuttavia, la diffusione della e-mobility è strettamente legata allo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, sia in ambito privato che pubblico. In particolare, EY stima che saranno necessari 14 milioni di caricabatterie per veicoli BEV (Battery Electric Vehicle) entro il 2025 e 34 milioni entro il 2030, mentre i sistemi per la ricarica domestica dovrebbero arrivare a rappresentare l’80% delle soluzioni di ricarica.

Gli obiettivi europei sullo sviluppo della mobilità elettrica

In Italia come in Europa la mobilità elettrica sta assumendo sempre più centralità, ma rimane fondamentale la realizzazione di un sistema di infrastrutture per i veicoli elettrici capillare, efficiente e di facile accesso.

Il passaggio alle auto elettriche è essenziale per rispettare i target UE di riduzione delle emissioni di gas serra. Infatti, le tradizionali auto con motori endotermici inquinano immettendo anidride carbonica (CO2) nell’ambiente nel processo di combustione che converte l’energia contenuta nel carburante – benzina, diesel, GPL o metano – in lavoro meccanico.

Nel dettaglio, il piano europeo Fit For 55% prevede una diminuzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030, fino ad arrivare alla neutralità climatica del continente entro il 2050.

Per centrare questo obiettivo, però, servono 6,8 milioni di colonnine elettriche entro il 2030, secondo quanto stimato da una ricerca di McKinsey condotta per ACEA (Associazione europea dei produttori di automobili), ossia circa 14.000 nuove stazioni di ricarica ogni settimana.

Allo stesso tempo, l’Unione Europea sta lavorando a un nuovo quadro normativo per le batterie al litio, anch’esse indispensabili per la diffusione della e-mobility. Secondo il Parlamento Europeo, il mercato degli accumulatori potrebbe aumentare di 14 volte entro il 2030, rappresentando sempre di più un settore strategico per l’UE, ma sarà necessario puntare su batterie più sostenibili ed etiche, così come su soluzioni circolari per ridurre la dipendenza dall’importazione di materie prime dall’estero.

Un’altra questione cruciale è rappresentata dallo sviluppo di soluzioni di mobilità sostenibile integrata, attraverso la realizzazione di infrastrutture di trasporto intermodali per aumentare la competitività delle imprese e la qualità di vita delle persone.

In questo campo l’Italia ha previsto 280 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni, risorse messe a disposizione attraverso i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, del PNC (Piano Nazionale Complementare), dell’ultima Legge di Bilancio e dell’FSC (Fondo Sviluppo e Coesione).

L’evoluzione della e-mobility e la situazione attuale

La mobilità elettrica ha compiuto progressi importanti negli ultimi anni. Secondo i dati UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), negli ultimi 3 anni sono state dimezzate le immatricolazioni di auto benzina e diesel.

Al contrario, le immatricolazioni di veicoli elettrici in Italia sono passate da 17.185 unità del 2019 a 136.796 del 2021, arrivando a costituire il 9,4% del totale: una quota piuttosto importante, ma che mette ancora in evidenza il ritardo del nostro paese rispetto alla Germania (26%) e alla Francia (18,3%).

Parallelamente, l’evoluzione costante della e-mobility è stata accompagnata dall’innovazione tecnologica. Le moderne auto elettriche dispongono infatti di avanzati software che permettono di gestire al meglio l’autonomia, controllare la ricarica anche da remoto tramite app e aumentare l’efficienza energetica dei veicoli BEV tramite dispositivi come la frenata rigenerativa.

Naturalmente, hanno beneficiato di questi progressi anche le attuali tecnologie di ricarica.

Come ricaricare i veicoli elettrici alla colonnina

Per ricaricare un’auto elettrica esistono varie modalità. In strada è possibile ricaricare il proprio veicolo a zero emissioni alle colonnine pubbliche o private in corrente alternata fino a 22 kW, oppure mediante una stazione di ricarica in corrente continua da 50 a 350 kW di potenza.

Ricorrere a una di queste alternative è strettamente necessario quando si devono effettuare viaggi a lunga percorrenza. In particolare, per ottimizzare il più possibile i tempi il consiglio è quello di optare, laddove disponibile, per la ricarica in corrente continua, essendo ultraveloce.

Dopodiché, c’è la ricarica domestica dell’auto elettrica, ovvero la cosiddetta ricarica lenta, con la possibilità di connettere la vettura a zero emissioni all’impianto elettrico dell’abitazione e richiedere, eventualmente, un aumento di potenza del contatore fino a 6 kW.

In questo caso il consiglio è quello di installare una wallbox, un sistema che rende la ricarica domestica più efficiente, arrivando fino a 7,4 kW in monofase e 22 kW in trifase.

Inoltre, questa soluzione può essere integrata con un impianto fotovoltaico con accumulo e una fornitura di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, così da beneficiare di una ricarica domestica ecologica con un costo energetico contenuto.

Una volta compreso nel dettaglio come ricaricare l’auto elettrica alle colonnine in modo sostenibile e conveniente, sarà fondamentale in fase di scelta orientarsi verso a risorse messe a disposizione da realtà specializzate.

Ne costituiscono un esempio le soluzioni chiavi in mano di Sorgenia, la green-tech energy company che propone wallbox per la ricarica domestica in abbinamento all’installazione di un impianto fotovoltaico.

I vantaggi della ricarica domestica dell’auto elettrica

La ricarica domestica del veicolo elettrico è una modalità di ricarica che assicura diversi vantaggi. Innanzitutto, non si “stressa” la batteria grazie alla ricarica più lenta, preservando la vita utile degli accumulatori.

Un altro beneficio risiede nella maggiore comodità rispetto alle colonnine pubbliche, in quanto grazie agli accumulatori è possibile disporre di notte del surplus di energia prodotto durante il giorno, ottimizzando in questo modo i tempi della ricarica.

Inoltre, optando per una wallbox smart, contraddistinta cioè da un sistema intelligente connesso direttamente all’abitazione, si ha la possibilità di attivare la ricarica in orari prestabiliti, senza mai andare oltre la potenza disponibile in casa.

Tra gli aspetti positivi bisogna considerare anche gli incentivi per l’installazione delle colonnine a casa o in condominio, con importanti agevolazioni che consentono di rendere più accessibile e conveniente l’investimento iniziale.

A questo vantaggio si aggiungono anche le detrazioni fiscali per l’installazione del fotovoltaico con accumulo, un supporto economico importante per chi sceglie di investire nella e-mobility e dotare la propria abitazione di tecnologie green orientate alla sostenibilità.

Le prospettive della mobilità elettrica in Italia e in Europa

Secondo quanto emerge dal rapporto Smart Mobility dell’Osservatorio Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, le prospettive della mobilità elettrica sono positive, nonostante un rallentamento nella vendita di auto elettriche nel primo semestre 2022.

Se a breve e medio termine la e-mobility deve affrontare numerose criticità, come la carenza di semiconduttori e di materie prime, entro il 2030 lo sviluppo della mobilità elettrica dovrebbe essere considerevole.

Nello scenario peggiore il report prevede 3,9 milioni di auto elettriche nel 2030 in Italia, mentre in quello più ottimistico 8,2 milioni di veicoli elettrici, ossia circa il 23% dell’intero parco auto circolanti. Lo stesso potrebbe succedere per le infrastrutture di ricarica, con la possibilità di arrivare entro il 2030 a 68.000 punti di ricarica nel nostro Paese nello scenario peggiore e a 126.000 stazioni di ricarica in quello migliore.

Ovviamente sarà essenziale uno sforzo comune dei Paesi UE sia per colmare il gap attualmente esistente tra gli Stati in fatto di mobilità sostenibile sia per promuovere una maggiore integrazione e intermodalità tra le infrastrutture di ricarica.

Allo stesso tempo, affinché la mobilità elettrica diventi realmente sostenibile è indispensabile supportarne lo sviluppo attraverso le energie rinnovabili, ma anche lavorare per una maggiore circolarità e sostenibilità ambientale delle tecnologie legate alla e-mobility, come le batterie al litio e gli impianti fotovoltaici.

Conviene investire nella e-mobility oggi?

L’RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), una società controllata dal GSE (Gestore Servizi Energetici), ha svolto un’interessante ricerca sul costo totale di possesso di un veicolo elettrico (Total Cost of Ownership o TCO), confrontandolo con le spese di acquisto e gestione delle auto endotermiche, vale a dire quelle tradizionali con motore a combustione.

Dall’analisi condotta emerge come, nonostante i prezzi di queste auto non siano ancora allineati a quelli dei veicoli con motore a combustione, attualmente sia possibile ammortizzare l’investimento avvalendosi degli incentivi pubblici e ricorrendo alle ricariche domestiche effettuate tramite fotovoltaico con accumulo.

Per quello che riguarda i costi di gestione, invece, l’RSE evidenzia che rispetto alle auto con motori endotermici con i veicoli elettrici sia possibile risparmiare sui costi di manutenzione e su alcuni adempimenti, beneficiando per esempio dell’esenzione quinquennale dal pagamento del bollo e dell’accesso gratuito nelle ZTL presenti in tantissime città italiane.

Investire nella e-mobility, dunque, oltre che essere determinante per impattare meno sull’ambiente risulta nel complesso piuttosto conveniente anche dal punto di vista economico.

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